26/02/16

Meglio.

Foto che ho usato e riusato 10 volte. Grazie, Wikipedia!
Dopo qualche turno un po' così così, ho iniziato a entrare un pochino di più negli ingranaggi del pronto soccorso, e gli ultimi giorni sono andati piuttosto bene.

Praticamente mi è capitato di chiamare pazienti in attesa, fare anamnesi (e vabbe') visite, ecografie, prelievi, chiedere esami... eccetera, eccetera ed eccetera.

Tutto ovviamente in una forma "embrionale", da migliorare o sotto la supervisione di infermieri e strutturati di turno, e con una lentezza che una volta che ho visto un paziente io ne sono arrivati altri 10. Però, insomma, l'ho fatto.

Quello che un po' mi manca è l'aspetto della terapia e del decidere cosa fare se dagli esami viene fuori qualcosa e il paziente va ricoverato. Ma appunto l'idea è che io sia li proprio per imparare anche questo.

Oltre a questo ci sono anche i codici rossi, la parte gestita dai rianimatori, i consulenti, la radiologia... questo per dire che è tutto un po' più complicato di così e non è ovviamente che ho iniziato a fare chissà cosa dall'oggi al domani o che stavo qui per vantarmi di chissà che. Volevo solo dire che ho fatto quello che mi piace fare, e sono contento.

Devo anche dire che l'esperienza passata da studente e tirocinante e poi col master (che ho dovuto abbandonare) mi ha aiutato e impostato tantissimo. Avessi dovuto iniziare da zero, penso che l'impatto sarebbe stato più difficile.

Comunque sono proprio contento: nel personale ci sono anche già alcuni specialisti in medicina d'urgenza, e quando ho seguito per intero (o quasi) dei pazienti con loro mi sentivo molto, molto, molto indirizzato su un percorso che mi piace e che vorrei continuare a percorrere.

Le notti pure sono andate benino. Lì però lo specializzando ha un ruolo diverso, e diciamo che è molto più faticoso e un po' meno gratificante. Però dopo la notte hai 2 giorni di riposo, e io la vedo un po' più così: della serie "resisti, che poi domani e dopodomani ti riposi".

Comunque sia diciamo, che io mi farei tranquillamente tutti e 5 gli anni di specializzazione così.

Questo purtroppo non sarà possibile: tra altri 2 mesi ci sarà una nuova rotazione e mi manderanno di nuovo in reparto e poi in (credo) cardiologia. Qualche turno da coprire in pronto soccorso me lo daranno sempre, ma non sarà proprio come fare l'urgentista a tempo pieno. L'idea è quella di mandarci in tanti posti a imparare tante cose che poi utilizzeremo come urgentisti. E come idea sulla carta non è niente male. Bisognerà vederne - in pratica - la realizzazione.

Comunque sia, se l'unico (quasi) aspetto negativo del pronto soccorso è che non sono sicuro di poter fare tanto pronto soccorso quanto vorrei, possiamo anche dire che è l'ennesima conferma di aver trovato la strada che mi piace e di aver fatto la scelta giusta.

In futuro o anche solo più avanti non so cosa farò e dove andrò a finire come medico. Intanto direi che possiamo essere soddisfatti.... e andiamo avanti così.

Simone

15/02/16

La questione della notte.

Mi sarei accontentato di un dolcetto...
Tutto sommato nei miei primi turni di notte mi ha detto piuttosto bene: non ci sono state le situazioni sfigatissime che sono toccate ad altri colleghi (e che perciò prima o poi toccheranno anche a me) con 50 pazienti da rivedere, 8 ricoveri da fare in reparto né altre tragedie similari.

Non ho fatto casini degni di ricevere particolari cazziatoni (o, per lo meno, non sono ancora arrivati). Non ho avuto turni con superiori che mi odiavano e nessuno degli utenti del pronto soccorso ha nemmeno provato a picchiarmi.

C'è stato invece qualche paziente messo malino da dover seguire un po' più attivamente nel corso di 12 lunghe, interminabili ore. Ma questa è normale amministrazione.

In ogni caso, dopo 6 ore di lavoro in pronto soccorso secondo me qualsiasi medico è già stanco, e il rendimento inizia a scemare. E va bene fare di più, ma 12 ore filate sono proprio una "botta" e non ci credo nemmeno se lo vedo che alle 7 e 30 di mattina qualcuno lavora bene come avrebbe lavorato il giorno prima.

Personalmente, ho notato che fino a 8 ore (cioè le 4 del mattino) reggo alla grande. Davvero tutto sommato andare a letto alle 4 è una cosa che da "giovane" facevo regolarmente, e non mi pesa più di tanto. Io sono anzi uno che - tante volte - prima delle 2, 3 e (appunto) 4 di mattina si rigira nel letto senza prendere sonno, per cui una scusa "istituzionale" per restare alzato mi può anche andare bene.

Il brutto arriva alle 6: lì i bioritmi iniziano a saltare. L'organismo si rende conto che la notte è "persa" e che ormai è mattina, mentre il PS inizia nuovamente a riempirsi di gente. Parenti che vogliono informazini, infermieri che si danno il cambio, consulenti e gente non meglio definita che gira, chiede cose, fa domande.

E insomma lì è il momento brutto che pretendono tutti uno che faccia le cose come se fosse fresco e riposato, invece nel cervello hai il classico criceto sulla ruota che gira e non vedi semplicemente l'ora che arrivi il cambio.

La cosa peggiore di tutte, però, cioè sul serio la cosa peggiore del peggio del peggio, è che se durante il turno di notte ti viene fame (o meglio: QUANDO ti viene fame) non hai altro che le macchinette con qualche schifezza confezionata.

Io capisco tutto, e adesso di sicuro mi direte qualcosa tipo: "eh ma tu devi salvare la vita alla ggente©! Che cazzo pensi a mangiare?!"

E sì. Tutto vero, e tutto giusto.

Però, cioè: facciamo una professione e un mondo basata sull'essere attivo 24 ore su 24, ma nessuno pensa che dopo 6 ore di lavoro un essere umano ha bisogno di fermarsi mezz'ora per mangiare qualcosa. Nessuno pensa che a mangiare patatine confezionate alle 3 di mattina rischi che ti venga un infarto a 30 anni (che per lo meno ho scampato) o che volersi sdraiare un'oretta - cosa che finora è stata semplicemente impossibile - sia una necessità fisiologica.

Se il pronto soccorso lavora 24 ore su 24, allora le 4 di mattina devono essere come le 4 di pomeriggio. No che muori di fame, non hai avuto manco una pausa, il personale è ridotto, fai il doppio del lavoro e chi più ne ha più ne metta.

E questa purtroppo non è una realtà di Roma, e non è nemmeno la situazione italiana, perché - da quanto mi dicono altri colleghi che sono espatriati - è una cosa che viene accettata tranquillamente anche in tutto il resto del mondo.

Ecco. E non sono quelle 2 ore finali particolarmente stressanti il problema, e il problema non è nemmeno il dovermi portare un panino da casa. È solo questo fatto che proprio le persone dedicate alla salute e al benessere degli altri non siano state in grado di garantire condizioni di salute e benessere anche per loro stessi che mi lascia perplesso. Tutto qua.

Ma poi, dall'Inghilterra, mi hanno detto: "il sistema sanitario nazionale ha tagliato i fondi, e su qualcosa bisogna risparmiare". Per cui non è una questione di lavoro, etica professionale, orari, turni o solo io che ho fame agli orari sbagliati. È una questione di soldi. E a questo punto mi pare che ci sia ben poco da aggiungere, da commentare o da fare polemica. C'est la vie, come dicono a Barcellona.

Per il resto concludo dicendo che io mi sono - sinceramente - divertito. E lo so che non suona bene come espressione parlando di un pronto soccorso, e ovviamente con divertimento intendo un sano e giusto interesse e piacere nel fare il mio lavoro nel migliore dei modi... o almeno provandoci.

Cioè, davvero: il turno più brutto, pesante, e che non vuole fare nessuno alla fine mi è piaciuto. A parte quando ti svegli il giorno dopo alle 2 di pomeriggio col mal di testa, il sonno, la fame che non capisci se è di cornetti o di carbonara e una vocina dentro che ti dice "se lo faccio di nuovo, muoio". Ecco, quello un po' meno.

Però giuro che sono quasi contento di avere di nuovo un'altra notte a breve. Che il quasi lo scriverei a caratteri cubitali e in neretto e sottolineato... ma c'è pure il "contento" che viene dopo. Davvero.

E non ero mai stato contento del lavoro che facevo prima. Nemmeno quasi o quasissimo. Per cui, insomma, uno si accontenta... e continuiamo così.

Simone