30/09/09

Il secondo primo giorno di medicina!

E inizia anche il secondo anno di università (per chi arriva adesso, sto prendendo una seconda laurea in Medicina).

Grazie alle solite meraviglie burocratiche, in questo primo semestre ci troviamo a seguire due corsi di Anatomia accorpati, per un totale di 8 ore di lezione + laboratori ed eventuali incontri aggiuntivi vari. Se nella vostra vita avete mai studiato Anatomia, avrete idea della mole insensata di roba da studiare con cui ci stanno caricando tutta in una volta. Se ignorate quello di cui sto parlando, invece, sono sinceramente contento per voi.

Se poi aggiungiamo che sto seguendo anche altri corsi che non mi fanno propriamente impazzire (mi tengo sul vago, nel caso dovesse passare a leggere qualche professore ^^) che le aulee sono lontanissime da dove parcheggio e che in certi giorni non riesco a pranzare prima delle 3, vi fate un'idea di quanto sia felice e contento di alzarmi tutte le mattine per andare a seguire... e poi in caso anche a scrivere, aggiornare il blog e magari magari pure in ufficio, nel caso che avanzi un po' di tempo.

Ma intanto ci sono, vado avanti, e spero che espletata la disumana tortura della frequenza obbligatoria gli esami si riveleranno fattibili (anche se temo che Anatomia sia impossibile) e piano piano mi ritroverò a incominciare anche il terzo anno.

E a quel punto potrò anche riprendere a lamentarmi. ^^

Simone

28/09/09

Ebook - Il mondo quasi nuovo.

Ero indeciso se mettere o meno online questo mio ultimo lavoro, un po' perché lo sto mandando adesso ai soliti editori che non mi si fileranno e un po' perché potrei ancora decidere di rimaneggiarlo un pochettino (ma potrebbe anche benissimo rimanere così).

A favore della pubblicazione online, si trovano invece i seguenti motivi:

- Perché il libro è una raccolta di post scritti su questo blog, e per questo è già online a priori.

- Perché la copertina è talmente brutta che dovevo farvela vedere (cliccateci sopra per vederla ingrandita).

- Perché mi andava di farlo.

- Perché di tutti i libri che non ho messo online prima dell'invio agli editori (escluso perciò il libro del primo blog, che anche quello era online a priori) non me ne hanno mai pubblicato nessuno. Insomma: forse questa cosa di non rilasciare l'ebook prima di aver ricevuto il solito autotreno di rifiuti editoriali - oltre a essere inutile - porta semplicemente sfiga.

Eccovi allora questo (quasi) nuovo libretto sulla falsariga di Io scrivo, appena un po' più voluminoso. Mi è sinceramente piaciuto scriverlo insieme a voi durante quest'anno, e spero che vi farà piacere leggerlo ed - eventualmente - rileggerlo e anche comprarlo una due tre o anche mille volte nel caso qualche pazzo me lo pubblichi davvero.

La sensazione che ho io, molto personale e molto filtrata dal fatto che ogni volta che finisco di scrivere una cosa me ne innamoro perdutamente, è che dei 7 libri che ho scritto finora questo non sia quello scritto meglio, il più divertente o il più interessante. Ma forse è davvero l'unico che ha semplicemente senso di esistere... anche se non so bene di quale senso si tratti.

SCARICA L'EBOOK:

Il mondo quasi nuovo.pdf

Il mondo quasi nuovo - Formato epub


Vi lascio con una breve presentazione dei diversi capitoli in cui ho raggruppato i vari articoli del blog, e ci aggiungo anche una mezza specie di quarta di copertina: l'ebook (ovviamente) non ha alcun retro, per cui la troverete soltanto qui in questo post.

Sezioni e contenuti del libro:

Lo studio quasi nuovo: università, diritto allo studio.

La filosofia quasi nuova: argomenti vari come l'esistenza di Dio, il piacere della sigaretta, paura del volo ecc...

Il sesso quasi nuovo: HIV, omosessualità, prostituzione e rapporti di coppia.

La scrittura quasi nuova:
le solite chiacchiere su scrittura ed editoria.

La società quasi nuova: vita sociale, televisione e comunicazione.

Vita da single: come fare la spesa, cucinare, andare agli aperitivi ecc...

Il mondo quasi nuovo:
temi globali come la guerra, la povertà e la crisi economica.

Le diverse sezioni sono intervallate da semplici articoli di (quasi) divulgazione scientifica, le soluzioni dei problemi che non sapevate di avere, e le biografie di alcune persone che hanno (quasi) cambiato il mondo.

Mezza specie di quarta di copertina:


L'unico difetto che ho stemperato, col passare degli anni, è di essere troppo giovane.

Ne uccide più la penna della spada. Però la spada mi dà più sicurezza.

Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna. E poi c’è anche chi spiega male.

E questo libro contiene solo cose inventate, non vere, mai accadute, che non penso e che non ho mai progettato di fare realmente.

A dirla tutta, non sono neanche tanto convinto di averlo scritto io.


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Il mondo quasi nuovo - Formato epub


Simone

24/09/09

Lo scrittore (quasi) emergente!

Vi aggiorno sulle ultimissime novità del mio "lavoro" (virgolette e corsivo mi paiono fondamentali ^^) da scrittore.

Ho spedito una breve presentazione de Il mondo quasi nuovo a una decina di editori. Ogni presentazione è corredata da qualche articolo di esempio, e nel curriculum ho scritto in neretto e sottolineato (sperando insomma che si noti) che ho già pubblicato un libro con un altro editore.

La speranza è che l'essere già uno scrittore che si trova (a volte) in libreria, seppur sconosciuto (credo che si dica emergente) mi renda in qualche modo più interessante rispetto a chi invece, sempre da sconosciuto, non ha ancora pubblicato nulla... anche se mi pare che si chiamino emergenti pure quelli ^^.

Ancora, seguendo il consiglio di un amico scrittore, ho contattato un'agenzia letteraria di quelle che pare che siano buone e affidabili e anche in grado di raggiungere editori particolarmente importanti. Gli ho inviato la sinossi di una tonnellata di roba (ormai il mio studio straborda di libri non pubblicati ^^) e dopo qualche giorno mi hanno risposto chiedendomi di mandargli un solo testo completo, a mia scelta. Cosa che, ovviamente, ho fatto.

Ovviamente, c'è molto poco da montarsi la testa: entro tre mesi mi faranno sapere, e poi, anche in caso di risposta positiva, bisogna vedere se riusciranno effettivamente a trovare un editore per il mio libro. E ci vorrà in ogni caso un sacco di tempo.

Ancora: una di quelle trasmissioni televisive che vanno sul satellite, dove si telefona per rispondere a qualche domanda tipo cruciverba o non so bene cosa, dovrebbe offrire in regalo ai partecipanti La sindrome di Reinegarth e Il gatto che cadde dal Sole, ovviamente insieme a tanti altri ebook di altri scrittori. Magari gli organizzatori hanno contattato anche voi (mi rivolgo ai miei colleghi ebookari)?

Gli ebook dovrebbero (è tutto molto che non ho capito tanto come funziona) essere presentati con le copertine fatte dal carissimo Luca Morandi, per cui insomma siamo a livelli professionali che ormai gli altri (?) si sognano! ^^ E speriamo che ne venga fuori almeno un po' di pubblicità...

Per quanto riguarda invece a volte succede davvero, il possibile mio prossimo romanzo di cui avevo messo online una scaletta qualche giorno fa, mi pare che per il momento alla storia manchi ancora qualcosa. Insomma per ora il libro resta in standby, in attesa di eventuali futuri colpi di genio, mentre io rimango invece in attesa di qualche altra idea interessante sulla quale eventualmente cimentarmi.

Speriamo solo che non si faccia attendere troppo.

Simone

22/09/09

Il minuto di silenzio.

Sono in macchina, quando la stazione radio che ascolto sempre dichiara di partecipare al minuto di silenzio per la cosa che saprete tutti, e interrompe le trasmissioni.

Resto per qualche secondo a sentire il nulla, e poi provo a cambiare stazione: non voglio assolutamente interrompere il silenzio, ma sono curioso di sapere se anche l'altra radio che ascolto di solito sta facendo lo stesso. E scopro che è muta anche quella.

Provo una sensazione strana: è come se la radio si fosse improvvisamente spenta, e le trasmissioni annullate. Quasi che un evento improvviso avesse cancellato di colpo la civiltà, e io stessi lì ad ascoltare il niente che ne rimane.

Il silenzio mi ricorda che la musica e le parole non esistono da sole. La vita, le idee e il casino di tutti i giorni sono un nostro costrutto. Senza l'intervento del pensiero, senza di noi, non esisterebbe nulla.

I secondi sembrano allungarsi ben oltre il minuto prestabilito. M'immagino la musica che scompare per sempre, e le televisioni che si spengono. Spariscono le auto e i semafori, le pubblicità e i negozi. E alla fine anche le persone.

Il mondo è solo un sasso, disperso nello spazio vuoto.

E tutt'intorno non c'è niente.

Simone

21/09/09

Le cose che mi piacciono a me: sei più bravo di un ragazzino di quinta?

Mi sono reso conto solo di recente che, nel mare di recensioni che circolano nella rete, praticamente nessuno si prende la briga di lasciare le proprie opinioni sui programmi televisivi.

Io invece penso che si dovrebbe parlare di più di quello che va in televisione. Un po' perché a criticare siamo capaci tutti (io stesso parlo regolarmente molto male della TV, su questo blog) e un po' perché, magari in una visione molto ottimistica della realtà, sarebbe bello premiare e rendere più visibili le trasmissioni di un certo livello e lasciare invece in secondo piano la roba di infima qualità che alle volte va in onda sui nostri canali.

Sei più bravo di un ragazzino di quinta? in onda su SkyUno e presentato da Massimiliano Ossini, è un quiz televisivo che segue molto da vicino le meccaniche del genere: una serie di domande a cui rispondere, dei premi che diventano a mano a mano più alti (fino a un montepremi finale di 50 mila euro) e la possibilità di perdere (quasi) tutto quello che si è vinto nel caso si dia una risposta errata.

La particolarità di questo quiz, e che lo rende diverso da altri format altrimenti identici, è che il concorrente può farsi aiutare da un gruppo di ragazzini di 10 anni che possono dargli un semplice suggerimento, rispondere a una domanda al suo posto o addirittura correggere l'errore nel caso di una risposta errata.

Ovviamente, o per lo meno questa è la sensazione che ho io, i ragazzini sanno già le risposte e non sbagliano praticamente mai. Adesso potrebbero anche essere tutti dei geni, o è vero che noi adulti siamo dei rincoglioniti (che è un po' il messaggio della trasmissione ^^) ma trovo comunque molto più interessante guardare un ragazzino che scrive una risposta (col rischio di sbagliare un acca o le doppie) rispetto a tanti altri meccanismi analoghi che si trovano in altri quiz.

Mi piace molto poi il fatto che le domande siano quasi sempre di tipo aperto (non ci sono cioè le canoniche quattro risposte tra cui scegliere) ma sufficientemente semplici da poter essere abbordabili anche dai chi guarda il programma. Mi capita spesso insomma di sapere la risposta (a parte in storia e geografia, nelle quali non per niente andavo malissimo, e non solo alle elementari), quando spesso altri quiz televisivi si basano su un nozionismo assurdo e privo di senso. Ancora, tante domande di matematica, logica e scienze premiano il ragionamento più che una cultura fatta puramente di nomi imparati a memoria, cosa anche questa non semplice da trovare in trasmissioni analoghe.

Se vogliamo trovare un difetto, gli atteggiamenti televisivi che alle volte vengono imposti ai ragazzi (per dire, i saluti che fanno quando si presentano) possono essere fastidiosi e rovinare la sensazione di spontaneità che - per assurdo - vorrebbero trasmettere. In ogni caso, la scelta di presentare degli studenti delle elementari in un ambiente che ricorda quello scolastico, piuttosto che il solito mix di ballerine in perizoma e personaggi inquietanti, ha portato a un programma decisamente gradevole e in grado di dimostrare che può esistere una TV più intelligente e - soprattutto - meno volgare.

Simone

17/09/09

Le piccole cose, che ci rovinano la vita.

Nella vita di tutti i giorni dobbiamo affrontare problemi insormontabili, grosse magagne, semplici formalità o anche - e questo è l'argomento del post - tantissimi fastidi tanto microscopici quanto intollerabili.

Insomma, le cose davvero piccole ma che, giorno dopo giorno, ci logorano senza pietà come la classica goccia che scava grotte e caverne fino a erodere interi continenti (o qualcosa del genere).

Le cose piccole che ci rovinano la vita:

- Il nastro adesivo, che quando vai a staccarlo si rompe a metà e viene via una striscia sottile da una parte mentre il resto rimane attaccato al rotolo.

Soluzione: usate la colla, comprate il porta-scotch con taglierino incorporato, o scagliate semplicemente il rotolo dalla finestra.

- La spillatrice che quando la usate non ci sono mai le spilline dentro.

Soluzione: imprecate ad alta voce contro l'ultimo che l'ha usata. Funziona sempre... anche se poi, di solito, siete stati voi.

- Le cose che avete sempre sotto gli occhi, ma che quando vi servono non trovate mai. Per dire, la copertina del il mondo quasi nuovo non l'ho più fatta perché non so dov'è finito il mappamondo in miniatura che ho avuto sulla scrivania per 10 anni.

Soluzione: non guardate le cose che per il momento non vi servono, oppure tenete tutto ciò che possedete in un grosso scatolone. Il problema è che poi non troverete più nemmeno quello.

- La roba surgelata che sta nel forno per ore ma resta sempre cruda.

Soluzione:
dimenticatevene per 5 minuti... e adesso la troverete bruciata.

- La cosa che avete appena comprato ma poi il giorno dopo esce il modello nuovo, e quello che avete voi adesso è una merda.

Soluzione: non comprate mai più nulla.

- I semafori sincronizzati male che li prendete tutti rossi, anche alle 2 di notte quando non gira nessuno.

Soluzione: andate in bicicletta alle 2 di notte per strada, così potrete passare col rosso senza che vi facciano la multa. Peccato che immediatamente dopo morirete.

- Il mouse senza fili che si scarica proprio quando vi serve ed è domenica notte e non vendono le pile da nessuna parte.

Soluzione: buttate quello senza fili e comprate un mouse normale, che tra l'altro costa meno delle batterie... e comunque, perdonatemi: ma davvero pensavate che si sarebbe scaricato quando non vi serviva?

Infine, per chiudere con una cosa che davvero rischia di rovinarvi la vita per sempre:

- Quando non c'è l'ascensore, fate tutte le scale e alla fine vi accorgete di esservi scordati qualcosa in macchina.

Soluzione: mandateci qualcun altro, comprate tutto doppio, chiedete al condominio di acquistare dei jetpack oppure fate semplicemente a meno di quello che vi siete dimenticati.

E se erano le chiavi di casa, potete sempre dormire sullo zerbino.

Simone

15/09/09

A volte succede davvero - la prima scaletta del mio nuovo romanzo: che ve ne pare?

Vi spiego subito il senso di questo post: ho una mezza idea per un nuovo romanzo, voglio buttare giù quello che ho in mente e sono curioso di sapere che cosa ne pensa il resto del mondo, rappresentato nella sua totalità da uno sparuto gruppo di lettori del mio blog.

Insomma eccovi quello che ho più o meno in mente, e poi a voi la parola:

Titolo: a volte succede davvero.

Genere: romanzo drammatico/tragico/comico. Sarebbe tipo Primo Mazzini, per intenderci, però non di fantascienza ma (più o meno) realistico.

Sinossi super sintetica:


L'editore di una piccola casa editrice è sul punto di divorziare, sta per andare fallito e viene abbandonato da amici e collaboratori.

Prendendo l'occasione da un intervento chirurgico si fa dare per morto, dopo di che vive per giorni/mesi/anni (ancora non ho deciso) come un senzatetto, mentre scrive il romanzo che sognava di scrivere da una vita.

Tornato a una vita normale (per motivi ancora da definire) si renderà artefice di un gesto eroico, e intervistato in diretta televisiva sfrutterà l'occasione per pubblicizzare il proprio libro.

Stile/tono del libro:

Si tratta di una storia estremamente drammatica: una persona cinica e sola (l'editore protagonista) ha un divorzio in corso, sta per andare in bancarotta e viene abbandonata da tutti nel momento in cui deve affrontare un intervento chirurgico per una malattia che quasi certamente lo ucciderà.

Solo che poi la situazione si risolve in modo inaspettato, alleggerendo l'aspetto drammatico. Il lato comico, o comunque ironico, è dato dall'assurdità dei personaggi e dalle loro azioni.

Momenti salienti:

- L'operazione chirurgica a cui si sottopone l'editore è per la rimozione di un tumore che si rivela inesistente per via di un errore medico. Il protagonista si offre di non denunciare nessuno a patto che dicano a tutti quelli che lo cercheranno che è deceduto durante l'operazione.

- Durante l'intervento il chirurgo apre la scatola cranica del protagonista, ci guarda dentro, vede che non c'è nulla e che si sono sbagliati e inizia a fare a pezzi la sala operatoria in una specie di attacco d'ira. Il chirurgo immaginatevelo tipo il cattivo del silenzio degli innocenti, o come un Devon Rex (personaggio di Primo Mazzini) violento e arrivista.

- In apertura della storia il protagonista prende in giro il manoscritto di un'autrice sconosciuta che in prima pagina ha scritto "pubblicare un libro è sempre stato il sogno della mia vita" e poi lo butta nel secchio della spazzatura. "A volte succede davvero" potrebbe essere il titolo del libro in questione.

Alla fine della storia, l'editore torna nel proprio ufficio (abbandonato dal giorno della sua "morte") in cerca di qualcosa da pubblicare al volo per sfruttare l'improvvisa notorietà. Prende dal cestino il manoscritto che stava ancora lì dentro e lo mette tra le cose da pubblicare (senza nemmeno aver mai letto oltre la prima pagina).

- Non so ancora per quale motivo il protagonista torna alla vita "normale". Probabilmente incontra un suo ex-collaboratore che lo spinge verso l'esperienza "risolutiva".

- Uno degli autori della casa editrice fallita diventa famoso, e il suo libro riempie la vetrina di una libreria. Da senzatetto, l'editore commenta con la gente che gli dà l'elemosina "quell'autore l'ho lanciato io!".

- L'editore diventa una persona nota con una scena simile: c'è un incendio, o un incidente mentre lui si trova in un asilo/reparto maternità e salva da solo 10-20 ragazzini con qualche sistema assurdo (li mette dentro un enorme sacco della biancheria o in un carrello della spesa, e poi con le fiamme che divampano ovunque li cala dal settimo piano con una corda o qualcosa di altrettanto inverosimile).

- Dopo diversi mesi dalla "morte" del protagonista, l'ex moglie entra nella sua casa decisa finalmente a prenderne possesso, specificando a qualcuno che il suo ex marito era una persona orribile e che per fortuna era morto. L'editore però vive ancora lì dentro, tutto sporco e trasandato come un barbone (immaginate che non lavora e non ha soldi, e vive nella casa di sua proprietà senza corrente, acqua ecc) e caccia via gli intrusi gridando "via dalla mia casa!" come se fosse un fantasma.

Ok. Insomma, per il momento non è molto, ma alcune idee mi piacciono. La scelta di ambientare tutto nel mondo editoriale (qualsiasi altra realtà lavorativa sarebbe stata analoga) è un po' per puntare ancora su un argomento che mi pare possa interessare a qualche editore, e un po' perché parlare di romanzi e successi editoriali più o meno fortuiti è sicuramente più interessante di una storia in cui viene firmato un contratto per un servizio bancario, pulizie serali o forniture di materiali.

Insomma, che dite: vale la pena di lavorarci un po' sopra?

Io spero di si ^^.

Simone

14/09/09

I grandi misteri svelati: cosa ha fatto per tutto il tempo chi si è laureato a 30 anni?

O anche più di 30... ma fermi! Io non parlo delle persone che lavorano, di quelli che hanno avuto dei problemi di salute, di chi ha particolari condizioni familiari, di chi ha dei figli o dei poveri malati di mente che sono già laureati in altre materie ma poi, dopo 15 anni, hanno improvvisamente cambiato idea.

Io penso invece ai vostri amici (o anche ai miei) che sono perennemente iscritti all'università, che quando li sentite stanno sempre studiando o dando qualche esame ma poi, chissà come e chissà perché, non si laureano mai.

Insomma, non ve lo siete mai chiesti anche voi? Il vostro ex-compagno di studi, che ha iniziato con voi ma che ha finito 6 anni dopo. Il fratello maggiore che sta all'università da quando siete nati, l'amico caro che mentre voi lavoravate e uscivate il fine settimana distrutti era sempre bello e pimpante e alla domanda: ma quando ti laurei? Rispondeva, sempre: dovrei finire l'anno prossimo... come ti ho già spiegato tre anni fa.

Voglio dire: tutta questa gente che ci ha messo 10 o anche 12 anni a prendere una laurea che di anni ne richiedeva 4 o 5, ma che stracazzo ha mai fatto per tutto il resto della vita?

E adesso il mistero ve lo rivelo io:

Hanno passato il tempo a studiare: però, poverini, la loro facoltà era tanto difficile che non riuscivano assolutamente a passare gli esami. Ed è la stessa scusa che daranno al loro datore di lavoro quando - in un'eventualità lontana e remota - lavoreranno: mi dispiace, lo so che la scadenza è passata da un pezzo: il fatto è che era tanto, tanto difficile!

Oppure il chirurgo: mi dispiace se le sue arterie ancora sanguinano, ma mettere i punti è un casino!

O - che ne so - l'avvocato: mi dispiace se l'impiccano tra 1 ora: ma preparare la domanda per il ricorso è un lavoraccio!

E finiamo con l'ingegnere: mi dispiace che i mondiali sono già finiti: ma progettare gli stadi è davvero un bordello!

Sono stati a letto: alle 9 di mattina suonava la sveglia (facciamo alle 11, visto che parliamo di studenti universitari). Loro aprivano gli occhi, guardavano il lampadario, e rimanevano così per 14 o 15 ore filate, prima di riprendere sonno.

La cosa più agghiacciante, è che prendevano voti alti.

Giocavano a un gioco di ruolo online: in effetti, a cosa serve diventare - che ne so - commercialisti, quando poi dopo tanto studio si rischia effettivamente di trovare un lavoro del cavolo, o addirittura di restare disoccupati? Molto meglio le ricchezze virtuali, che potete anche rivendere su Ebay. E poi, in ogni caso, passerete comunque la vita davanti a un computer.

Sono morti: in effetti, questa è un ottima scusa per andare fuori corso. A patto che la causa della morte non sia la vecchiaia.

Sono caduti in un varco spazio-temporale:
in realtà sembra che siano indietro con gli esami, ma è solo il classico paraddosso in stile fantascienza anni '80.

Coltivavano hobby: pesca, cucito, fotografia, bondage, scrittura (vade retro!). Tutte passioni in grado di totalizzare completamente la vostra vita, spingendovi a diventare degli esperti capaci di rivaleggiare con i più grandi professionisti... per poi mollare tutto nel momento in cui la cosa mostrava concrete possibilità lavorative: non vorrete mica che il lavoro tolga tempo allo studio?

E in effetti, è da tantissimo che non faccio foto.

Non gli andava di fare un cazzo: andavano all'università quando gli andava, preparavano un esame l'anno (che magari nemmeno davano), guardavano la televisione fino alle 4 di mattina e poi il giorno dopo non si svegliavano.

Per scagionarsi agli occhi di amici e parenti, alcuni di loro tengono un blog che aggiornano di tanto in tanto: così, possono fingere di fare gli scrittori.

Hanno fatto quello che gli pareva: serate, cene, feste, macchine sportive e moto veloci e poi tanto, tanto, tanto di quel sesso che voi impiegati sfruttati o sfigati studenti non potete nemmeno immaginare. Hanno viaggiato per mare e per terra, hanno fatto e visto tutto quello che c'era da fare e da vedere, si sono divertiti giorno e notte e adesso sono più felici di voi, hanno più cultura, dimostrano 10 anni in meno rispetto a quelli che dovrebbero avere e - potete giurarci - troveranno lavoro il giorno stesso in cui decideranno di cercarne uno (se mai la cosa dovesse passargli per la testa).

Tra l'altro guadagneranno 100 volte quello che guadagnate voi, e non potrete nemmeno permettervi di criticarli...

Visto che il vostro capo sarà uno di loro.

Simone

11/09/09

Quello che potevo fare...

E rieccoci alla solita trafila: ho stampato quello che c'era da stampare, ho comprato le buste, sto facendo una lista di editori possibilmente interessati o anche interessaNti, dopo di che farò un salto in copisteria, uno alla posta e il nuovo libro sarà definitivamente partito.

Purtroppo le 2-3 o 4 persone che "conosco" in editoria (conosco tra virgolette, perché più che altro gli rompo i coglioni) mi hanno già spiegato che loro non sanno, non possono, non riescono e non hanno possibilità di pubblicare un qualcosa così estraneo alle loro linee editoriali (poco sesso, fuori target, non abbastanza fantasy, ecc...).

Quello che mi aspetto da questi invii, invece, ormai è poco più che nulla. Cioè: io non mi aspetto che nemmeno qualcuno mi risponda, però magari se sarò fortunato riceverò 2 o 3 email di rifiuto pre-stampate.

Ok, sì, vero: sembro il classico scrittore emergente piagnone rompicoglioni. Che palle.

E invece no! A me non è mai piaciuto criticare e incolpare gli altri autori, gli editor, gli editori e compagnia bella. Io quando i miei primi libri non hanno trovato una pubblicazione, ho pensato che davvero andassero cambiate le cose: li ho riletti, ho cercato di capire dove fosse il problema e ho provato a scrivere meglio.

Io davvero ho sempre fatto l'unica cosa che mi pareva logica: invece di prendermela con l'editoria, me la sono presa con me stesso e ho cercato di migliorare.

Però davvero, oggi mentre faccio questo lavoro di invio mi sento un po' scoraggiato. Come già detto in passato l'impressione è sempre quella di infilare direttamente i manoscritti nel secchio della spazzatura, piuttosto che nella cassetta delle lettere o nelle mani dell'impiegato delle poste. A che serve scrivere meglio, se poi non c'è un contraddittorio, una valutazione, o un cavolo di niente?

Insomma oggi scriverò le buste, e tra questo pomeriggio o al limite lunedì prossimo invierò i manoscritti agli editori. A questo giro ho scelto di inviare una breve presentazione e qualche pagina di prova, piuttosto che il testo completo. Se non altro così spendo di meno, faccio prima a mettere tutto insieme ed è anche tutto molto più maneggevole.

Ho pensato anche di cambiare modalità di invio (non più raccomandata, ma semplice posta ordinaria) pensando che magari fossero i tomi rilegati giunti con ricevuta di ritorno a indisporre gli editori. Cioè, mettetevi nei loro panni: arriva il postino con un bustone gigante, e dentro un librone con gli anelli a spirale che solo a vederlo ti passa la voglia di leggerlo. Io lo getterei nel secchio, e mi leggerei solo le presentazioncine di una pagina con mezzo capitolo allegato. Che fosse proprio quello il mio difetto più grande?

Insomma io ho provato a cambiare e sto cambiando ancora, di nuovo. Quello che potevo fare, penso davvero di averlo fatto, o per lo meno c'ho provato...

E adesso, speriamo che cambino un pochetto anche gli altri.

Simone

10/09/09

Gli ebook degli altri scrittori: Uomini e lupi, di Alessandro Girola.

Torno a parlare di ebook scritti da altri, e torno allo stesso tempo a recensire il romanzo di un amico/collega/scrittore/blogger che ormai conosco - e conoscerete anche voi - da anni.

Uomini e lupi è un romanzo di genere horror (anche se nemmeno troppo) in cui un gruppo di personaggi più o meno sfigati si trova a dover lottare contro una malvagissima organizzazione di lupi mannari. Se dovessi inquadrare il tutto in una tipologia ben precisa, come i precedenti lavori dell'autore vedrei benissimo questo romanzo in edicola, accanto ai vari Segretissimo e - adesso - Epix e roba varia.

Ancora, se invece delle parole ci fossero dei disegni, Uomini e lupi sarebbe un fumettone della Marvel di quelli magari del genere il Punitore contro Dracula.

Per dirvi adesso cosa penso di questo lavoro, visto che Alex è soprattutto un amico e rischio di sembrare un po' di parte, vi darò due tipi di valutazioni: una molto distaccata, da professionista del settore che decide se una cosa è vendibile oppure no, e una più personale da scrittore che si confronta con qualcuno che conosce e poi - generalmente - rosica ^^.

Valutazione sintetica:


Uomini e lupi è un testo decisamente più maturo rispetto ai primi dello stesso autore. Si nota la voglia di approfondire i personaggi, le ambientazioni sono curate e la trama è solida e ben strutturata fino alla conclusione.

Lo stile presenta momenti (molto) alti e altri (piuttosto) bassi. Globalmente il testo è ben scritto e ben presentato.

Insomma Uomini e lupi è un ottimo lavoro, e - secondo me e come ho già detto ottocentomila volte - è evidente che Alex è l'unico (quasi) scrittore che conosco che potrebbe effettivamente finire pubblicato da qualche grosso editore. Se lui solo almeno ci provasse, ovviamente. ^^

Valutazione più personale:

Confesso che non avrei mai letto un libro del genere se non fosse stato scritto da un amico. Gli Zombie a Milano (argomento del precedente Nevicata, sempre di Alex) mi attiravano molto di più, mentre i lupi mannari non mi dicono moltissimo. Sarà che i licantropi non mi fanno paura, o sarà che non toccano alcuna corda del mio immaginario personale... comunque insomma se a voi invece i lupi mannari piacciono non vedo cosa dovrebbe fregarvi di questo commento.

In ogni caso ho iniziato a leggere il libro con una forte curiosità, perché appunto i primi lavori di Alex mi erano piaciuti molto, e alla fine devo dire che ho apprezzato anche questo: la storia c'è, i personaggi pure, e insomma è un bel libro di genere inquadrabile nella tipologia che (credo) maggiormente piace all'autore.

E adesso andiamo più sul personale, letterario o semplicemente critico rompipalle, come del resto avevo preannunciato. Alex si è già detto, sul suo blog, molto irritato dall'atteggiamento dei lettori saccenti che vogliono dirgli di scrivere così o di scrivere cosà. Anche io odio i critici letterari (o almeno gli idioti che si atteggiano a tali) e non posso che dargli ragione.

Però, ci sono DUE però: Alex ha detto, sue testuali parole, che lui quando scrive vuole divertire il lettore. E Alex ha detto anche, sempre sue testuali parole, che ormai pensa di essere almeno bravo come gli scrittori che pubblicano, se non di più.

E insomma allora forse qualche minima critica se l'è anche andata a cercare, no? ^^ Principalmente, la cosa che ho notato di più in Uomini e lupi è il frequente ricorso alla storia "riferita" piuttosto che "descritta in tempo reale". Per dire: "Pippo è stato in Africa" è un'informazione riferita. "Pippo comprò il biglietto, prese l'aereo e altre 50 pagine di racconto ambientato in Africa" è un'informazione invece descritta più dettagliatamente.

E qui non c'è niente di male (non come dice qualche scemo, secondo cui sarebbe un errore). Un romanzo tutto descritto nei minimi particolari viene lungo 1200 pagine (il motivo per cui i libri di King sono così lunghi, insomma) e magari vi rompete le palle molto prima della fine.

Solo che poi, volendo divertire meglio degli altri, bisogna fare delle scelte: perché vengono approfondite conversazioni noiose, e saltate a pié pari parti della storia a dir poco cariche di potenzialità? Una tra tutte (scusate lo spoilerone) tutta la storia raccontata a Marsiglia sarebbe potuta essere la parte migliore di un romanzo impossibile da mettere giù (la rappresaglia dei lupi-mannari-nazisti a spese deglli immigrati) mentre Alex se la brucia completamente descrivendo il tutto in modo superficiale, come se non vedesse l'ora di parlare d'altro. Questo non succede invece nel capitolo dedicato al paese disabitato (Consogno, mi pare) che invece è una parte a dir poco perfetta, stupendamente documentata e carica di tensione.

Ancora, alle volte ci viene detto che delle persone "sono state mangiate". Ecco, io in un libro horror le persone mangiate dai lupi mannari le vorrei vedere. Poi voi non lo so ^^.

Altra piccola critica, segnalata anche nella recensione scritta da Glauco, sono i termini utilizzati alle volte e la scelta di alcune descrizioni: come dicevo prima, se un lupo mannaro strappa un braccio a qualcuno, vorrei leggere "i denti affondarono nei tendini che scricchiolarono lacerando la carne e mostrando il midollo osseo che colava misto a sangue tra laceranti urla di disperazione" (be', magari scritto meglio), non un semplice "il lupo mannaro gli strappò un braccio".

In fin dei conti, insomma, questo Uomini e lupi è un ottimo lavoro, ma che a tratti avrebbe potuto essere più incisivo. Si notano la grande documentazione, la ricerca di personaggi non banali, una trama originale e un livello tecnico che - tolti gli esempi citati - si assesta su livelli decisamente buoni.

Visto poi che si tratta anche di un ebook gratuito, non trovo un singolo motivo per cui dovreste fare a meno di scaricarlo e leggerlo.

Simone

Link: Uomini e lupi, di Alessandro Girola

07/09/09

Il primo libro del secondo blog, e l'aggiornamento di settembre.

E rieccomi qui, pronto e pimpante nonché già scazzatizzimo per il rientro a Roma... ma per quello c'è poco da fare.

Riapro ufficialmente il blog, riassumendo in maniera rapida che cosa ho combinato quest'estate... ovviamente dal punto di vista universitario e letterario.

Seconda laurea in medicina: i corsi del secondo anno iniziano tra un paio di settimane. Gli esami del primo anno li ho finiti a Luglio, per cui non devo (o almeno non dovrei) preoccuparmi di università e studio, almeno per un altro pochino. Insomma, ne riparliamo.

Scrittura: ho finito il libro del blog. Cioè il libro di questo blog, il primo libro del secondo blog. Il mondo quasi nuovo, insomma.

Ho riunito i vari post scritti in un anno, ho buttato via quelli stupidi (non tutti, se no che libro facevo? ^^), inutili (vedi parentesi precedente) o che non mi piacevano, ho sistemato il tutto dandogli una specie di ordine molto vago (ho riunito i post in vari gruppi), e poi ho riletto e rieditato tutto quanto.

Adesso non resta che ri-stampare e ri-dare una letta definitiva a tutto, magari buttando via qualcos'altro, ma sinceramente mi pare che il lavoro sia più o meno concluso e forse potrei anche lasciarlo così.

I vari gruppi di post, che formano una sorta di capitoli, si intitolano... uhm, già me li sono scordati... insomma più o meno: lo studio quasi nuovo, la filosofia quasi nuova, il sesso quasi nuovo, la società quasi nuova, vita da single e il mondo quasi nuovo. Credo che gli argomenti trattati siano ovvi... a parte forse il sesso, che non so davvero io che cosa dovrei avere da dire. ^^

Ho già in mente la copertina, che spero di trovare il tempo di realizzare già in questi giorni: la foto di un mappamondo con un cerotto appiccicato sopra e un'etichetta che dice "quasi nuovo".

Cosa mi aspetto, da un libro del genere (si chiederà qualcuno, o per lo meno me lo chiedo io)? Sinceramente è un enorme incognita. Secondo me eventuali lettori, editori, critici e rompipalle vari potranno anche distruggermi dicendo che è un testo pieno di stronzate (cosa che non escluderei a priori) e ho anche un po' paura dei giudizi che potrei ricevere su certe opinioni che ho dato (che comunque sono state tutte già pubblicate e commentate nel blog, per cui voi non vi stupirete).

Però sono contento di averlo scritto, ecco, e anzi a livello istintivo - al di fuori di un giudizio sulla qualità effettiva del testo - mi sembra quasi la prima cosa scritta da me che abbia realmente senso di esistere. Finalmente mi sono guardato attorno e ho detto le cose che mi venivano in mente, senza filtri strani, personaggi inventati o figure retoriche assurde che poi capivo solo io.

Adesso penso che proporrò il testo a diversi editori, nessuno mi risponderà e alla fine lo metterò online come da programma... per cui per leggerlo pazientate un po'. O al limite ri-sfogliatevi il blog ^^.

Blog: per essere coerente dovrei chiudere anche questo blog, cambiare argomento o comunque fare qualcosa. Intanto lo tengo così perché non so ancora bene come muovermi. L'idea di andare avanti un altro po' a questo modo non mi dispiace, anche se c'è sempre quell'idea del blog-romanzo però non come gli altri blog romanzi che trovate online, ma un po' diverso (sempre se ne sarò capace, ovviamente). Solo che appunto non lo so, vedremo.

Ok, per il momento direi che basta. Da domani (o dopodomani va') si ricomincia davvero ad aggiornare con le solite boiate... sempre che come dicevo non ci ripensi prima e non mi venga in mente altro.

Che poi in realtà qualcosa in mente mi sa che già ce l'ho davvero.

Quasi.

Simone

04/09/09

Sono (quasi) tornato!

Roma, pioggia, afa, ufficio, depressione post vacanziera e tra un po' ricominciano anche i corsi all'università.

Per qualche aggiornamento più sostanzioso dovrete pazientare un po'. Intanto vi dico che parlerò di come ho (quasi) sistemato la raccolta tratta da questo blog, vi dirò se mi è piaciuto l'ultimo ebook di alex e magari racconterò anche qualcosa su queste vacanze.

E meno male che vi avevo chiesto di scrivere poco: cento e rotti post su google reader, più di 300 email e ho scoperto che in edicola hanno iniziato a vendere addirittura una cosa chiamata giornali in cui la gente scrive un sacco di roba tutti i giorni.

Vabbe', basta, che se no scrivo troppo pure io... e comunque ho già voglia di tornare in vacanza.

Simone