26/09/15

La quiete prima della tempesta.

E dopo la prima settimana: "non vedo l'ora di andare in ferie!"
Era un po' che non aggiornavo il blog.

Il fatto è che, terminato il concorso e finiti gli scorrimenti, non è che ci sia stato più molto da dire.

Ho fatto tutte le procedure di immatricolazione alla specializzazione, ho fatto le visite di controllo per la sorveglianza sanitaria, sono andato a incontrare il direttore della mia scuola e alcuni degli altri specializzandi e - ovviamente - ho visto l'ospedale nuovo.

La struttura è enorme, bellissima, di quelle dove ti perdi dentro. Un po' come tutti i grandi ospedali, del resto.

Per trovare i vari ambulatori dove ho fatto le visite mi sono perso 3-4 volte. E se dove mi sono laureato e ho frequentato per anni c'era ormai una sensazione di familiarità e di "routine", ammetto invece adesso di essermi sentito un po' un pesce fuori dall'acqua.

Ci vorrà un po' insomma, una volta iniziata la specializzazione, per ambientarmi, ma penso che questo sia fisiologico e - insomma - ci passerò tanto di quel tempo che alla fine inizierà per forza di corse a sembrarmi una seconda casa.

A parte questo, tutto sommato c'è poco da dire: tra un po' mi daranno il tesserino e dovrò tornare per scegliere la taglia della divisa. Ma per il momento sto in tutta tranquillità ad aspettare il primo novembre, data dell'inizio della specializzazione.

Credo che una volta iniziato avrò decisamente poco tempo libero, per cui prenderò l'occasione di questi giorni per starmene il più possibile tranquillo e per sistemare un po' di cose ora che ho l'opportunità di farlo.

Per il resto sono abbastanza eccitato da questa nuova opportunità, e se come ho già detto nel prossimo futuro non mi capiteranno più tanto facilmente dei periodi di pausa, è pure vero che spero quasi che questi giorni passino in fretta e che non vedo l'ora di cominciare.

Continuo a chiedermi tante cose: come sarà il lavoro? Che orari farò? Che reparti mi faranno frequentare? Sarà pesante fare avanti e indietro da casa, visto che l'ospedale è piuttosto lontano? Mi ambienterò facilmente? Come saranno i miei nuovi colleghi?

Più di tutto: in questi 5 anni diventerò davvero un medico esperto, e sarò capace di fare bene il mio lavoro e di "investire" - diciamo - come si deve le mie capacità una volta che sarò "fuori" dagli ospedali universitari?

Tante domande. Forse troppe, direi.

Ma è anche vero che la parte difficile, in tutto questo percorso, è stata la laurea. Poi preparare il concorso, tutti questi mesi del master col dubbio se sarebbe servito a qualcosa e se avrei mai trovato davvero un lavoro come dottore.

Ormai invece sono qui, e il più e veramente fatto. Posso anche semplicemente godermi il momento, e aspettare con calma che le cose facciano il loro corso.

Simone

04/09/15

Ho ri-vinto il concorso di specializzazione.

Il miglior posto dove specializzarsi: a casa.
Alla fine le nuove graduatorie sono uscite.

C'è stato un solo scorrimento di un unico posto, con l'incredibile risultato che risulto assegnato a Roma.

Effettivamente, fare la specializzazione in Medicina d'Urgenza nella mia città mi pareva un risultato irrealizzabile, ed era uno dei principali motivi (se non proprio l'unico) per cui non avrei voluto nemmeno tentare il concorso di specializzazione.

Cioè - mi dicevo - ma come è possibile che io riesca a superare centinaia di 20enni super-preparati? Era impossibile.

Certo la fortuna ci ha messo molto del suo: alla fine anche una sola crocetta messa in maniera diversa poteva cambiare totalmente le cose, e lo stesso gli scorrimenti non erano scontati ma anzi - in un concorso del genere - ci si aspettave che non ce ne fossero proprio.

E così in questi giorni ho anche realizzato che, forse, sono (quasi) bravo a dare consigli, ma che sono sicuramente meno bravo a consigliarmi da solo. Cioè, a chi mi dice di volersi iscrivere a questa o quell'altra facoltà, o che ha dei dubbi o insomma non sa se provare o no, io dico sempre: intanto provaci, poi vedi come va e alle brutte - per lo meno - avrai fatto un tentativo.

Eppure se fosse dipeso da me avrei lasciato perdere e basta. Fortuna che mi sono lasciato convincere da un (bel) po' di persone che la pensavano diversamente. E così pure io alla fine mi sono detto: vediamo come va... e - contro qualsiasi mia aspettativa - è andata.

Mi torna in mente una frase che ho scritto - se non ricordo male - all'inizio di questo percorso. 6 o 7 anni fa: c'è qualcosa dentro di noi che ci fa credere che tante cose siano impossibili. Quando, invece, non è vero.

Se devo proprio essere sincero non ricordo benissimo come era la frase, e in che post e in che contesto l'ho scritta. In ogni caso, in questo momento della mia vita credo fortemente che viviamo in un mondo carico di cambiamenti inespressi, successi abbandonati e invenzioni mai portate a termine.

Abbiamo così paura che i nostri sforzi non vengano ripagati, che preferiamo la sicurezza di ciò di cui siamo scontenti. 

Ma insomma, senza farla troppo retorica o melodrammatica: con questa storia della specializzazione ho realizzato una cosa che non pensavo - assolutamente - di poter fare. Ancora non l'ho completamente realizzato, ma è così.

Alla luce di questo se avete un progetto, un'idea, un qualcosa che vorreste costruire... il mio consiglio è che per sentirvi depressi e sconfitti avrete comunque tempo tutta la vita. Intanto magari provateci: non si sa mai che - alla fine - non rimaniate sorpresi anche voi.

Simone