27/11/08

Vita da single: tutto quello che ho scoperto sulle pulizie domestiche.

Dopo più di un anno che vivo da solo, e provvedo più o meno da me alla mia sopravvivenza (a parte quando porto le cose da lavare a mia madre, ma no: non riuscirò mai ad avviare una lavatrice da solo) ho deciso che forse potrei dare qualche consiglio a chi si trova ad affrontare le insidie della vita da single.

Se siete come me giovane (più o meno) maschio, single e non muniti di qualcuno che pensi a gestire la vostra casa, credo che la cosa che vi metterà maggiormente in crisi saranno le pulizie domestiche (o la loro mancanza, temo). Per cui iniziamo da questo, ed eccovi:

Tutto quello che dovete sapere per fare le pulizie dentro casa... o quasi.


- Il modo migliore per pulire il pavimento, è abbassare le luci.

- Si possono comprare anche due spugnette: una per lavare i piatti, e una per pulire il bagno.

- Se anche restate a una spugnetta sola (chi ve lo fa fare, in fondo?) non ditelo agli amici che invitate a cena.

- L'elettrodomestico più meraviglioso mai inventato non è la playstation, ma l'aspirapolvere.

- Se lavate una qualunque cosa almeno una volta a settimana, effettivamente si vede che la state tenendo pulita. Se dovete lavarla ogni sei mesi, potete anche lasciar perdere.

- In fin dei conti, gli scarafaggi sono animali innocui. E i topi dimostrano che un mammifero può ancora sopravvivere in casa vostra.

- I piatti che stanno nel lavandino verranno sicuramente lavati. Dopo.

- Un altro segreto sull'aspirapolvere, è che lo sporco non viene disintegrato ma finisce all'interno, dentro una specie di sacchetto di carta. Credo che il sacchetto andrebbe sostituito di tanto in tanto, ma chissene frega.

- Esistono degli strumenti che tolgono la polvere dai mobili. No, giuro!

- Esiste un prodotto specifico per pulire il legno, uno per la cucina, uno per i pavimenti, uno per il bagno, uno per lo specchio, uno per i piatti, uno per le piastrelle e uno per togliere il calcare. Se li mischiate, sprigionano gas letali.

- Le lenzuola stanno tra il materasso che è sempre pulito, e voi che andate a letto dopo esservi lavati. Eppure, che ci crediate o no, si sporcano e vanno lavate.

- Se svuotate il posacenere, poi potete riprendere a ciccarci dentro almeno per un po'.

- Prima di acquistare il porta CD a settemila scompartimenti, la lampada strana dell'Ikea o quella cornice stranamente economica piena di bellissime (e polverosissime) intarsiature, chiedetevi come farete a pulirla.

- Neanch'io ho mai sentito di qualcuno ucciso dall'esplosione del cestello della biancheria. Ma c'è sempre una prima volta.

Per concludere, l'altro giorno un mio amico mi ha proposto di mandarmi il domestico filippino una volta ogni tanto: così ti fa trovare almeno il letto rimesso a posto, mi ha spiegato.

E di fronte a quella lieta immagine di una giovinezza ormai dimenticata (un letto rifatto, vi rendete conto?) non sono riuscito a trattenere le lacrime.

Simone

25/11/08

Le recensioni delle cose che mi piacciono a me: Black Ice degli AC/DC

Non è affascinante come il tempo cambi la realtà che ci circonda o, per dirla più chiaramente, come con il passare degli anni tante cose che sono rimaste del tutto identiche ci appaiano però differenti?

Black Ice è la riprova di questa considerazione: quando avevo attorno ai 16 anni, me ne andavo in giro coi capelli lunghi fino alle spalle, i Jeans strappati e qualche assurda maglietta da rincoglionito che si crede un metallaro. Con qualche compilation degli AC/DC fatta in casa sparata nelle cuffiette del walkman mi sentivo un anticonformista ribelle in lotta contro il resto del mondo. Questa è una musica per violenti tossici drogati teppisti alcolizzati! Mi dicevo, sentendomi quasi in colpa, durante il ritornello di Highway to Hell o nell'intro di Thunderstruck (a-aaa-aaa-a THUNDER, quella lì insomma).

Passano troppi anni, ed ecco che arriva questo Black Ice. Il disco precedente degli ACDC era uscito 8 anni prima di questo, e a dire il vero non m'era nemmeno tanto piaciuto. Insomma ormai gli AC/DC me li ero quasi scordati, e questo nuovo CD me lo sono comprato senza aspettarmi niente di particolare e forse più con l'idea che, potendo anche essere l'ultimo che fanno, magari valeva la pena averlo comunque.

Ed ecco, come dicevo prima, che il tempo cambia davvero le cose. La musica di Angus Young e compari è sempre la stessa. Si potrebbe dire che si fanno le cover da soli, per quanto certe sonorità siano rimaste invariate col passare degli anni, e lì per lì viene quasi da pensare che il disco sia un insuccesso. Cioè, otto anni e non è cambiato quasi niente. Non hanno cercato niente di nuovo, direbbe qualcuno di quelli che recensiscono le cose che non gli piacciono, non si sono evoluti.

Poi guardo meglio il libretto allegato al CD (il primo CD originale che compro da anni, tra l'altro!) e noto che Brian Johnson, il tizio che con quella voce da pazzo strilla come un assatanato per 45 minuti di canzoni rock incazzate, ha 61 anni. Penso al cantante degli AC/DC è vedo mio padre che, dopo aver cenato con mamma, figli e nipotino bello prende la giacca e saluta tutti dicendo: ok, io vado al concerto che devo urlare di sesso e trasgressione davanti a 10 mila persone che pogano e si ubriacano facendosi le canne.

Una sola cosa è chiara ed evidente, a questo punto: io non capisco una sega di musica, e il cantante degli AC/DC è un mito. Il mio vero e unico eroe. Anche Angus Young e gli altri vanno sopra i 50 e rotti, e mentre riascolto 12 volte consecutive al giorno i 15 brani di questo CD mi rendo conto che la musica di questo gruppo non mi sembra più tanto trasgressiva, violenta o da ribelli. Mi ricorda più un viaggio in un posto a cui sono affezionato, o una serata in birreria tra vecchi amici.

Gli AC/DC sono dei tizi che, da qualcosa tipo 40 anni, ogni tanto tirano fuori un po' di musica che piace a me, e questo Black Ice è un bel disco. Non è un capolavoro, non è l'album che cambierà la storia del rock, ma è uno dei migliori dischi di uno dei gruppi musicali con cui sono cresciuto. Quando la mattina monto in macchina e faccio partire questo CD, è un po' come tornare indietro nel tempo: sono di nuovo uno studente (e lo sono per davvero cacchio!) la mia musica preferita mi fa l'idromassaggio e il futuro è un mistero che mi spaventa e mi affascina allo stesso tempo.

Mi sono anche ricresciuti i capelli (e ora che me li vada a tagliare)! Se non fosse che a quell'età non avevo la macchina, sarei convinto di avere 16 anni di nuovo.

Simone

24/11/08

Le recensioni delle cose che mi piacciono a me: introduzione.

Altra sezione del blog appena inaugurata fresca fresca.

Girando nei siti di amici e scrittori vari, vedo che un comportamento abbastanza in voga è quello di recensire film, libri, CD musicali e insomma un po' tutto ciò che di creativo si può trovare in giro.

Io ho preso atto di questa diffusa abitudine fin dai primi tempi del mio primo blog, e sempre fin dai primi tempi mi sono detto subito: ma vaffanculo! Cioè, nessun editore mi si fila nemmeno di striscio, nessun lettore mi legge, nessun ascoltatore mi ascolta (ok, per fortuna non voglio fare il musicista... ancora) nessuno mi paga o mi regala niente per quello che faccio, e devo pure mettermi a fare pubblicità agli altri?

Non esiste proprio! Per me devono chiudere tutti gli editori che mi hanno rifiutato dei libri (tutti gli editori insomma) i registi mi stanno sulle palle perché hanno tradito i miei sentimenti (ah che bello adesso finalmente vado a vedere quel film che aspetto da tantissimo tempo, che bello che bello che bello che bell... ammazza che schifo di film che hanno fatto, tacciloro!) e la musica è un nemico da sconfiggere fatto di canzoni orrende passate all'infinito in tutte le stazioni radio quando sono intrappolato nel traffico.

C'è anche chi si mette a parlare male delle cose che non gli piacciono. Ma a parte il fatto che ci vorrebbero ottomila blog, vi pare che ho così tanto tempo da perdere che, dopo aver visto un filmaccio o dopo aver letto un libro noioso mi metto anche a costruirci un dibattito sopra?

Non se ne parla nemmeno! Io voglio che quello che scrivo abbia un impatto sul mio ruolo di scrittore medico ingegnere cambiatore del mondo o - in mancanza di tutto questo - che se non altro si adatti al mio inutile blog personale di cui parlo degli affari miei (della serie: ridimensioniamo le aspettative ^^). Per questo le recensioni che pubblicherò qui sopra parleranno prima di tutto solo di cose che effettivamente mi piacciono (niente valutazioni negative insomma).

Secondo di tutto, visto il mio irrefrenabile egocentrismo, non vi dirò mai che una data cosa è bella e valida: mi limiterò a spiegare il perché un disco, un cd, un film o quello che potrebbe essere è piaciuto a me, senza andare a fare il critico intellettuale come fanno certi altri, che tanto davvero non ci crede nessuno.

E visto che la presentazione è venuta troppo lunga, il disco degli AC/DC ve lo recensisco per la prossima volta.

Simone

21/11/08

Notizie di cui non importa a nessuno, visto che cercavate tutt'altro!

Dico un po' di cose che dovevo dire ma che non trovo mai il tempo di farlo:

- Sto continuando a pubblicizzare il gatto che cadde dal Sole. Fermo restando che devo mettere online una presentazione migliore (per cui vi toccherà sopportarlo per almeno un altro aggiornamento) dopo l'entusiasmo iniziale dei primi giorni (si parla di 400 scaricamenti) le cifre si sono un po' ridimensionate.

Più che altro, nonostante abbia mandato in giro centinaia di comunicati, ettolitri di spam e minacce personali più o meno velate, il feedback o (per fingere di fare lo scrittore italiano) il responso di pubblico che ho ricevuto è piuttosto bassino. Resta insomma confermata l'impressione mia e anche di qualche altro collega scrittore (ma più che impressione direi ormai certezza) che la gente si scarichi gli ebook ma che, in realtà, non li legga.

Evidentemente i lettori ci sono, ma sono magari uno su 100, 200 o non so quanti ebook effettivamente scaricati. Il concetto è che bisogna allora raggiungere più persone possibile per avere un certo riscontro, ma proprio non avendo il riscontro è difficile raggiungere le persone.

Alla fine insomma se nessuno legge il mio romanzo, nessuno neanche ne parla nei propri blog o ai propri amici o conoscenti o nemici odiati (ciao nemico - si frega le mani con sguardo satanico - ti consiglio questo ebook che sicuramente ti piacerà). Nessuno ne parla e ancora meno nessuno lo legge, in un circolo che si spegne abbastanza rapidamente.

Fermo restando che il libro potrà anche fare schifo a tutti, la sensazione è comunque che se lo stesso medesimo romanzo fosse invece un libro stampato avrebbe comunque più commenti e più riscontro di pubblico. C'è gente che si compra o scarica certi libri e certi film solo per dire che non gli sono piaciuti! E adesso non dico che mi dovete scrivere una recensione negativa: il discorso è sul rapporto tra lettori ed ebook, che mi pare inesistente.

Resta comunque la domanda: quanta gente legge effettivamente i libri stampati che compra? Io ho un sacco di libri che ho acquistato ma che non ho letto, per cui almeno uno ce n'è ^^.

- Ho chiesto e ottenuto di riportare i miei consigli per il test di ammissione su un forum (ammissione.it) dedicato ai poveracci che - come me qualche mese fa - vogliono iscriversi a una facoltà a numero chiuso.

Questa cosa non è una notizia apparentemente degna di nota, ma visto che l'idea del blog era quella di una scrittura finalizzata anche a un'utilità (quasi) pratica forse ho fatto bene a riportarla. E pure se ho fatto male ormai l'avete letta, per cui amen ^^.

- I lettori aumentano costantemente. Siamo arrivati attorno alla settantina di visitatori al giorno (quello vecchio superava di molto i 200) e spero che imbroccando qualche altro post interessante la situazione possa ancora migliorare.

Il problema è che la parola chiave più ricercata che porta a questo blog attraverso i motori di ricerca è - rullo di tamburi: mignotte.

E non sono più tanto sicuro che questo aumento di traffico sia una cosa positiva ^^.

Simone

19/11/08

La verità, vi prego, sul copyright!

Siete di quelli che si vedono i film scaricati, ascoltano MP3 e utilizzano programmi presi con qualche torrent? Io non posso certo dire di non averlo mai fatto (anche se invece lo dico, per evitare qualche guaio ^^) però, per quanto ammetta la mia incoerenza, riguardo a questa abitudine piuttosto diffusa io la vedo così:

- Chi inneggia alla libera diffusione, in genere, vuole solo scaricarsi dei porno gratis.

- La Cinemaware negli anni '80 faceva i giochi più belli del mondo. Poi ha chiuso perché nessuno se li comprava.

- I film in genere sono già brutti di per sé. Sgranati, coi pezzi che saltano e l'audio pessimo diventano una vera tortura.

- Se ti leggi il codice delle ossa dell'uccisore della spada della morte è ovvio che sarà una boiata, e non è una scusa per non pagarlo.

- Anche secondo me sono troppi 70 euro per un cofanetto che in fondo hai già visto in televisione. E infatti non me lo compro.

- Un brutto libro non è che non valga il prezzo della lettura: non vale il suo tempo.

- Se vuoi il gelato lo paghi. Se vuoi i popcorn li paghi. Se vuoi la cocacola te la paghi. Se vuoi le pringles o le criccheccroc le paghi. E perché il film no?

- Se non ci fossero i diritti d'autore, nessuno avrebbe interesse a inventare un nuovo medicinale. E nemmeno a smazzarsi per mesi a programmarvi super world of mario fighter III per farvici giocare gratis.

- Per passione devono sempre lavorare gratis gli altri: voglio vedere quando non pagano a voi!

- Se qualcuno si scaricasse dei fondi dal vostro conto online sono sicuro che v'incazzereste. E pure tanto.

- L'entertainment di tutti i tipi non serve a sopravvivere, ma è puro e semplice intrattenimento. Per questo non tirate fuori certi discorsi ridicoli, e se proprio vi annoiate compratevi il supertele che costa 1 euro o non so quanto e ci giocate in 10 per ore.

È molto più divertente di troppa roba che costa un sacco di soldi, e invece di star lì attaccati al monitor col culo sulla poltrona magari vi dimagrite pure.

- Effettivamente non ha più senso pagare per un contenuto digitale che può essere duplicato all'infinito, ma ha ancora senso attribuire a una persona il possesso del proprio lavoro. E poi ognuno ci fa quel che gli pare.

- I miei, come avrete notato, li trovate cliccando da qualche parte sulla destra.

Simone

17/11/08

Il pescatore di romanzi.

Dopo il cacciatore di aquiloni, un altro libro dal titolo perprimente (non esiste davvero come verbo, lo so!) che scalerà ogni classifica di vendita per anni e anni a venire?

No, tranquilli, non vi sto per presentare niente del genere. Il titolo di questo post è solo un modo per esprimere la sensazione che provo ormai da molti giorni: i romanzi sono come pesci diffidenti, e io sono il pescatore che deve fregarli e farli abboccare con tanta calma e ancora più tanta pazienza.

Sì, perché da quando ho terminato Primo Mazzini e la stanza fuori dal tempo, il mio ultimo romanzo (se ancora non lo avessi ripetuto fino alla nausea) non ho scritto altro. Cioè, ho scritto lettere di presentazione, revisioni, raccomandate, post idioti come questo e commenti ai blog di altri aspiranti scrittori, ma niente di nuovo dal punto di vista narrativo.

Non mi era davvero mai capitato di bloccarmi così. Davvero: da quando ho ripreso in mano Mozart di Atlantide, quattro o cinque (o anche solo tre ^^) anni fa, non ho mai terminato un libro senza averne già in mente uno nuovo da scrivere. Magari non ho iniziato a lavorarci subito (sono passati anche molti mesi) però sapevo che dopo Mozart venivano Nessuno e gli altri gatti, e ho iniziato a parlare di Primo Mazzini (il mio ultimo rom... ok la smetto) mentre ancora stavo portanto a termine il romanzo precedente.

Adesso, invece, ho il vuoto assoluto. Mi sono detto: che scrivo dopo questo romanzo qua? E la risposta è stata: bo'?

Eppure, come credo si sia intuito dalle prime righe del post, qualcosa inizia a intravedersi. Ci sono molte idee che si aggirano nell'acqua torbida. Le vedo guizzare, le sento avvicinarsi, e la mia lenza mi dà di tanto in tanto qualche bottarella di avvertimento (non che io abbia idea di come si peschi realmente, a dire la verità).

E quello che sto cercando di acchiappare non è nemmeno un romanzo singolo, ma sono addirittura tre. C'è il seguito di Primo Mazzini, che però vorrei posticipare almeno fino alla (improbabile) pubblicazione del primo libro. C'è poi una storia che nasceva cupa, angosciante. Si parla di malattie, solitudine, abbandono... solo che tutti questi temi li vorrei infilare in qualche modo in un racconto che faccia ridere. Un ottimismo nonostante tutto, una vita che cambia anche violentemente, ma che forse cambia in meglio. Una storia molto legata al mio momento presente, direi, ma che ancora non vedo in maniera chiara al 100%.

Ancora, ricordate il romanzo degli insettoni che arrivano dallo spazio? Be', per quanto sembri (e suoni) come una boiata colossale, sento che ha un potenziale enorme. È una storia così anti-convenzionale che potrebbe davvero lasciare tutti un po' sconcertati. Più ci ripenso e più mi dico: sì, la devo scrivere. Poi mi metto lì a ordinare le cose, ed ecco che si smonta tutto. La trama sparisce, i personaggi fanno pena, e mi resta in mano solo la lenza spezzata mentre il pesce m'ha rubato l'esca.

Ma prima o poi l'acchiappo, secondo me. Prima o poi l'acchiappo...

Simone

14/11/08

Tutto quello che mi mancava quando ero un ragazzino:

Guardate che infanzia piena di privazioni che ho avuto:

Non avevo un cellulare, e certe volte qualcuno che voleva parlarmi non mi trovava.

Non avevo una macchina fotografica digitale da 300 euro: a casa c'era la macchina fotografica, e si cambiava quando si rompeva (preferibilmente mai).

Non avevo una compact flash, o SD o micro SD o quello che si saranno inventati, e 36 foto per un rullino mi sembravano tante.

Non avevo una penna USB, e quando dovevo copiare un file da un hard disk all'altro era un guaio. Anche perché non avevo l'hard disk.

Non avevo il game boy o la PSP, e giocavo con l'Atari 2600 che era una merda.

Non avevo nemmeno un PC portatile, che del resto il Commodore 64 non pesava neanche tanto se uno voleva portarselo in giro.

Non avevo un lettore MP3: avevo il Walkman che invece di una memoria da 40 giga aveva il raccoglitore-porta-cassette e spesso ascoltavo addirittura degli album interi.

Non avevo l'auto col bluetooth e il vivavoce, che tanto senza telefoni portatili non serviva a un cazzo. Tra l'altro non avevo neanche la patente!

Non avevo il lettore di ebook portatile, che del resto anche ora ce l'ho soltanto io.

Non avevo l'abbonamento a Internet con la flat ADSL senza canone, il modem WiFi e il VOIP per telefonare: per vedere i film porno bastava un videoregistratore.

Non avevo Facebook, e gli amici che ho lì sopra mi toccava incontrarli di persona.

Non avevo il motore Euro 4 col filtro antiparticolato, il blocco del traffico e le targhe alterne. Ma queste cose davvero non mi mancavano.

Non avevo una stampante a getto d'inchiostro, ma una ad aghi. Faceva talmente casino che quando stampavo un racconto se ne accorgeva tutto il condominio.

Non avevo il navigatore satellitare, e per andare da un posto a un altro chiedevo a mio fratello che conosceva le strade.

Non avevo Sky, e in televisione davano i Simpson una volta a settimana invece che sei al giorno.

Non avevo il lettore DiVX, e per vedere un film mi toccava andare al cinema.

E non avevo nemmeno questo blog, che del resto non mancava a nessuno ^^.

Chissà come avrò fatto, a sopravvivere?

Simone

12/11/08

Segnalazione: su P2P Forum Italia, un concorso grafico con un premio in... gatti!

Sfrutto questo spazio per segnalare che su P2P Forum Italia, sito dedicato al Peer to Peer che più e più volte mi è stato di grande aiuto per la diffusione dei miei lavori, si sta concludendo un concorso grafico che, pensate un po', avrà tra i premi anche una copia del mio romanzo il gatto che cadde dal Sole.

Purtroppo le iscrizioni sono già chiuse (è stata una cosa realizzata abbastanza rapidamente) ma adesso potete andare sul forum e vedere i lavori dei vari partecipanti e decidere quale secondo voi è il migliore e più meritevole di un gatto omaggio. C'è anche una votazione in corso per stabilire il vincitore, ma non sono sicuro che sia aperta a tutti... vedete voi, io vi passo i link:

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Se poi ancora non l'avete fatto, l'ebook del romanzo il gatto che cadde dal Sole potete scaricarlo gratuitissimamente qui:

Il gatto che cadde dal Sole - Pdf in formato A4 (1240 Kb)

Il gatto che cadde dal Sole - Pdf per lettori portatili (829 Kb)

10/11/08

Qualche consiglio per chi deve affrontare il test di ammissione a Medicina.

Post quasi utile come promesso qualche tempo fa:

Allora, avete 18, 20, 30 o non so quanti anni, e per qualche motivo vostro che a nessuno interessa volete iscrivervi alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Il problema che vi si pone, adesso, è quel maledetto test di ammissione apparentemente impossibile che dovete superare per portare avanti il vostro folle proposito di studiare per tutta la vita per uno stipendio ben inferiore alle vostre iniziali aspettative.

E va bene. Visto che io l'ho fatto, mi sento non tanto in grado (alla fine potrei semplicemente avere avuto fortuna) ma sicuramente in dovere di dare qualche consiglio a chi si trova nella mia stessa condizione di un anno fa. Per cui eccovi il post su:

Come superare il test di ammissione alla facoltà a numero chiuso di Medicina e Chirurgia e avviarvi felici verso i mille anni di studio che vi aspettano dopo.


Comprate subito un testo per prepararvi: sembra una boiata, ma senza i libri quando studiate? Per cui cacciate i soldi e andate subito a rimediare quello che vi serve. Tra l'altro, l'ultima scoperta nel campo della biologia che penso potrebbero domandarvi è avvenuta su per giù l'altro ieri: vi conviene prendere un manuale aggiornato.

O meglio, prendete un libro specifico per i test di ammissione. Quelli più diffusi sono l'Alphatest e L'Editest. Io li ho comprati entrambi (veramente uno ce l'ho anche doppio: mi sono sbagliato) e posso dirvi che la differenza principale è che la biologia dell'Editest è trattata in maniera molto più approfondita (qualcuno direbbe troppo approfondita) mentre l'Alphatest mi pareva un po' più chiaro riguardo alla parte di chimica. Diciamo pure che sono equivalenti.

Capite che cosa vi aspetta: il problema del test di ammissione a Medicina è che i compiti ministeriali non si basano sui libri su cui avete studiato (come avviene per qualsiasi altro esame) ma al contrario sono i libri a essere costruiti in base alle domande che capitano nei test. Questo vuol dire che, se anche studiate tutto alla perfezione, può sempre capitare qualcosa che sul libro non c'era e alla quale non sapete rispondere.

Il problema che deriva da tutto questo è che, per quanto studiate, non potrete sottrarvi al fattore fortuna: su 80 domande a risposta multipla, almeno 10-15 risposte le saprete o non le saprete indipendentemente dal vostro studio e dalla vostra preparazione. A parte forse se avete studiato per davvero durante i cinque anni delle superiori... che ovviamente non era il mio caso. Questo discorso ci porta comunque al prossimo punto:

Riduciamo al minimo il fattore fortuna: se il decreto sui 25 punti da dare in base a meriti scolastici non entrerà in vigore (era del governo precedente, per cui ci sono buone speranze) al test di ammissione potrete prendere un punteggio da -20 (tutte le risposte sbagliate, ma ce ne vuole) a +80 (tutte le risposte giuste, ma ce ne vuole anche qui).

Per come è strutturato il test, i punteggi minimi cambiano di anno in anno a seconda della difficoltà del test, e non potrete mai avere la certezza matematica che un determinato punteggio sia o meno sufficiente. In ogni caso, un paio di anni fa alla Sapienza hanno ripescato fino a 41,5 per cui con un 50 dovreste potervi sentire tranquillissimi un po' in tutta Italia.

Il mio consiglio, allora, è di puntare a prendere almeno 60. Io ho studiato e mi sono preparato con questa idea (prendere 60 sempre e comunque a tutti i test di prova) non ci sono assolutamente riuscito e alla fine il test ufficiale mi è andato decisamente peggio. In ogni caso ho preso lo stesso un bel 52, e sono entrato.

Il concetto è il seguente: se puntate a prendere 50, poi al test ufficiale farete 40 e resterete fuori. Puntando più in alto avrete più possibilità di farcela, al punto che anche un test un po' sfortunato varrà comunque l'ammissione.

Come faccio a prendere 60? Ok, 60 è un voto quasi impossibile da ottenere. E nessuno vi chiede di riuscirci davvero. L'idea infatti non è di prendere effettivamente questo voto, ma di provare almeno a farlo... e vi dico come ho fatto io:

- Comprate o scaricate i test degli scorsi anni. Non scaricate le versioni dove le risposte giuste sono tutte A, che se no che razza di esercizio fate?

- Fate un test dall'inizio alla fine e annotate il vostro punteggio (io ho preso 33 la prima volta, credo).

- Annotate quali parti di programma vi hanno messo più in difficoltà. Con difficoltà intendo che non avete risposto in maniera corretta, ovviamente.

- Studiatevi le parti di programma che vi hanno messo più in difficoltà, concentrandovi su di quelle per un po'.

- Fate un nuovo test e ricominciate da capo.

Capito? Non fate diecimila esercizi sulle ossidoriduzioni, perché vi vengono tutti e vi sentite contenti! Il concetto è che dovete alzare il vostro punteggio, non perfezionare le cose che già sapete. Se prendete ZERO alla sezione di Chimica significa che, studiando gli argomenti che capitano più di frequente anche a grandi righe, inizierete a prendere 5,6,7 punti IN PIU' rispetto ai vostri punteggi iniziali.

Studiate la cultura generale! Lo so che vi dicono di non farlo, ma è il più grosso errore che possiate fare. Su 80 domande, 33 saranno di logica e cultura generale e all'ultimo test la logica ha avuto pochissimo spazio. Cercate di rivedervi i programmi di Storia e Letteratura del liceo, specie degli ultimi anni. Almeno 5 o 6 domande su autori, personagi e fatti dell'800 e '900 capitano sempre, e quelli sono 5 o 6 punti che fanno la differenza.

Fate un casino di test: ma fateli davvero! Dovete abituarvi a rispondere a 80 domande in 2 ore. Non fate che la logica la saltate perché tanto è facile e la sapete fare: dovete scoprire quanto tempo ci mettete e soprattutto dovete farvi un'idea di quanto prendereste in un test ufficiale per capire se la preparazione procede bene o male.

Quello che seleziona sono le domande del cavolo, o poste male: tutti rispondono alle domande di logica, non è che voi siete dei geni: è che sono delle boiate colossali. Tutti rispondono alle domande di biologia del tipo: quante code ha un gatto, tutti sanno fare le potenze di due (ok, non tutti ^^) e tutti conoscono i colori della bandiera Italiana. Questo vuol dire due cose importanti:

- La selezione viene fatta su quella domanda assurda sulle colonie che tutti tirano a indovinare. In questo caso il fattore fortuna acquista un ruolo predominante: per ogni persona che ci azzecca, altre quattro sbagliano e perdono punti.

- Non potete permettervi di sbagliare le domande facili, perché tutti gli altri vi passeranno davanti: restate concentrati e non trascurate la logica, e verificate un paio di volte quel calcolo che vi pareva semplicissimo!

Non dovete tirare a indovinare per forza! Il discorso che fanno in molti è che, se potete ridurre il numero di risposte possibili, vale la pena di tirare a indovinare perché forse ci azzeccate. In fin dei conti, se sparate 4 risposte con 4 alternative, statisticamente ne indovinerete almeno una.

Ma questo vale per i grandi numeri. È appunto una statistica, un dato matematico utilizzato per decidere su un numero estremamente elevato di studenti, domande e colpi di sfiga o di fortuna.

La verità è che, se nel corso del test sparate a caso 20 domande, potete benissimo sbagliarle tutte e 20. Se ne avete azzeccate altre 45 e stavate lì lì per entrare, con i 5 punti di penalizzazione che avete accumulato scendete a 40 e l'iscrizione a Medicina la vedete giusto col binocolo.

Insomma voi volete entrare se avete culo, o volete entrare sicuramente? Allora se ritenete di aver risposto a un buon numero di domande e che più o meno dovreste avercela fatta, non sparate risposte a caso su cose di cui non avete la minima idea.

Ricordatevi sempre che sono le domande difficili che selezionano. Per cui non rispondere ai quesiti assurdi vi dà comunque un vantaggio in punti su tutti quelli che tirano a indovinare e che sbagliano.

E infine, non vi arrendete: ok, è un consiglio stupido, ma è vero. Se davvero, davvero volete fare il medico, non lasciate che uno stupido test vi tolga questo desiderio. Prendete ripetizioni di Matematica e Fisica, studiaveti Storia e Letteratura, prendetevi un secondo diploma se passerà quella storia dei 25 punti e voi ne prendereste ZERO (informatevi bene su queste leggi!) e ripetete 1000 volte tutta la roba da ricordare a memoria di Chimica e Biologia.

E poi, se proprio dovesse andare male, iscrivetevi a un'altra facoltà medico-scientifica, continuate a studiare e riprovateci l'anno successivo. Una volta che avrete dato qualche esame all'università, le domande del test vi sembreranno più facili.

O, per lo meno, quasi.

Simone

07/11/08

Chi ben comincia è già a un settantaduesimo dell'opera!

Sembra ieri quando un anno fa ho deciso che sì, quest'anno avrei almeno provato il test di ammissione a medicina. Mi ricordo i risultati drammatici ai primi test di prova con cui ho capito che entrare non sarebbe stato facile. Ricordo l'ansia al solo pensiero di dover andare a seguire con fila in auto e ricerca del parcheggio annessa, e ricordo anche un po' di preoccupazione nel ritrovarmi, a 33 anni, unico vecchietto in una classe di ragazzini.

Ed ecco che è già passato il primo dei 72 mesi che formano i sei anni che formano l'apparentemente infinito periodo di formazione di un medico (senza contare la specializzazione). Ho superato appena il primo pezzettino, ma allo stesso tempo sono passato sopra anche a tante preoccupazioni:

Il test l'ho superato (ma questo già immagino che si fosse capito): sono tra i 550 eletti allo studio della medicina nel mucchio dei tremila e passa aspiranti dottori che si sono presentati alla Sapienza. Per chi deve provarci (o riprovarci) il prossimo anno, il mio consiglio è di fare tantissimi test di prova annotandosi gli argomenti in cui si è meno preparati e studiando quelli di volta in volta. Altri consigli li darò in un post più avanti, così magari questo blog finge anche di servire a qualcosa.

Per il parcheggio ho risolto prendendo un garage a 50 metri dall'ingresso dell'università. Se teniamo conto che i posti per strada sono comunque quasi tutti a pagamento alla fine non è nemmeno questa gran spesa aggiuntiva. Se consideriamo inoltre che alle 9 di mattina vicino alla Sapienza non parcheggerete mai e morirete di stress girando a vuoto mentre perdete la lezione che dovevate seguire, credo che il pagamento mensile del garage siano i soldi meglio spesi della mia vita.

Le lezioni passano dall'interessante all'estremamente inutile. Diciamo che le materie mi piacciono molto (perché mi sarei iscritto a medicina se no?) ma se non ci fosse la frequenza obbligatoria avrei ancora più piacere a studiarmele a casa per conto mio. A parte anatomia, che per un ingegnere è l'esame più impossibile del mondo, e che è meglio seguire tanto per capire dove mettere le mani (traduzione: manualone enorme con 1000 disegni con 100.000 particolari. E ogni particolare ha un suo nome che - ovviamente - bisogna imparare a memoria).

E qui ci sta bene una scena all'interno di una sala operatoria:

«Dottore dottore, presto deve incidere il processo coronoideo altrimenti il paziente morirà!»
«Ehm... saprebbe dirmi dove sta 'sto processo coroqualcosa, che non me lo ricordo?»
«Non che non glielo dico, dottore. Dovrebbe averlo studiato ad Anatomia 1 appena dodici anni fa
«Va bene, ma almeno mi dia una mano: è questo?» (Indica l'Acromion)
«Non le dico nulla ho detto».
«E va bene. Ma posso almeno andarlo a cercare sul manuale?»
«Vuole prendere delle informazioni da un manuale? Non siamo mica a ingegneria!»
«No no, ok. Guardi, ora ricordo: il processo coracoideo è questo qua. Ecco!» (A questo punto il dottore taglia i legamenti del collo del paziente, la cui testa rotola per terra: temo proprio che farà causa all'ospedale)


E vabbe', forse Anatomia è meglio impararsela bene.

Riguardo ai compagni di classe, la cosa non poteva andare meglio. A parte che i 18-20enni di oggi sono molto diversi dai 18-20enni che eravamo noi della mia età (leggi meno stronzi) la facoltà di Medicina ha la... facoltà (non mi viene nessun sinonimo) di attrarre ogni genere di pazzi, sfigati e malati di mente. Oltre a questi, ci sono anche tantissime persone che hanno deciso di diventare medici anche passati i 20, 30 o 40 anni. Parlo di un 10-15% degli iscritti, che in una classe di 110 persone non sono poi tanto pochi.

Le ragioni di un così alto numero di matricole anzianotte come il sottoscritto sono tante e magari ne parlerò in futuro. Resta il fatto che, una volta avviato per davvero, questo progetto folle della seconda laurea non mi pare più così irrealizzabile come mi sembrava invece qualche mese fa. In questo momento credo di aver fatto la scelta giusta, e sto andando avanti pieno di entusiasmo.

Resta solo da vedere quanto ci metteranno a farmelo passare ^^.

Simone

05/11/08

Le storie cattive.

Questo è il post che avevo messo online e poi tolto qualche giorno fa... scusate se l'avete già letto e soprattutto speriamo che non siano spariti i commenti! ^^

Inizio non-citando una pellicola di questi giorni e di cui certamente avrete sentito parlare: due attori così famosi che uno solo basta per fare un filmone, impersonano due poliziotti ben al di sopra dell'età pensionabile che vanno in giro a sterminare i criminali.

Senza raccontarvi la trama per filo e per segno, una specie di serial killer idiota uccide i criminali che la legge non può punire lasciando delle brutte poesie in rima accanto al cadavere. Il tutto è narrato da scene in cui si vedono ragazzine uccise a sangue freddo (nel seguito della storia, la madre venderà la propria dignità per qualche soldo con cui ubriacarsi) preti cattolici ovviamente pedofili che sodomizzano questo o quell'altro personaggio e chi più ne ha più ne metta.

Tra scene di violenza sessuale e frasi a effetto pronunciate subito prima di sparare a qualcuno (ma secondo voi se le scrivono a casa e le tengono pronte, in caso capiti di dover commettere un omicidio?) la storia si risolve con un colpo di scena che si capiva 1 ora e mezza prima e con un finale che non sembra avere un senso particolare, ma tant'è: almeno è finito.

Ma andiamo avanti: l'altra mattina vado in una di quelle librerie enormi che ho vicino casa, e non contento della meravigliosa visione del film di cui ho parlato inizio a sfogliare un po' quello che mi capita tra le mani.

Apro un fumetto che parla della banda della magliana: il cadavere di un tizio precedentemente rapito sta abbandonato su una sedia, avvolto in un lenzuolo. I malavitosi accanto a lui commentano: che bello il profumo dei soldi, copre anche la puzza di morto.

L'idea che la storia in questione sia tratta da un fatto di cronaca e che qualche ragazzino potrebbe ritrovarsi tra le mani il fumetto del nonno che ha fatto quella brutta fine mi dà un lieve senso di nausea, e passo avanti. Eccoci al settore thriller: il solito assassino che uccide qualcuno, qualcun altro fa l'autopsia e poi giù di stupri, massacri, esecuzioni sommarie.

E vabbè. Eccoci al settore dei libri-realtà: avete un parente morto in maniera particolarmente degna di nota? Qualcuno ha tagliato a fette la vostra fidanzata per poi mangiarla con aceto e limone tipo la bresaola? Be', magari troverete una descrizione romanzata della sua stupenda agonia con tanto di foto sgranata in bianco e nero sulla copertina. Peccato solo che non possa autografarvi il libro!

La cosa che davvero mi disturba è che, anche a voler ammettere che un genere letterario abbia lo stesso valore di qualunque altro, non ci troviamo di fronte a un natural born killer o a un'arancia meccanica o magari a una storia dell'orrore a sfondo fantastico. Questi film, fumetti, libri, videogiochi o quello che sia non vogliono sottolineare un disagio sociale. Non desiderano mettere in luce le contraddizioni della politica, e non nascondono nemmeno il desiderio recondito di esorcizzare le paure dell'uomo moderno.

Questa violenza non è una rappresentazione della lotta tra l'uomo e la natura. Non ci sono divinità che sconfiggono i titani, e nemmeno personaggi sacri che decapitano la rappresentazione del male. L'immagine violenta viene ideata, prodotta e commercializzata per il semplice fatto che si vende facilmente. La gente vuole leggere queste storie cupe, tristi, cattive. Perché arrischiarsi a proporre dell'altro?

Esco dalla libreria con una sensazione strana, brutta. Mi chiedo se qualcuno pubblicherà mai il mio ultimo romanzo. Mi domando se, in mezzo a tante storie cattive, ci sarà un po' di spazio anche per le mie.

E l'unica risposta che riesco a darmi è no.

Sicuramente no.

Simone

02/11/08

Le soluzioni ai problemi che non sapevate di avere: il mobile che non si riesce a montarlo e poi tutti i tuoi amici ce l'hanno uguale.

Secondo post della serie dei problemi inutili di cui era meglio non parlare, ma necessario visto che sono una vittima di questa intollerabile situazione:

Il mobile che costa pochissimo perché tanto poi non lo monti in alcun modo e poi scopri che ce l'hanno tutti quelli che conosci.

Non ci credo che non è successo anche a voi, specie se avete una casa e/o una famiglia vostra: andate all'Ikea, Mondo Convenienza o uno degli altri posti analoghi, trovate un mobiletto tanto carino che sembra perfetto per la vostra camera da letto, per il bagno o per non so che altri ambienti abbiate a casa vostra, ve l'incollate in qualche modo fino alla macchina, poi fino a casa e infine su per sei piani di scale perché in ascensore non c'entrava, e quando aprite la scatola... ma che cavolo?!

Ci sono milioni di pezzi. Carrucole, argani, rotelle, ferretti strani, legni di ogni forma e dimensione che chissà come dovrebbero assumere l'aspetto che il mobile aveva montato nell'esposizione, e poi ancora pezzettini piccoli piccoli che si perdono solo a voltare lo sguardo e che per essere assemblati correttamente richiedono attrezzi che non avreste mai pensato di dover utilizzare in vita vostra.

Come se non bastasse, una volta montato con l'aiuto di ore di sudore e qualche miracolo, scoprite che il mobiletto che doveva risolvere ogni vostro problema di spazio va inchiodato al muro con un altro attrezzo che non possedete perché altrimenti come ci mettete un calzino si ribalta in avanti e si smonta nuovamente da solo sul pavimento.

E va bene, alla fine magari con l'aiuto di grossi chiodi per ristrutturazioni e un paio di sassi messi come contrappeso siete riusciti a stabilizzarlo. Invitate fieri i vostri amici per sfoggiare il nuovo arredamento che sicuramente li stupirà, ma invece che cosa succede? Chiunque entra in casa vostra vi guarda con un sorrisone del cavolo e commenta: guarda, hai quel mobile lì che sembra fichissimo ma che so bene che costa trentamilalire. Infatti è proprio lo stesso che ho anch'io!

Quasi soluzioni:

Eh be', non è che ci sia molto da inventarsi. Comunque:

- Visto che a casa vostra dovete viverci (o almeno si spera) potreste valutare l'ipotesi di comprare non dico un mobile su misura, che costa un casino, ma almeno qualcosa che non stava all'ingresso del supermercato con scritto: ultimi centomila pezzi, in offerta a cinque euro.

- Sulla lista di nozze potete anche metterci uno specchio come si deve: magari qualcuno ve lo regala.

- Se i vostri amici hanno il vostro stesso divano, potete sempre farci cadere sopra un bicchiere di vino particolarmente aggressivo. Per i mobili bassi sedetevici sopra per sbaglio, per quelli alti la scusa è: s'è ribaltato da sé mentre per quanto riguarda le tende una sigaretta fumata molto sovrappensiero funziona benissimo. E anche se poi ve le fanno ripagare, era tutta roba da due soldi.

- Certi posti offrono il montaggio dei mobili, oltre che la consegna. Solo che poi costano praticamente come dei mobili veri.

- Una cassettina per gli attrezzi costa 10 euro... e dura più della cassettiera che ci monterete.

- Che ci crediate o no, c'è gente che adora assemblare i mobili: invitateli a cena.

- Dopo un certo numero di mesi, non farete più caso agli scatoloni abbandonati in cucina con la promessa di: lo monto più tardi. E anzi vi sembrerà una parte irrinunciabile dell'arredamento.

- La lampada di carta a fungo e lo specchio che sono quattro pezzi ondulati che si montano insieme ce li ho pure io, oltre che a tutte le persone che siete andati a trovare a casa negli ultimi cinque anni (e anche tutte quelle che non siete andati a trovare, temo).

E lo so che quest'ultima non era una soluzione: l'ho detta solo per consolarvi.

Simone