25/11/14

La medicina che non mi piace.

Quello in alto a sinistra - forse - è all'arancia.
Non mi piace la medicina troppo pratica:

Quelli che mettono le mani da tutte le parti. Sanno tagliare e cucire, avviano interventi, ordinano esami e terapie.

Ma poi prescrivono farmaci vecchi, non conoscono i meccanismi d'azione, il lavoro dei colleghi gli pare ostrogoto e degli strumenti moderni lasciano che se ne occupino gli altri.

In che momento decidi che quello che sai è abbastanza, e non impari più? Per me, è sempre troppo presto.

Non mi piace la medicina di chi sa tutto di tutto, con nomi pazzeschi e descrizioni che per capirci qualcosa ci vuole la Treccani.

Dottori che conoscono tutti gli studi dell'ultimo farmaco, sanno ogni effetto collaterale, scrivono lettere di dimissioni che parono un tomo di Dostoevsky e se gli chiedi qualcosa ti sembra sempre di essere stupido.

Poi però passano più tempo a scrivere che a seguire i pazienti. Toccare qualcuno gli fa un po' senso. Applicano linee guida come geometri in Comune, anche quando l'esito è già scritto e la terapia non servirà a nulla.

Oltre a queste, non mi piace la medicina dei burocrati. Non mi piacciono i medici che non hanno pazienti, che istruiscono il mondo sul giornale o che scrivono in avvocatese.

Non mi piace chi cura la gente sana. Chi vende un prodotto, chi medicalizzerebbe ogni cosa, chi "intanto prendilo, che male non fa".

Ci sono tante medicine che non mi piacciono, questo ho scoperto in un paio d'anni da aureando e neo-laureato. È solo quella che piace a me che ancora - forse - non ce l'ho tanto ben chiara.

Simone

17/11/14

Il momento presente.

Tra un po' avremo tutti questo... anche se io lo vorrei subito.
Ora che non ho più esami da dare (a parte quello per l'abilitazione... ma sarà a Febbraio), che non ci sono lezioni da seguire, niente nuove materie, nessun problema con la tesi e quant'altro, non è che ci sia moltissimo da dire su università, lauree e medicina in generale.

Anche come dottore neolaureato c'è poco da raccontare: in fin dei conti non è che possa ancora esercitare davvero, e le varie esperienze in reparto - per quanto non siano mancati i momenti impegnativi - si assomigliano un po' a quelle di cui scrivevo prima, sull'altro blog.

Insomma se non sto scrivendo spessissimo, pur cercando di fare almeno un aggiornamento a settimana, è anche perché il periodo subito dopo la laurea è un momento un po' di stallo, e di grosse cose da dover subito mettere giù per informare chi mi legge non è che ce ne siano.

Comunque sia sto continuando a frequentare radiologia d'urgenza. Allo stesso tempo faccio anche i soliti turni in pronto soccorso come ho sempre fatto, e anche solo per poche ore vado comunque in ospedale praticamente tutti i giorni.

C'è da dire che questo tirocinio è un'esperienza che mi sta piacendo molto. Sto facendo molta pratica con l'ecografia, e a forza di guardare i referti dei radiologi sto anche imparando qualcosa di più su RX, TAC e quant'altro.

Credo che il rapporto con la diagnostica per immagini - per un medico NON radiologo - sia piuttosto complicato: se da un lato infatti è bene cercare di capire da soli cosa ci "dicono" i diversi esami ai quali sottoponiamo i nostri pazienti, dall'altro lato metodiche come la TAC o la Risonanza Magnetica possono fornire una quantità di informazioni e dettagli così elevata che rimane importante affidarsi a uno specialista esperto, e sentire prima di tutto che cosa ne pensa lui.

Credo che affidandosi troppo al radiologo (ma vale per qualunque altro specialista) si finisca per diventare una specie di scartabellatore che spedisce i pazienti a destra e sinistra, collezionando referti e risultati di esami fatti da altri.

Volendo però essere troppo indipendenti, al contrario, si rischia di spingersi in campi dove la nostra esperienza è per forza di cose più limitata, finendo insomma con lo strafare e facendo la parte di quello che vuol fare tutto, ma che alla fine non è esperto di niente.

Un equilibrio difficile, dunque, che nel corso dei prossimi anni dovrò imparare a gestire.

Per quanto riguarda l'ecografia, invece, credo che ormai (quasi) tutti i nuovi medici dovranno imparare a gestirla da soli. Un po' perché ha un campo di applicazione talmente vasto da includere praticamente tutte le specialità. Un po' perché è uno strumento che può darci informazioni in maniera talmente rapida ed efficace, che sottovalutarlo o delegarlo esclusivamente ad altri sarebbe sbagliato.

Oltre a questo, tra una decina d'anni - o anche meno - ci saranno ecografi talmente piccoli ed economici che sarà semplicemente un limite quello di non saperli utilizzare... che poi in realtà anche adesso questi mini ecografi già ci sono, ma costano ancora un po' troppo.

Insomma, riassumiamo: il tirocinio sta andando alla grande. Mi piace la radiologia, ma non credo che sarà la mia strada. Mi piace l'ecografia, e penso che continuerò ad approfondirla.

E come ho detto sto continuando a fare un sacco di pronto soccorso, e se sarà o non sarà questo il mio futuro - tutto sommato - ancora non lo so. Ma di sicuro, possiamo dire che è il mio presente :)

Simone

09/11/14

Il tirocinio a Radiologia d'urgenza.

Ci ho messo una settimana a capire cosa vuol dire la "R".
Una settimana fa sono iniziati i tirocini per l'esame di Stato.

Il primo mese lo sto facendo a radiologia d'urgenza, e devo ammettere che mi sto trovando benissimo: sempre in pronto soccorso, ma lontano dal caos dei box e delle varie corsie, sto sfruttando l'occasione per guardare un sacco di immagini e per provare a capirci qualcosa.

Certamente non farò il radiologo (anche se un pensierino ce l'ho mezzo fatto :) ma penso che un qualunque dottore dovrebbe saper guardare una radiografia, una TAC o una risonanza magnetica facendosi almeno una mezza idea di quello che sta vedendo.

Poi ovvio che i radiologi sono un bel passo avanti e che è importante affidarsi comunque anche a loro. Capita alle volte che nelle immagini ci siano particolari davvero impercettibili, e magari dopo che leggi il referto o te lo dicono vedi anche tu un sacco di cose... ma senza un occhio con anni di esperienza personalmente trovo che sia molto difficile andare oltre alle cose più evidenti.

Al momento insomma vado in pronto soccorso. Scendo giù in radiologia, e seguo la refertazione degli esami già fatti cercando un po' di "rubare" i segreti del mestiere. Quando non ci sono immagini nuove - invece - mi metto lì e mi riguardo un po' di quelle vecchie, leggendo i referti che hanno scritto.

Un po' come una Settimana Enigmistica in versione radiologica, provo a indovinare cosa c'è o cosa non c'è in quello che vedo, e poi vado a leggermi la "soluzione" per scoprire se ci ho preso oppure no.

Sulle immagini dell'encefalo e sulle radiografie del torace diciamo che me la cavo benino, che comunque in pronto soccorso ne ho viste già tante anche prima. Su altre immagini me la cavo un po' meno... e sulle fratture o sullo scheletro in generale invece andiamo malissimo.

Per riconoscere una fratturina magari in una zona della radiografia dove si distingue poco, bisogna prima di tutto conoscere bene come dovrebbe essere l'immagine - diciamo - normale. Poi bisogna conoscere le fratture tipiche, sapendo dove andarle a cercare. E poi ci si deve barcamenare con l'anatomia propria del paziente e su come è stato realizzato l'esame, che non sempre corrispondono proprio esattamente a quello che trovi sui libri.

Insomma: fare il radiologo è difficile, ed è una professione con un sacco di responsabilità. Direi che se da un lato può essere meno faticoso lavorare più sulle immagini e meno direttamente sui pazienti, dall'altro lato c'è questa cosa che - rispetto ad altre specializzazioni - non è che puoi permetterti più di tanto di non essere assolutamente sicuro di quello che fai e che dici.

La cosa migliore, comunque, sono i radiologi del reparto con i quali mi trovo davvero benissimo. Ho incontrato persone gentili, disposte a spiegare quello che stanno facendo, e le ore che passo lì non mi pesano per niente.

Penso davvero che alla fine di questo mese avrò imparato qualcosina. Poi il mese prossimo toccherà al medico di base, e infine a gennaio a un reparto di chirurgia... ma di quelli - ovviamente - parleremo più avanti.

Simone

03/11/14

Il ri-concorso di specializzazione.

Il vincitore di questo concorso.
Notizia di questi giorni: il concorso di specializzazione al quale hanno partecipato 12000 medici (e non STUDENTI, come scrivono i giornali!) verrà probabilmente annullato.

O ripetuto. In tutto o in parte. Non si sa, e non si è capito - ancora - niente.

Quello che mi viene da dire, da neo-laureato in medicina, sono un po' di considerazioni mie personali che magari interesseranno a pochi... ma comunque riporto qui:

Intanto - per chi me lo chiedeva - io non ho partecipato al concorso.

Devo ancora abilitarmi, e senza abilitazione non si poteva partecipare. E già qui un po' mi scoccia: che se davvero l'esame di Stato significasse chissa cosa ci potrei pure stare. Ma per come funziona ora è solo successo che un intoppo burocratico, l'ennesimo intoppo burocratico di un mondo fatto di burocrazia e di intoppi, mi ha impedito di partecipare a un evento che avrebbe potuto al contrario avere un peso nella mia vita reale.

Ma va bene: io la specializzazione nemmeno tanto la volevo fare, ricordate? E infatti ho già pagato la quota per la selezione del master... ma insomma di questo riparleremo. Comunque sia, è andata così: 5000 borse, 12000 candidati, e un concorso che non si sa come andrà a finire.

Di sicuro ricorreranno tante di quelle persone da fare felici e contenti metà degli avvocati nostrani. Che se già se il concorso fosse andato bene c'era già chi avrebbe ricorso a prescindere o per la storia dei "titoli" che potevano variare da ateneo ad ateneo... ma adesso insomma chiunque non entrerà si sentirà quasi autorizzato a ricorrere per antrare lo stesso.

Per cui, le soluzioni - almeno a mio avviso - saranno 3:

O il concorso prosegue così com'è, e entrerà chi vincerà e dovrà entrare. Ma davvero pensiamo che nessuno si lamenterà e la cosa andrà bene a tutti? Mi pare molto diffcile.

O fanno entrare alla fine più o meno quasi tutti... con somma tragedia per chi - come me - il concorso avrebbe dovuto farlo (o non farlo) dopo. Visto che questo "dopo" potrebbe voler dire molto più tardi del previsto, e con molti meno posti a disposizione. In fin dei conti i soldi delle borse per i ricorsisti da qualche parte devono uscire... e la via più semplice potrebbe essere quella di tagliare sui concorsi futuri.

Oppure (terza opzione) a forza di ricorsi decideranno che il concorso andrà invalidato del tutto e amen: chi s'è visto s'è visto. In questo modo ci saranno sì meno tagli per i concorsi futuri, ma ci saranno persone ormai in attesa di entrare in specializzazione da anni e si formerà una sorta di ingorgo di medici laureati in cerca di borsa di specializzazione.

Io di sicuro sono dispiaciuto per i colleghi che vivono questa situazione assurda, che si ripercuoterà inevitabilmente anche su di me. Tuttavia rimango ottimista: sto continuando a fare tanta pratica, il master andrà alla grande e con o senza specializzazione penso che sarò abbastanza capace da trovarmi comunque un mio spazio.

Ma alla fine della fiera, resta comunque un po' di amarezza: stiamo qui con la nostra laurea in medicina bella fresca e fiammante, ma con ancora più incertezza di non sapere cosa sarà del nostro futuro... che se è brutto per uno di 25 anni appena laureato, è ancora più brutto per uno di 39 come me.

Simone