Visualizzazione post con etichetta Specializzazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Specializzazione. Mostra tutti i post

28/11/16

Cosa fa uno specializzando in reparto.

Mi sa che hanno saputo che arrivavo...
Me l'avranno chiesto in 100 mila persone, e ogni volta ho promesso che "sì, presto scriverò qualcosa a riguardo" rimandando poi continuamente il tutto a data indefinita... ma insomma, adesso eccoci qua.

Il mio lavoro come specializzando in medicina d'urgenza è iniziato con una rotazione in reparto.

Per chi mi conosce, saprete già che i reparti non mi piacciono gran che. Ho scelto la medicina d'urgenza anche - o soprattutto - perché si lavora in Pronto Soccorso, dove non c'è troppa routine, dove si fanno i turni, dove si vedono tanti pazienti, dove si fanno cose che in reparto non si fanno eccetera eccetera.

Per cui, a dire la verità, non ero troppo contento di questa storia dei primi mesi in reparto. Però era una cosa che almeno per un po' mi "toccava", e alla fine insomma di necessità virtù, e ho iniziato.

Il lavoro di reparto consiste in questo: quando arriva un paziente lo si visita, si raccoglie la storia clinica e si riportano in cartella (che poi è tutto lavoro che si fa al computer) esami e consulenze varie che sono state fatte in pronto soccorso.

Chiarisco anche che, essendo un reparto di medicina d'urgenza, la totalità dei pazienti arriva dal pronto soccorso e non ci sono ricoveri organizzati o attività fatte - come si suol dire - "in elezione". Si tratta per lo più di pazienti cardiologici (dolore toracico, scompenso cardiaco eccetera), alterazioni metaboliche, qualcosa di neurologico o di infettivo... ma se qualcuno ha bisogno di una clinica specifica o di un intervento chirurgico, generalmente non viene ricoverato da noi.

Ogni mattina si fa il giro visita con gli strutturati e con il primario. Si guardano gli esami chiesti il giorno prima, si aggiornano le cartelle, e si programmano eventuali esami e procedure ulteriori da richiedere per i pazienti.

Alla dimissione, si scrive una lettera (sempre al computer) con tutti gli esami svolti, diagnosi, terapia da fare a casa ed eventualità varie, e la si consegna ovviamente al paziente che sta per andare via.

In questo modo si libera un letto. Arriva il ricovero di un paziente nuovo, e così via. Per sempre.

Orari molto tranquilli: 8-14 (che spesso sforano un po'), oppure 14-20. Niente notti. Un sabato su 3 lo facevo dentro a turno con gli altri specializzandi, e le Domeniche sempre libere. Ogni tanto qualche riunione o lezione che prende qualche ora in più, ma insomma siamo molto lontani dai racconti di persone che parlano di 80 ore a settimana, giorni e notti e di nuovo giorni consecutivi attaccati e altre storie terribili che avrete sentito anche voi.

Dopo un po' di sconcerto iniziale dovuto al fatto che - come già detto - lì non ci volevo propio stare per niente, alle novità e a tutto il resto, devo ammettere di essermi abbastanza ambientato. Con gli strutturati andavo d'accordissimo, con gli altri specializzandi ancora meglio. Alla fine bisogna dire che se anche il lavoro in reparto è un po' più noiosetto rispetto al lavoro in pronto soccorso, è anche un ambiente dove si lavora meglio, dove si fanno le cose con calma, dove non c'è il rischio di ritrovarsi in mezzo a un casino dove non sai più dove mettere le mani e che pesci prendere.

Quello in reparto è un lavoro tranquillo... e lavorare con tranquillità, a questo mondo, è un vantaggio da non sottovalutare.

Per chi poi chiedeva proprio di sapere: "che cosa fai di preciso nel dettaglio specifico?", forse anche per capire - credo - cosa toccherà più avanti fare a lui, butto giù nella rigorosa sintesi che mi contraddistingue (cioè a caso) le cose che - in 6 mesi - ho più o meno fatto. Anticipo che si svolge sempre tutto insieme o con la supervisione degli strutturati del reparto, che in linea di massima sono tutti specialisti in qualche settore della medicina interna.

Premetto inoltre che ormai negli ospedali grandi c'è uno specialista che si occupa di ogni cosa, per cui non capita mai o quasi mai che il medico di reparto o di pronto soccorso effettui procedure particolari da solo. Se devi fare qualcosa che entra in un ambito specialistico, quasi certamente se ne occuperà (anche) lo specialista, e il tuo ruolo finisce per diventare secondario.

Comunque sia, vediamo:

- Stesura dei ricoveri e delle lettere di dimissione. Che poi già ve l'avevo detto.

-  Visitare i pazienti e scrivere anamnesi ed esame obiettivo.

- Fare (mettere gli elettrodi e premere il pulsante) e leggere un elettrocardiogramma. Poi in ogni caso gli ECG sono refertati da un cardiologo, ma insomma è il caso che il tracciato sai anche interpretarlo da te.

-  Cardioversioni farmacologiche o elettriche (con presenza dell'anestesista). Se ci sono problematiche cardiologiche meno urgenti o più complesse il paziente va in cardiologia, per cui devo dire che è capitato veramente di rado.

- Scrivere e aggiornare le terapie insieme agli strutturati.

- Montare e smontare Holter cardiaci.

- Fare emogas, svilupparli e - ovviamente - interpretarli.

- Discutere con pazienti e relativi parenti delle condizioni cliniche dei pazienti suddetti.

- Chiedere TAC, RX, risonanze, consulenze specialistiche eccetera eccetera.

- Leggere i referti di TC, RX, risonanze, consulenze eccetera... ed eventualmente chiederne delle altre.

- Fare qualche prelievo venoso.

- Ecografie dei vasi epiaortici (che non avevo mai fatto, e uno degli strutturati mi ha un po' insegnato). Le ecografie del cuore e di altri distretti le fanno i cardiologi o l'ambulatorio di ecografia.

- Controllare i monitor/telemetrie dei pazienti quando suona qualche allarme, e saper capire se c'è davvero un problema o se è solo il paziente che si è mosso (generalmente, è la seconda).

- Controllare la ventilazione non invasiva se qualcuno la sta facendo. Non capita di montarla direttamente in reparto, e comunque io non sarei stato in grado di farlo. Ora sto imparicchiando.

- Intervenire in "emergenza" se un paziente sta male: aiutarlo se desatura, fare ECG e troponina se ha dolore toracico eccetera. In realtà i pazienti in reparto sono piuttosto stabili ed è raro che questo sia necessario... concludendo con i dovuti scongiuri.

Mi sembra bene o male di aver detto un po' tutto. Magari qualcosa me la sarò scordata, ma è più o meno così.

A rileggere tutto insieme devo dire che non ho mai avuto l'impressione di fare grosse cose... ma se pensiamo che ero al primo anno si può dire che - tutto sommato - me la sono cavicchiata. C'è un po' sempre la voglia di voler fare di più e di non dover ricorrere di continuo a specialisti o ambulatori o ad altre cose "esterne", ma gli ospedali moderni funzionano così e se per un medico "in formazione" può non essere il massimo per i pazienti direi che è sicuramente meglio.

Mi sento di concludere che, nonostante le mie rimostranze iniziali, l'esperienza in reparto è stata assolutamente positiva. Di sicuro è un tipo di lavoro troppo lineare e "impostato" per i miei gusti, per certi versi anche simile a quello che facevo come ingegnere (e non lo intendo certo in chiave positiva). Ma il lavoro è stato piacevole sia come carico lavorativo, sia umanamente e sia come possibilità di imparare o di mettere in pratica cose che già conoscevo.

A breve qualche notizia sul Pronto Soccorso e su quello che sto facendo ora. Lascio passare i miei soliti 2-3 4 5-6 mesi tra un post e l'altro, e poi torno :)

Simone

29/10/16

Riflessioni dopo il primo anno di specializzazione.

Il secondo anno inizia così...
Qualche giorno fa, ho sostenuto l'esame del primo anno di specializzazione.

Diciamo che si è trattato più di una formalità che altro (non credo di aver mai sentito di uno specializzando bocciato e cacciato via da una qualunque scuola!) ma un minimo di tensione comunque c'era, e meno male che è andata liscia.

In questi giorni ho iniziato pure il corso SIUMB, che sarebbe un acronimo per società italiana di ultrasonologia in medicina e biologia. Un corso di ecografia, insomma.

Sono appena stato ad Ascoli per seguire il convegno teorico, e sto frequentando un ambulatorio per la parte pratica. Dovrei finire a Gennaio, sempre sperando che il test a crocette per la parte teorica sia andato bene. Vedremo.

Se ricordate dai vecchi post sul vecchio blog, di quando invece insomma ero giovane, io la specializzazione ero partito con l'idea di non volerla proprio fare per niente. Poi complice il fatto che tutti mi consigliavano di tentarci, nonché il peso non indifferenta della miracolosa vittoria al concorso, ho deciso di provare e vedere - almeno per i primi tempi - come sarebbe andata andata, per decidere poi se restare o andarmene.

I primi mesi sono andati bene, e allora ho spostato l'asticella fino a un anno. Ho detto "gli do un anno di tempo. Vediamo come va, e poi decidiamo".

E ora anche questo primo anno si è concluso. E insomma: è forse il momento di tirare un po' di somme? Direi proprio di sì.

A questo punto, nella prima stesura del post, ero partito descrivendo ogni singolo aspetto della specializzazione come ore, modalità di lavoro, il confronto della vita odierna da "dipendente" con quella passata da libero professionista e così via... ma era una roba di una noia mortale. Per cui tagliamo tutto, e passiamo subito alle conclusioni:

Il primo anno è andato - complessivamente - bene. Poteva andare meglio, ma comunque poteva andare davvero estremamente molto peggio.

Ci sono stati un sacco di casini di cui non parlerò, oltra a cose che - forse anche a causa della vecchiaia incipiente - trovo davvero difficile mandare giù, ma rispetto alle mie aspettative direi che il tutto è andato complessivamente molto ma molto meglio del previsto... per cui, ok: promosso. Andiamo avanti, e iniziamo il secondo anno.

Qualche riflessione sulla vita del medico specializzando, ma che vale - credo - anche per qualsiasi medico semplicemente tale. Forse sarebbe stato meglio rimandare questo discorso agli aggiornamenti futuri, che non è che abbia proprio abbondato con notizie e racconti ultimamente, ma questo non è un serial TV e non è che vi devo lasciare col cliffhanger, che se no non tornate (sempre che qualcuno ancora sia rimasto dopo una pausa tanto lunga).

Insomma, fare il medico di pronto soccorso in un ospedale grande (io sono stato sempre in questi, per cui non so tanto dirvi riguardo a quelli più piccoli) è un continuo scontro con criticità da dover risolvere. E se alcune di queste criticità sono quelle che uno semplicemente si aspetta e sulle quali è normale intervenire (tipo - banalmente - avere a che fare con qualcuno che si sente male), altre lo sono un po' meno.

Può capitare il super-accesso di persone in PS con un affollamento molto più elevato del normale, quando il personale sanitario però rimane sempre lo stesso. Può capitare che, mentre lavori, ogni minuto arriva qualcuno o qualcosa a interromperti... e comunque se non sei in ogni caso perfetto e velocissimo se la prenderanno tutti lo stesso con te.

Può capitarti di avere a che fare con persone che ti mettono in difficoltà, maleducate, invadenti o aggressive: come quei parenti che non vogliono assolutamente lasciarti lavorare in pace e stanno lì tutto il tempo a interromperti e a criticare quello che fai, o colleghi che invece di alleggerirti il lavoro te lo rendono 100 volte più pesante.

Ti ritrovi ogni tanto a guardare gli specialisti di altre scuole, "proiettati" verso una professione che porterà un lavoro più semplice e forse più remunerativo, e a chiederti perché hai fatto questa scelta del cavolo invece di cercare una strada più facile.

La medicina d'urgenza in Italia, come il lavoro di pronto soccorso, sono stati spesso relegati a "rito di iniziazione" per i nuovi medici in attesa di contratti migliori. Oppure il turno in PS era quello che "ti toccava" a giro, una volta per uno, e quando toccava a te dovevi solo fartela passare ed evitare di rompere le palle ai colleghi.

Il medico di Pronto Soccorso era quello su cui scaricare tutte le rotture di palle dell'ospedale. E in quanto ultimo arrivato, ultima ruota del carro e - semplicemente - speranzoso di poter ambire anche a posizioni più elevate, era pure il caso che si stesse buono senza stare lì a lamentarsi e a borbottare.

Ora il medico d'urgenza è uno che ha scelto quello, vuole fare quello e studia per saper fare quello. Ma è una mentalità che è difficile far entrare nei nostri ospedali.

Il rischio è che anche con la specializzazione e il contratto (insperato) da medico urgentista, si rimanga relegati in un cantuccio, a fare quello che si faceva quando la medicina d'urgenza nemmeno esisteva e il pronto soccorso era il posto da cui quasi tutti volevano scappare.

Insomma - in sintesi - fare il medico d'urgenza è difficile. E non solo per il lavoro in sé, ma anche per la situazione in cui ci si trova a iniziare questa professione e al modo in cui ci si deve rapportare con le altre specialità che ancora non ci conoscono.

Ma fare il medico di pronto soccorso ha anche un aspetto positivo. Una cosa che lo fa brillare, almeno ai miei occhi, e che poche altre specializzazioni hanno: qualcuno viene da te perché sta male. Tu lo visiti, chiedi esami, valuti i risultati, capisci qual è il suo problema e lo indirizzi alle cure più adeguate.

Il medico di pronto soccorso è il primo ad avere un contatto con il paziente, a fare diagnosi e a impostare una terapia. Che a voi sembrerà strano, e di sicuro sembrava strano a me quando muovevi i primi passi nei vari reparti e ambulatori, ma quasi nessun medico fa più questo.

Gli ospedali sono impostati in maniera tale che, quando un paziente si ricovera in un reparto o entra in sala operatoria, sulla cartella c'è quasi sempre già scritto tutto, visto tutto e deciso tutto. Senza togliere niente ai colleghi, che fanno ben altre cose e di ben altro livello, l'aspeto di valutare e decidere sul percorso da prendere per un malato spetta in primo luogo al medico di pronto soccorso e forse - ma in maniera diversa - al medico di base.

Il medico d'urgenza fa - nel più completo significato del termine - il dottore. E per questo mi piace questa specializzazione, mi piace questo lavoro e credo che andrò avanti nonostante tutti gli infiniti problemi, motivi di stress e casini vari che ci spingono quotidianamente sempre di più verso la via del burnout.

Perché non credo semplicemente che potrei fare nient'altro.

Simone

18/07/16

In bocca al lupo!

Potete scegliere una scuola diversa. Se proprio dovete.
In extremis, e dopo la "cazziata" di Chiara nei commenti al post più in basso, mi riaffaccio sul blog per fare il mio più sentito incoraggiamento a chi domani ha la prima prova del concorso di specializzazione.

Un anno fa, quando toccava a me, ero eastremamente scoraggiato, pessimista, negativo e quant'altro. Poi alla fine è andata benissimo, perché sono riuscito a entrare nella scuola che avevo scelto e nella mia città... anche se ho la fortuna di vivere in una città grande dove le possibilità sono ovviamente maggiori.

Insomma è fattibilissimo vincere anche con un curriculum non stellare e senza la conoscienza globale e totale di certi colleghi studenti che stavano sempre una spanna avanti a me.

Potete farcela insomma, per cui andate lì, spaccate tutto e tornate con il vostro bel posto da specializzando in tasca!

Simone

P.S.

Riguardo al blog, scusate se sono latitante ma come dicevo già da un po' è ora di trovare altri argomenti e nuove idee. Comunque avevo intenzione di aggiornarvi sugli sviluppi della specializzazione, magari nei prossimi giorni ci rivediamo!

17/05/16

Ogni tanto succede qualcosa!

In Australia ho aggiornato 10 ore prima! O 14 dopo, non lo so.
Per dire: ogni tanto aggiorno pure il blog, visto?

Mi spiace se sono mancato per un po' di tempo, ma tutto sommato parlare di come la specializzazione prosegue senza particolari problemi è - a parer mio - poco appassionante e non troppo meritevole di aggiornamenti serrati e ripetuti.

Comunque, davvero, che altro dovrei dire: volevo fare il dottore per avere un lavoro che mi piacesse, e adesso - a un po' di anni di distanza - sto facendo quello che mi piace. Che altro si potrebbe dire o aggiungere? Diciamo che è andata alla grande, e ora potrei iniziare pure a parlare di altro... se solo mi venisse qualche idea decente :)

Altre novità? Intanto il mio vecchio editore mi ha contattato, e stiamo per realizzare una versione ebook del mio vecchio libro sulla scrittura, "Io scrivo". In un periodo in cui con la scrittura mi ero un po' "ammosciato" direi che anche se non è niente di nuovo (è solo la ripubblicazione del libro vecchio) è una grande notizia. Dovrebbe uscire a fine mese se riesco a rivedere le bozze in tempo, comunque in ogni caso non sarà comunque questione di molto.

Ancora: oggi ho fatto un turno con la Croce Rossa. Come (penso) di avervi già detto, una volta al mese faccio il dottore nel "giro" per i senza fissa dimora. Non che si possa fare chissà che medicina di chissà quale livello avendo a disposizione risorse tutto sommato limitate, però anche qui sto facendo quello che a suo tempo mi ero proposto di fare... e se forse è più impegnativo e - per certi versi - stressante di come lo immaginavo, anche qui pare che le cose stiano andando veramente per il verso che volevo.

Senza stare a farvi tutto il racconto (lo so, mi sono impigrito) oggi c'era uno che stava male, e io ho avvisato il 118 che ci ha mandato un'ambulanza. E se da un lato la responsabilità di "capire" che qualcuno ha bisogno di qualcosa di più di un antifinammatorio o che gli misuri la pressione, per poi mettere in moto tutto un meccanismo che impegna tempo e risorse mi lascia abbastanza sull'atterrito, dall'altro ho ritrovato quel brividino che mi ricorda che ho scelto la professione che mi piace e che non saprei davvero di cos'altro occuparmi altrimenti.

Tra l'altro in mezzo ai tanti volontari ho pure beccato uno che studia medicina, mi conosce e ha letto tutto il vecchio blog (ciao Nicola!). Che poi incontrare gente che mi riconosce per via della scrittura mi mette sempre un po' in crisi (ho scoperto che non vorrei mai diventare un autore famoso!) però insomma: è pure il segno che tante cose che ho fatto continuano piano piano ad avere un qualche senso, e a viaggiare parallelamente.

Ed eccoci qua. Mi sentivo un po' in colpa per aver abbandonato il blog per così tanto tempo, però ci tenevo a dirvi che non è che ho mollato tutto in preda a quache crisi post seconda laurea, ma le cose vanno avanti e sono tranquillo. Certo da qui a essere un medico completamente formato, autonomo e ad avere il ruolo e le capacità che vorrei ancora ce ne passa... ma chi è completamente "arrivato" dopo soli 6 mesi che lavora?

Ci vorrà ancora un bel po' di tempo, ma - intanto - spero di essere sulla strada giusta.

Simone

25/03/16

Turni e rotazioni.

La prima gif animata in 10 anni di blog! Funzionerà?!
Ho quasi finito i primi 2 dei 3 mesi della rotazione in pronto soccorso.

Devo dire che mi trovo bene. Anche troppo bene. Cioè, per chiarire: io metterei subito la firma per fare solo ed esclusivamente questo per i 4 anni e mezzo di specializzazione che rimangono.

Mi piace fare i turni e non dover andare in ospedale sempre di mattina. Mi piace il pronto soccorso. Mi piace essere il primo a vedere un paziente acuto.

Mi piace aver studiato l'elettrocardiogramma, la radiologia, l'emogas, la semeiotica, l'ecografia e tante e altre cose, e applicarle su qualcuno che non sta bene per riuscire a capire che cos'ha.

E - anche se sembrerà un'affermazione un po' "pesante" - mi piace fare le notti. Non tanto per le notti in sé, che come tutti detesto, quanto per i 2 giorni di riposo una volta che ho smontato.

Certo è che è un tipo di lavoro e di impostazione - questa del pronto soccorso dico - che penso non sia la più adeguata per imparare. Che poi io ho già "imparato" abbastanza cose, ma c'è bisogno di crescere ulteriormente e non è detto di poterlo fare senza guardarsi anche un po' in giro.

Da studente in fin dei conti stavo un po' "da parte". Non ero richiesto né necessario. E se volevo stare dietro a cose che mi interessavano di più potevo farlo e potevo dedicarmi di volta in volta al paziente più interessante o all'esame e alla procedura che poteva insegnarmi di più.

Da specializzando devi fare - anche - il tuo lavoro. E se stai dietro al tuo lavoro non è che puoi mollare tutto per andare in radiologia a vedere l'ecografia che ti interessa, dal chirurgo per mettere i punti o insomma in generale non puoi fare quello che ti pare a te.

Per cui sarebbe bello e anche per certi versi giustissimo fare 5 anni di pronto soccorso e basta, ma ci saranno tante altre rotazioni e posti in cui frequentare (già probabilmente da Maggio).

E se da un punto di vista non avrei voglia di cambiare e fare altro, da un altro punto di vista mi rendo conto che serve anche quello, e che mi toccherà andare pure in posti che non mi piacciono per niente anche solo per imparare un'unica singola cosa che potrebbe servirmi un domani.

Sempre seguendo quest'idea, penso a breve di iscrivermi a un corso di ecografia da seguire al di fuori dei turni da specializzando.

C'è una società che si chiama SIUMB e che organizza corsi a livello nazionale. C'è una scuola SIUMB un po' in tutti gli ospedali grossi di Roma... e insomma: iniziamo a "spingere" un po' di più sull'ecografia della SIUMB, e più avanti vedremo di concentrarci anche sulle altre cose.

Concludo scusandomi per la lunga assenza, per aver tardato un sacco a rispondere a qualche mail (ma credo di aver risposto a tutti, se non è così scrivetemi di nuovo!) e per aver latitato pure un po' sui commenti. A questo "giro" però ho scritto un posto un attimino più lungo del solito... per cui spero di aver - almeno in parte - rimediato :)

Simone

26/02/16

Meglio.

Foto che ho usato e riusato 10 volte. Grazie, Wikipedia!
Dopo qualche turno un po' così così, ho iniziato a entrare un pochino di più negli ingranaggi del pronto soccorso, e gli ultimi giorni sono andati piuttosto bene.

Praticamente mi è capitato di chiamare pazienti in attesa, fare anamnesi (e vabbe') visite, ecografie, prelievi, chiedere esami... eccetera, eccetera ed eccetera.

Tutto ovviamente in una forma "embrionale", da migliorare o sotto la supervisione di infermieri e strutturati di turno, e con una lentezza che una volta che ho visto un paziente io ne sono arrivati altri 10. Però, insomma, l'ho fatto.

Quello che un po' mi manca è l'aspetto della terapia e del decidere cosa fare se dagli esami viene fuori qualcosa e il paziente va ricoverato. Ma appunto l'idea è che io sia li proprio per imparare anche questo.

Oltre a questo ci sono anche i codici rossi, la parte gestita dai rianimatori, i consulenti, la radiologia... questo per dire che è tutto un po' più complicato di così e non è ovviamente che ho iniziato a fare chissà cosa dall'oggi al domani o che stavo qui per vantarmi di chissà che. Volevo solo dire che ho fatto quello che mi piace fare, e sono contento.

Devo anche dire che l'esperienza passata da studente e tirocinante e poi col master (che ho dovuto abbandonare) mi ha aiutato e impostato tantissimo. Avessi dovuto iniziare da zero, penso che l'impatto sarebbe stato più difficile.

Comunque sono proprio contento: nel personale ci sono anche già alcuni specialisti in medicina d'urgenza, e quando ho seguito per intero (o quasi) dei pazienti con loro mi sentivo molto, molto, molto indirizzato su un percorso che mi piace e che vorrei continuare a percorrere.

Le notti pure sono andate benino. Lì però lo specializzando ha un ruolo diverso, e diciamo che è molto più faticoso e un po' meno gratificante. Però dopo la notte hai 2 giorni di riposo, e io la vedo un po' più così: della serie "resisti, che poi domani e dopodomani ti riposi".

Comunque sia diciamo, che io mi farei tranquillamente tutti e 5 gli anni di specializzazione così.

Questo purtroppo non sarà possibile: tra altri 2 mesi ci sarà una nuova rotazione e mi manderanno di nuovo in reparto e poi in (credo) cardiologia. Qualche turno da coprire in pronto soccorso me lo daranno sempre, ma non sarà proprio come fare l'urgentista a tempo pieno. L'idea è quella di mandarci in tanti posti a imparare tante cose che poi utilizzeremo come urgentisti. E come idea sulla carta non è niente male. Bisognerà vederne - in pratica - la realizzazione.

Comunque sia, se l'unico (quasi) aspetto negativo del pronto soccorso è che non sono sicuro di poter fare tanto pronto soccorso quanto vorrei, possiamo anche dire che è l'ennesima conferma di aver trovato la strada che mi piace e di aver fatto la scelta giusta.

In futuro o anche solo più avanti non so cosa farò e dove andrò a finire come medico. Intanto direi che possiamo essere soddisfatti.... e andiamo avanti così.

Simone

31/01/16

Domani si ri-parte!

La mia giornata tipo, a breve...
Dopo i primi 3 mesi di reparto, da domani inizio ad andare in pronto soccorso.

Non si tratterà di una sede "fissa", bensì di un periodo di 3 mesi dopo il quale dovrò ruotare di nuovo.

Cosa che per certi versi può anche essere un vantaggio, visto che cambiando spesso si possono vedere più "posti" e allo stesso tempo diminuisce il rischio di stressarsi troppo.

Per tirare le prime somme: 3 mesi di reparto ti fanno capire molte cose di come funziona un ospedale. Impari a gestire ricoveri e dimissioni, impari molto dell'organizzazione generale, e hai la possibilità di studiarti un po' meglio farmaci e terapie, cosa che da studente - almeno nel mio caso - non capitava di fare spesso.

Adesso la novità più grande sarà quella di iniziare a fare le notti - 4 al mese almeno per ora - e devo ancora scoprire come vivrò effettivamente la cosa. Per ora conto di smontare dalla notte, tornare a casa, dormire (se ci riesco) fino a verso le due e poi vivere il resto della giornata come se semplicemente avessi passato una normale nottataccia di quelle in cui uno non riesce a prendere sonno.

Farlo 1 volta - una tantum - è già capitato, e bene ho male è andata bene. 4 volte in un mese può iniziare a essere pesante, per cui farò un po' di prove e capiterà di sicuro la giornata in cui sarò più uno zombi che un essere umano... ma alla fine sono turni che fanno in tante persone e bene o male vedo che tutti quanti riescono ad abituarsi.

Intanto domani si comincia. Sono lievemente in ansia ma niente di che, e spero che tolti i primi gorni di "rodaggio" alla fine riuscirò a ingranare e i prossimi mesi fileranno lisci come i primi.

Per qualche notizia in più e qualche aggiornamento, ovviamente, vi farò sapere nei prossimi giorni.

Simone

04/01/16

Bilancio di fine - o di inizio - anno.

Io, dopo queste feste, certi "bilanci" li eviterei.
Bilancio direi più che positivo per questi primi due mesi di specializzazione.

In reparto mi trovo bene. Il lavoro è interessante, i medici sono sempre stati gentilissimi e più che disponibili, e con gli altri specializzandi sto andando d'accordo.

In particolare con i colleghi del mio stesso anno ci siamo organizzati alla perfezione, e se c'è bisogno di scambiarsi qualche turno o se qualcuno ha un problema si riesce sempre a trovare il modo per risolvere la questione.

Anche i ritmi di lavoro sono decisamente accettabili... e insomma: questi primi due mesi sono volati, e non potevo proprio sperare di iniziare meglio.

Da questo mese iniziamo a fare qualche turno di notte in Pronto Soccorso. Un turno soltanto, a dire il vero, tanto per cominciare a farsi un'idea. E poi da Febbraio partono le rotazioni nei diversi reparti e ambulatori dell'ospedale, e che proseguiranno per tutti e 5 gli anni della specializzazione.

Io inizio col Pronto Soccorso, per 3 mesi. Cosa di cui sono molto contento (visto che ho scelto medicina d'urgenza proprio per questo) ma anche un pochino in ansia. Di sicuro il lavoro in pronto soccorso sarà più impegnativo di quello in reparto: dovrò prendere familiarità con una ambiente nuovo, gli orari saranno più rigidi e ci saranno certamente situazioni impegnarive. Per cui mi aspetto 3 mesi abbastanza "tosti", ecco.

Per il resto di questo primo anno avrò turnazioni di nuovo in reparto, e poi anche in Cardiologia. Con i cardiologi spero di poter rimettere mano all'ecografo (che ultimamente ho un po' abbandonato) e riuscire - nei limiti del possibile - a imparare a fare le ecocardiografie un po' meglio. In reparto come già detto mi trovo alla grande, per cui non possiamo che essere ottimisti e aspettarci che il bilancio rimanga positivo anche in futuro.

Ma questo insomma si verdrà più tardi. Ora continuiamo così: terzo mese di reparto, prima notte in PS. E poi si vedrà.

Riguardo ai "progettini" di cui parlavo l'altra volta: sul materiale anisotropo (o quello che era) per fare le ecografie cerebrali purtroppo non sono più riuscito ad avere notizie. Probabilmente è un qualcosa che funziona ancora solo a livello teorico, oppure ci stanno lavorando ma non ci sono - per il momento - nuove pubblicazioni. Vedremo magari se esce qualcosa in futuro.

Riguardo al libretto sugli ECG, sto continuando a raccogliere tracciati in reparto quando trovo qualcosa di interessante. Per il momento non ne ho moltissimi, ma forse dovrei iniziare già da subito a impostare la cosa così da avere un lavoro che si concretizza piano piano, piuttosto che ritrovarmi con tonnellate di materiale sul quale poi sarà difficile andare a mettere le mani.

Vedremo anche qui che cosa succede.

Per il resto, non posso fare a meno di augurare buon anno a tutti quanti... e ci si risente una volta finite le feste.

Simone

25/11/15

Pro e contro della specializzazione, finora.

La media dei pro e dei contri dà un risultato... medio.
Penso sinceramente - e questa cosa l'avevo già prevista - che dopo l'ingresso in specializzazione il blog abbia un po' rallentato.

Forse manca un po' quell'idea di base di voler raggiungere qualcosa, e che ora - dopo che il "qualcosa" è stato raggiunto - ovviamente non si può più sfruttare.

Arrivare alla fine della specializzazione non è certo un obiettivo valido come arrivare alla laurea e cambiare vita... o almeno a me pare che non sia così, per cui dovrei trovare dell'altro.

O forse anch'io non mi sono tanto immedesimato in questo nuovo ruolo da medico alle prime armi, e non riesco tanto a tirare fuori post (quasi) interessanti con una certa frequenza come - spero - facevo prima.

E va bene, che tanto non è che nessuno viene qui a darmi un voto o a giudicare quello che dico. Speriamo piano piano di ritrovare un po' una specie di filo del discorso che ora latita, ecco.

Intanto vi lascio con qualche impressione così "leggera" su questo primo mese di specializzazione. Un po' di pro e contro:

CONTRO

- Alzarsi la mattina prestissimo, perché se esci di casa un po' in ritardo becchi il traffico della morte e non arrivi più.

- Il traffico della morte all'andata.

- Il traffico della morte al ritorno.

- Insomma il traffico.

- Pazienti dottori parenti infermieri barellieri elettricisti muratori e chiunque altro che ti chiedono cose di cui non sai nulla. E tu non puoi rispondergli "deve domandare al dottore", perché il dottore sei (pure) tu.

- Io ho fatto tutta 'sta storia per fare il medico di pronto soccorso... ma per ora pare che in pronto soccorso andremo più avanti. E vabbe', aspettiamo...

- Lo spaesamento totale di fronte a cose che nel posto dove stavi prima non si facevano, si facevano in maniera diversa o che comunque non sai e non sai fare.

- La burocrazia medica che rivaleggia con la burocrazia ingegneristica.

- La sensazione a volte di aver lavorato davvero tanto, per combinare davvero poco.

- Il fatto che - se tutto va bene - pranzi tra le 14:30 e le 15:15 e poi ti prende l'abbiocco.

- Il sabato che è come tutti gli altri giorni della settimana, e devi alzarti prestissimo uguale. 

PRO

- Mi stai dicendo che gli specializzandi li pagano?! Non mi pare una cosa tanto credibile, verificherò.

- Il fatto che - qualche volta - pare addirittura di imparare qualcosa.

- Quando parli con pazienti, parenti, infermieri e insomma tutta la gente che dicevo sopra, e ti pare quasi di aver fatto una figura decente.

- Tornare a casa dopo il lavoro e notare che hai ancora del tempo libero per fare altre cose... anche se poi lo passeresti a dormire.

- Il fatto che se per caso il traffico della morte ha la meglio e tardi un po' - almeno per ora - non ti fucila nessuno.

- Il sabato mattina, che non c'è traffico.

- L'idea che ora fai una cosa e più avanti ne farai altre e poi altre ancora. Così - male che vada - ti annoi di meno.

- Un sacco di gente con cui si lavora benissimo.

- Ricordarmi - di tanto in tanto - che fare il dottore, mi piace.

In sintesi, tante cose e tanti sentimenti contrastanti, con tanti lati negativi legati più ad aspetti "esterni" al lavoro vero e proprio, e che col tempo per forza di cose mi peseranno di meno.

Così aspettiamo futuri sviluppi, anche per le idee e per la scrittura (o soprattutto per quella) e - comunque - andiamo avanti.


Simone

15/11/15

Il lavoro da specializzando.


Altre due lettere di dimissione da scrivere...
Per il momento, gli aspetti più impegnativi di questo lavoro da specializzando sono stati:

1) Alzarsi presto 6 mattine su 7 per 2 settimane consecutive.

2) Il traffico assurdo per andare e tornare dall'ospedale.

Tolti questi due punti, che tra l'altro non hanno nulla a che vedere col lavoro vero e proprio, la specializzazione è partita in maniera totalmente indolore:

Sono in reparto la mattina presto. Mi guardo le consegne del turno prima e gli ultimi esami dei pazienti. Faccio un po' da "spalla" allo strutturato di turno. Litigo con lettere di dimissione e burocrazia varia e alla fine sono a casa per un orario più che accettabile.

Certo, ripeto, stare in ospedale 6 giorni su 7 è in ogni caso un bell'impegno, e alla fine pure la Domenica la passo più a dormire che a fare altro. Però in queste due settimane ho continuato a uscire la sera (magari rientrando un po' prima) a vedere i miei e insomma a vivere la mia vita "normale" senza pensare solo e soltanto al lavoro.

Ora mi aspetta una settimana con turni di pomeriggio, e poi si ricomincia da capo con questi "cicli" trisettimanali che dovrebbero durare circa 6 mesi. In ogni caso insomma devo ancora prendere meglio il ritmo, per cui le cose non potranno che migliorare ancora.

Riguardo al lavoro in sé, credo che mi piacerà di più quando inizierò ad andare in pronto soccorso, ma c'è da dire però che anche il reparto non è poi così male. Se fatto bene gestire un reparto di medicina è difficilissimo, e ci sono tante di quelle cose da capire e da imparare che è comunque una sfida enorme.

Certo, mi manca un po' la concitazione del pronto soccorso e la "velocità" delle emergenze. Mentre in questo primo anno la maggior parte del tempo la passerò a imparare un po' di più su terapie, su come è organizzato l'ospedale e su cosa devi cliccare sullo schermo per chiedere un esame e a che numero devi telefonare quando il suddetto esame si perde e non arriva più.

Ma insomma, ammetto che mi sarà utile conoscere un po' meglio tante cose che prima - andando solo in pronto soccorso - semplicemente non vedevo. E c'è anche da dire che tutto questo "da fuori" pareva molto peggio, e che - tutto sommato - a tratti il lavoro è stato anche divertente.

Qualche dettaglio in più, e qualche "storia" nello specifico con pazienti e colleghi del reparto magari ve la racconterò con i prossimi aggiornamenti. Intanto ora stacco e vado a dormire, che domani si riparte.

Simone

08/11/15

La prima settimana di specializzazione.

La mattina entri qui... poi vai dritto, sali su ed entri in reparto.
Buona parte del primo anno di specializzazione la passerò nel reparto di Medicina d'Urgenza.


Alla fine c'è chi dice che all'inizio in reparto impari più cose eccetera eccetera. E sarà anche come dicono loro, ma io avrei preferito stare in pronto soccorso fin da subito per cui, insomma: arrivo il primo giorno alle 8 di mattina che non sono proprio convintissimo di essere finito nel posto dove volevo stare, e non so cosa aspettarmi.

Piano piano arrivano i dottori strutturati, e iniziano a vedere i pazienti ricoverati. C'è stato un gran movimento nel fine settimana, sono un po' tutti pazienti nuovi, e - insomma - c'è molto da fare.

Ci sono le consegne della notte prima da verificare. Poi bisogna sapere chi deve andare a fare degli esami, e dove. Si fa il giro visita, e dopo bisogna scrivere al computer per ogni paziente che cosa è successo, che novità ci sono e cos'altro si deve fare.

Se dimetti uno c'è da scrivere la lettera (appunto) di dimissioni, e se non sai come si fa è un po' un casino. Poi c'è chi arriva, chi telefona, i parenti che chiedono notizie, la terapia da scrivere... insomma, un botto di cose.

Il gruppo che seguo io ha quattordici pazienti, e io non mi ricordo chi sia nemmeno mezzo. Tanta medicina interna che io non conosco. Un modo di lavorare per forza di cose un po' diverso a quello a cui ero abituato e pure tanta, ma tanta burocrazia da tenere a bada.

Finisce il turno che sono un po' stanco. Non mi pare di averci capito molto, ma vedremo meglio domani.

Martedì sono di nuovo in reparto dalle 8... e va tutto molto peggio: gli altri dottori sono informati del risultato degli esami del giorno prima, ma io non ho capito come hanno fatto a vederli. Per scrivere una lettera di dimissione ci metto 1 ora. Qualcuno va a fare TAC e coronarografie, ma non so chi, come, dove e perché.

In pronto soccorso bene o male c'erano delle cose che facevo io, e avevo trovato un certo equilibrio, ma qui mi sento completamente un pesce fuor d'acqua. Mi domando se ce la farò a resistere un anno intero in questo modo, e la risposta è che non lo so.

Mercoledì arrivo un po' più determinato. Al computer riesco a capire dove sono le consegne aggiornate. Me le stampo, leggo gli ultimi esami fatti dai pazienti e cerco di ricordare chi ha fatto cosa e - più o meno - qual è il risultato.

Qualcosa ancora me la sono persa, però al giro visite sono un minimo più orientato e riesco a capirci un pochinino di più. Alla fine, insomma, andiamo meglio.

Giovedì finalmente scopro che, se chiedo alla capo-sala, c'è un elenco con tutti gli esami che devono essere eseguiti in giornata. Cioè se Mercoledì sapevo che il signor Piripacchi avrebbe dovuto fare - prima o poi - l'ecografia dell'orecchio, adesso potevo sapere anche nello specifico se la faceva questa mattina o questo pomeriggio. Un trionfo.


Venerdì arrivo che sono contento. Riconosco addirittura alcuni dei nostri 14 pazienti, mi riguardo gli esami e - con un minimo di apprensione - di tanto in tanto butto pure uno sguardo alla terapia. Sulla lettera di dimissioni scrivo anche qualcosa di vagamente più specifico di un: è venuto in ospedale, perché stava male.

Sabato mattina alzarsi dal letto è un mezzo dramma. Ma devo ammettere che - dopo di quello - la giornata è tutta in discesa. Tra l'altro essendo Sabato per strada non c'è nemmeno traffico, e andare in ospedale l'avrei quasi potuto definire "piacevole".

Quello che ho capito in questi primi giorni, è che in reparto il mio limite principale è che sto appresso a fogli, fotocopie, cartelle, esami, stampe, tracciati e tutto il resto... ma poi mi scordo completamente chi cazzo siano i pazienti, e che cosa stiano lì a fare.

Ogni tanto però di qualcuno mi ricordo. Vado a salutarlo e a vedere come sta, e magicamente mi tornano un po' alla mente anche i suoi esami e quello che gli è successo. E mentre lo faccio mi rendo conto che mi piace pure, e che mi sto - quasi - divertendo.

Bisogna lavorare su questo: curare le persone, e non le loro carte. Che in un certo senso è un po' come quando in sala rossa mi dicevano che dovevo preoccuparmi del paziente, e non dei parametri che leggevo sul monitor.

Alla fine, insomma, un punto in comune tra pronto soccorso e reparto l'abbiamo pure trovato. E a questa prima settimana - nonostante le premesse tragiche - siamo pure sopravvissuti.

Speriamo di andare avanti così.

Simone

01/11/15

Domani si comincia!

Io sono quello seduto con la trippa.
Domani inizia ufficialmente la mia "carriera" di specializzando in medicina d'urgenza, e mi sento in mezzo a una specie di tempesta di ansia, euforia, anticipazione e vero e proprio panico.

È vero che sono già andato nel nuovo ospedale un po' di volte, per prendere un po' di confidenza e iniziare un minimo a sapermi orientare. Però il primo turno ufficiale vero e proprio è - per l'appunto - domani mattina, e insomma magari il panico non ce l'ho davvero ma un pochino la cosa si sente.

Almeno per i primi tempi (leggi: "mesi") sarò esclusivamente in reparto senza notti, turni in pronto soccorso, rotazioni in altri posti o altro. Col passare del tempo mi aspetto che gli impegni aumentino, ma per il momento l'orario è piuttosto tranquillo e non dovrebbe essere un inizio con un impatto troppo pesante.

La mattina poi ci sarà sempre un secondo specializzando, del primo anno pure lui. Ed essendo sempre in due probabilmente un po' tutte le cose si riusciranno ad affrontare meglio.

Insomma credo che un po' di preoccupazione sia "fisiologica", ma in fin dei conti non dovrei aspettarmi niente di strano o di insormontabile, almeno all'inizio.

Riguardo alle aspettative per il futuro della specializzazione e per questi cinque anni, ricorderete che io ero partito con l'idea di trovarmi qualcosa da fare senza specializzarmi proprio.

Per cui almeno per il momento ho deciso di prendere quello che verrà come verrà, contando che sarà comunque qualcosa di più e di guadagnato rispetto ai "paletti" che mi ero posto da solo all'inizio.

Insomma, eccoci qua: ci siamo. Domani si parte.

Fatemi un bell'"in bocca al lupo".

Simone

26/09/15

La quiete prima della tempesta.

E dopo la prima settimana: "non vedo l'ora di andare in ferie!"
Era un po' che non aggiornavo il blog.

Il fatto è che, terminato il concorso e finiti gli scorrimenti, non è che ci sia stato più molto da dire.

Ho fatto tutte le procedure di immatricolazione alla specializzazione, ho fatto le visite di controllo per la sorveglianza sanitaria, sono andato a incontrare il direttore della mia scuola e alcuni degli altri specializzandi e - ovviamente - ho visto l'ospedale nuovo.

La struttura è enorme, bellissima, di quelle dove ti perdi dentro. Un po' come tutti i grandi ospedali, del resto.

Per trovare i vari ambulatori dove ho fatto le visite mi sono perso 3-4 volte. E se dove mi sono laureato e ho frequentato per anni c'era ormai una sensazione di familiarità e di "routine", ammetto invece adesso di essermi sentito un po' un pesce fuori dall'acqua.

Ci vorrà un po' insomma, una volta iniziata la specializzazione, per ambientarmi, ma penso che questo sia fisiologico e - insomma - ci passerò tanto di quel tempo che alla fine inizierà per forza di corse a sembrarmi una seconda casa.

A parte questo, tutto sommato c'è poco da dire: tra un po' mi daranno il tesserino e dovrò tornare per scegliere la taglia della divisa. Ma per il momento sto in tutta tranquillità ad aspettare il primo novembre, data dell'inizio della specializzazione.

Credo che una volta iniziato avrò decisamente poco tempo libero, per cui prenderò l'occasione di questi giorni per starmene il più possibile tranquillo e per sistemare un po' di cose ora che ho l'opportunità di farlo.

Per il resto sono abbastanza eccitato da questa nuova opportunità, e se come ho già detto nel prossimo futuro non mi capiteranno più tanto facilmente dei periodi di pausa, è pure vero che spero quasi che questi giorni passino in fretta e che non vedo l'ora di cominciare.

Continuo a chiedermi tante cose: come sarà il lavoro? Che orari farò? Che reparti mi faranno frequentare? Sarà pesante fare avanti e indietro da casa, visto che l'ospedale è piuttosto lontano? Mi ambienterò facilmente? Come saranno i miei nuovi colleghi?

Più di tutto: in questi 5 anni diventerò davvero un medico esperto, e sarò capace di fare bene il mio lavoro e di "investire" - diciamo - come si deve le mie capacità una volta che sarò "fuori" dagli ospedali universitari?

Tante domande. Forse troppe, direi.

Ma è anche vero che la parte difficile, in tutto questo percorso, è stata la laurea. Poi preparare il concorso, tutti questi mesi del master col dubbio se sarebbe servito a qualcosa e se avrei mai trovato davvero un lavoro come dottore.

Ormai invece sono qui, e il più e veramente fatto. Posso anche semplicemente godermi il momento, e aspettare con calma che le cose facciano il loro corso.

Simone

04/09/15

Ho ri-vinto il concorso di specializzazione.

Il miglior posto dove specializzarsi: a casa.
Alla fine le nuove graduatorie sono uscite.

C'è stato un solo scorrimento di un unico posto, con l'incredibile risultato che risulto assegnato a Roma.

Effettivamente, fare la specializzazione in Medicina d'Urgenza nella mia città mi pareva un risultato irrealizzabile, ed era uno dei principali motivi (se non proprio l'unico) per cui non avrei voluto nemmeno tentare il concorso di specializzazione.

Cioè - mi dicevo - ma come è possibile che io riesca a superare centinaia di 20enni super-preparati? Era impossibile.

Certo la fortuna ci ha messo molto del suo: alla fine anche una sola crocetta messa in maniera diversa poteva cambiare totalmente le cose, e lo stesso gli scorrimenti non erano scontati ma anzi - in un concorso del genere - ci si aspettave che non ce ne fossero proprio.

E così in questi giorni ho anche realizzato che, forse, sono (quasi) bravo a dare consigli, ma che sono sicuramente meno bravo a consigliarmi da solo. Cioè, a chi mi dice di volersi iscrivere a questa o quell'altra facoltà, o che ha dei dubbi o insomma non sa se provare o no, io dico sempre: intanto provaci, poi vedi come va e alle brutte - per lo meno - avrai fatto un tentativo.

Eppure se fosse dipeso da me avrei lasciato perdere e basta. Fortuna che mi sono lasciato convincere da un (bel) po' di persone che la pensavano diversamente. E così pure io alla fine mi sono detto: vediamo come va... e - contro qualsiasi mia aspettativa - è andata.

Mi torna in mente una frase che ho scritto - se non ricordo male - all'inizio di questo percorso. 6 o 7 anni fa: c'è qualcosa dentro di noi che ci fa credere che tante cose siano impossibili. Quando, invece, non è vero.

Se devo proprio essere sincero non ricordo benissimo come era la frase, e in che post e in che contesto l'ho scritta. In ogni caso, in questo momento della mia vita credo fortemente che viviamo in un mondo carico di cambiamenti inespressi, successi abbandonati e invenzioni mai portate a termine.

Abbiamo così paura che i nostri sforzi non vengano ripagati, che preferiamo la sicurezza di ciò di cui siamo scontenti. 

Ma insomma, senza farla troppo retorica o melodrammatica: con questa storia della specializzazione ho realizzato una cosa che non pensavo - assolutamente - di poter fare. Ancora non l'ho completamente realizzato, ma è così.

Alla luce di questo se avete un progetto, un'idea, un qualcosa che vorreste costruire... il mio consiglio è che per sentirvi depressi e sconfitti avrete comunque tempo tutta la vita. Intanto magari provateci: non si sa mai che - alla fine - non rimaniate sorpresi anche voi.

Simone

26/08/15

Il destino nelle graduatorie.

Un elenco di infinite possibilità! (E un poeta sprecato).
Non ho più dato nuovi aggiornamenti dopo la "notiziona" del concorso.

Il fatto è che stiamo ancora in una via di mezzo: ho vinto e sono entrato e sono - diciamo - "prenotato" in una sede X. Però c'è ancora possibilità che le graduatorie si muovano un poco, e di finire perciò nella sede Y... o che le graduatorie si muovano tanto e in maniera strana, spedendomi nella sede Z.

Fatto sta che cambierebbe davvero poco (l'importante alla fine era entrare), se non fosse che la sede X è relativamente lontano da casa, la sede Y è vicina e invece la sede Z è lontanissima.

Insomma dopo 3 settimane dalla "vittoria" del concorso non so ancora se dovrò fare un mezzo trasferimento, un trasferimento completo o se - cosa che ovviamente spero - rimarrò a casa mia.

La statistica insegna che dovrei iniziare ad accettare l'idea del semi-trasferimento e iniziare a fare i bagagli e a vedere quanto costa un Diesel usato. Però insomma finché le cose non sono definitive io non faccio niente e - con un po' d'ansia - aspetto gli scorrimenti delle graduatorie. Il prossimo dei quali ci sarà tra una settimana.

Quello che un po' fa riflettere è che, pur essendo felicissimo per la sede dove eventualmente finirei adesso, mi sono reso conto che a separarmi dalle persone che hanno vinto i posti più vicini a casa è un punteggio veramente ridicolo. Parliamo davvero che bastava che quel giorno al professore di Fisiologia gli girasse di darmi un punto in più, o una crocetta diversa messa durante il concorso, e le cose sarebbero cambiate radicalmente.

Anche il modo in cui sono cambiate alcune posizioni in queste settimane: chi si è iscritto a una seconda scelta facendo in un certo senso "saltare" un possibile scorrimento in mio favore. Chi ha (secondo me) sbagliato a inserire delle preferenze di destinazione e ora sta iscritto da una parte che non si capisce perché l'avrebbe messa a fare... e insomma: è proprio vero che cose piccolissime possono avere un peso enorme, e pare quasi un pochino che il destino si stia impuntando per mandarmi in una determinata parte d'Italia.

Ma, alla fine, se essendo partiti da Ingegnere avremo fatto tutto questo giro pazzesco per andare a finire lì (o per tornarci, visto che - incredibilmente - è proprio il posto da cui venivano i miei nonni) si vede che non poteva andare altrimenti.

Se invece insomma si muove qualcosa e rimango a Roma... be' forse mi aspetta una vita un pochetto più facile, almeno nei prossimi 5 anni, ma bisogna tenere in conto tante cose e sono più propenso a dirmi che "come va, vada".

Se poi la sfiga, la statistica, le crocette e ancora la sfiga (due volte, perché ce ne vuole) mi spedirà ancora più lontano, alla sede Z... tutto sommato andrà bene pure così, perché se l'ho messa tra le possibili destinazioni è perché si tratta comunque di un posto che mi piace.

Post un po' criptico? Aggiornamento che non aggiorna più di tanto? Be', che volete? Aspettate i risultati finali pure voi... e tenete le dita incrociate per me :)

Simone

06/08/15

Ho vinto il concorso per Medicina d'Urgenza.


Non mi è venuto in mente di meglio.
E insomma.

Prima prova disastrosa, seconda prova fenomenale, la certezza di "ho fatto bene, ma non abbastanza" che mi ha attanagliato fino a pochi minuti fa... e poi, vabbe', il titolo l'avete letto e non è una sorpresa: sono entrato.

Ora sto un po' sul rintronato e non è che abbia molto da dire.

Sono in graduatoria per un posto abbastanza vicino casa (quel "massimo 2 ore di viaggio" che mi ero imposto scegliendo le sedi), e se la graduatoria dovesse scorrere un po' potrei finire in una sede che forse mi piacerebbe di più... ma forse in realtà va già bene anche questa.

Certo restare a Roma sarebbe l'ideale, ma non penso che le graduatorie si muoveranno più di tanto. Comunque intanto siamo dentro.

La cosa migliore di tutto questo, è che anche se (ricorderete) ho sempre detto di non volermi specializzare, adesso posso decidere da dentro e pensare che ho comunque un percorso che posso seguire e portare avanti nei prossimi anni.

Tutt'altra cosa sarebbe stato dire "non mi specializzo" non per scelta, ma perché non avendo vinto il concorso era una possibilità che mi veniva semplicemente negata.

E - ri - insomma. Sono contento. Il post laurea è stato (be', direi che lo è tutt'ora) molto pesante, oscuro, pieno di incertezze, carico di un certo pessimismo che piano piano iniziava ad appiccicarmisi addosso.

Ora mi sembra che tutto possa ripartire, e che si inizi a respirare di colpo un po' d'aria fresca.
Non mi rimane altro che dire due cose:


1) Se non vi ho risposo in questi giorni, tra messaggi, mail, commenti e tutto il cucuzzaro, è perché ero davvero un po' fuori con la testa... e anche un po' fuori casa, che mi sono rilassato un minimo al mare. Per cui scusate e - nel caso - copincollate qualsiasi vostro messaggio non risposto e mandatemelo di nuovo.

2) Grazie davvero, a tutti, per l'appoggio incommensurabile che mi avete dato sempre con messaggi, mail, commenti e tutto il cucuzzaro di cui sopra. Tanti mi dicono che il mio (i miei?) blog li ha aiutati tantissimo. Io penso che abbia aiutato soprattutto me.

Grazie ancora a tutti, e a presto.

Simone

27/07/15

La notte prima del concorso.

Col filtro azzurro il mare sembra quasi pulito. Quasi.
Stanotte - a dire il vero - non lo so che faccio.

Diciamo che spero di riuscire a dormire presto, che domani mi aspetta un'alzataccia terribile (e pure dopodomani, se è per questo).

Oggi, invece, in giornata, mi sono andato un po' a "riprendere" al mare. Una passeggiata sulla spiaggia, un po' di sole, e insomma niente di che.

Credo che ammazzarsi proprio il giorno prima di una prova importante abbia poco senso. Ora che sono un po' più rilassato mi riguarderò appunti e schemini che mi sono fatto in questi giorni, e domani vedremo come andrà.

Che poi parlo bene ma razzolo malissimo, visto che da quello che ho appena scritto sembro uno che si sente super-tranquillo, e invece questa incertezza totale su cosa mi aspetta da qui a 6 mesi, 1 anno e 5 anni inizia veramente a farsi un po' sentire. 

Comunque vadano le cose, intanto io per prepararmi (nei limiti delle mie possibilità) ce l'ho messa davvero tutta, e tra domani e venerdì, in queste prove cortissime - si tratta di poche crocette al giorno - ma massacranti, cercherò di dare il meglio.

Poi alla fine della fiera faremo i conti con i risultati alla mano, e si potrà decidere se trasferirsi, accettare una seconda scelta o trovarsi qualcosa da fare come non-specialista, senza stare a preoccuparsi prima di decisioni che uno potrebbe semplicemente non trovarsi a dover prendere.

E vabbe': al mare ci siamo andati. Pure il blog l'abbiamo aggiornato. Ho già stampato i fogli dell'iscrizione e preparato tutti i documenti da portare alla commissione.

Non resta che ripassare un po' le ultime cose - come già vi dicevo - e poi almeno la parte "preparatoria" di 'sto cavolo di concorso è andata.

E vedremo un po' che cosa riusciamo a combinare.

Simone

10/07/15

13180 buoni motivi.

Tutti fermi buoni e in fila, che dobbiamo fare l'appello!
Aggiornamento carico di pathos (si fa per dire) con la notizia di praticamente 5 minuti fa arrivata dal Ministero: al concorso per la specializzazione siamo in - fammi vedere - 13180 partecipanti.

I posti a concorso sono qualcosa più di 6000. 6300, mi pare. E insomma, ora vi aspetterete il solito pianto lamentoserrimo di quello che "io la specializzazione manco la voglio fare"... ma, invece, siamo ottimisti: mi aspettavo molto peggio.

Avevo fatto due conti, e pensavo che saremmo stati 18-20 mila partecipanti. Un posto in specializzazione ogni 3 e passa. Così invece c'è - quasi - un posto ogni 2, e le statistiche si fanno più favorevoli.

Che poi se andassimo a vedere il numero preciso delle persone realmente interessate alla medicina d'urgenza, sono quasi convinto che il totale degli aspiranti medici di pronto soccorso sarebbe inferiore a quello dei posti a disposizione.

Certo a Roma o in altre città grande non si entra perché non si entra (visto che metteranno tutti quelle come prime scelte) ma secondo me il medico di pronto soccorso è e resterà un lavoro "desiderato" da pochi. Per tutti i motivi del caso che sono - essenzialmente - che si tratta di un lavoro faticoso, che si guadagna meno rispetto ad altri indirizzi, che ti becchi un sacco di fregature e responsabilità, che i pazienti ti denunciano e ti picchiano... e tutte le cose insomma che ti fanno amare questa branca della medicina.

Per cui, ecco, se ci fosse una selezione a parte del tipo "chi vuole fare l'urgentista, e solo l'urgentista, metta il dito qua sotto", secondo me bisognerebbe capire dov'è che ti mandano, ma alla fine ci sarebbe posto per tutti, o quasi.

Il guaio dei 13000 e rotti partecipanti, è che potendo ognuno mettere 3 scuole di specialità come possibili opzioni, finisce che ti trovi a competere con tanti altri neo-laureati che magari non entrano nella loro - ambitissima - prima scelta, ma che partono magari con un punteggio più alto del mio, sono più bravi (perché è vero che tanti, sulla teoria, sono più bravi di me) e possono facilmente raggiungere un punteggio migliore e fregarmi il posto.

Tutto giusto e tutto corretto: alla fine non è che uno può essere limitato a una scelta sola. Però pure un po' mi scoccia pensare che magari quello che volevo tanto fare io, finirà per essere la vita di qualcuno che invece voleva tutt'altro.

2 persone insoddisfatte al prezzo di una, insomma. Ma così è la vita. E sono 2 o 13mila, a seconda di come andrà 'sto concorso.

A parte questo insomma continuo a studiare (con un briciolo di ottimismo in più, lo ammetto). Dal 28 al 31 ci saranno le prove, e vi dico solo che tocca stare lì - in una sede lontana e immersa nel traffico - alle 8 di mattina per un test che inizia alle 11 e che dura 1 ora o pure meno, a seconda delle giornate.

Insomma mi aspetta una bella ammazzata. Ma almeno ho qualche buon motivo per crederci almeno un attimino in più rispetto all'ultima volta.

Vedremo. Vi farò sapere. E intanto torno a studiare.

Simone