
È un posto un po' fuori mano, appena circondato dalla Savana e con un ospedale a soli centottanta Km di distanza, una missione di frati da qualche parte difficile da raggiungere e ben tre o quattro pozzi d'acqua a non più di sette o otto Km da casa sua.
In realtà Babatunde ha un gran culo, perché pur vivendo in Africa il suo paese è bene o male un posto accogliente: c'è un massacro solo una o due volte l'anno, gli integralisti religiosi mettono giusto una bomba ogni tanto e l'attuale dittatore è buono e non tortura i suoi nemici troppo a lungo prima di ucciderli.
Fortuna delle fortune, vicino casa di Babatunde ha aperto la sede di una grande ONG famosa e nel suo quartiere sono state avviate una serie di campagne volte a salvare il futuro dell'intero continente africano nel giro di soli sei-sette, al massimo nove secoli.
Quella sera, Babatunde stacca presto da lavoro (fa il consulente immobiliare in un punto della savana particolarmente desolato, e non è che abbia molti clienti) fa un salto a conoscere quelli della ONG e poi torna di corsa a casa con in testa delle idee molto particolari...
«Da adesso in poi dobbiamo trombare solo col preservativo» dice alla moglie «Così poi non ci prendiamo più l'AIDS... e soprattutto non tiri fuori il dodicesimo ragazzino, che già non c'abbiamo i soldi per sfamarne nemmeno uno».
Ma Azmera, come tutte le mogli del mondo, trova subito qualcosa da ridire:
«Il Papa ha detto che non devi usare anticoncezionali, se no vai all'inferno. Insomma da oggi in poi non si tromba più e basta, fine della storia».
«Ma senti, io l'ho capito che Dio è buono e misericordioso... però già c'abbiamo le malattie, il deserto, la guerra, l'inquinamento, il regime, la disoccupazione, la fame, la siccità, la morte, i cellulari che non prendono mai e un satellite con dei canali bruttissimi. Pure Lui, almeno una cosa poteva lasciarcela!»
«No» Azmera è inflessibile. «Se vuoi trombiamo senza preservativo, ma se poi ti prendi l'AIDS sono affari tuoi».
«Ma se nessuno di noi è malato che pericolo c'è? Tu non avrai mica degli amanti, vero?»
La donna si stringe nelle spalle.
«In questo momento solo sette o otto, ma dipende da quanto lavoro ho. E tu?»
«Io ti sono sempre stato fedelissimo! Faccio giusto qualche stupro durante i saccheggi e le guerre civili, ma uso sempre il preservativo anche lì: sono una persona pulita, io!»
«Tra l'altro» aggiunge Azmera. «A sposarci è stato quel tizio che va in giro con la maschera e il gonnellino di paglia, e il prete mi ha detto che non vale: non siamo davvero marito e moglie, per cui alla fine non possiamo trombare mai in nessun caso. Anticoncenzionali o no».
Babatunde sta davvero per uscire dai gangheri.
«Senti: adesso vado in farmacia, prendo il preservativo e lo usiamo lo stesso. Sono solo centottanta km a piedi, che vuoi che ci metta ad andare e tornare?»
«E dove li prendi i soldi? Una scatola costa tipo 12 euro, e te 12 euro li guadagni in sei mesi!»
«Ah no! I preservativi te li regalano: hanno detto che solo adesso ne hanno portati un milione dall'Europa. Qui siamo solo 33 milioni di malati, per cui un preservativo su 33 fa...
L'uomo ci pensa un po', poi si ricorda che non è mai andato a scuola, e non sa fare le divisioni.
«Non me ne frega niente» conclude. «L'importante è che trombo almeno io!»
«Ma che gentili questi europei!» commenta la donna. «Pensa che hanno anche delle medicine che ritardano la malattia: muori dopo 30 anni, e se pensi che qui da noi la vita media è di 20...»
«Ma quali medicine! Lo sai quanto costerebbe curare tutti? Almeno quanto un paio di quegli aerei che ogni tanto vengono giù e distruggono tutto. E poi non vorrai mica che taglino la ricerca per i gas letali e le mine antiuomo solo per curare l'AIDS!»
«Ho capito» sospira Azmera. «Però uno della ONG che ci capiva un po' di più mi ha detto che, se la gente smettesse di aspettare che lo risolva qualcun altro, forse il problema si risolverebbe davvero. Secondo un prete simpatico, poi, sarebbe meglio fare sesso sempre con la stessa persona per tutta la vita. Però il preservativo possiamo comunque usarlo, perché Dio non vuole che muoriamo d'AIDS».
Babatunde ci pensa un po', e poi scuote la testa.
«Non lo so. Comunque per oggi lasciamo stare, che ormai s'è fatto tardi: domani viene il controllo per la 626, e se trovano qualcosa fuori posto ci uccidono tutti...
«Meglio che andiamo a dormire».
Simone