
Adesso non ditemi che non è successo
anche a voi:
Siete in ufficio a lavorare, o a studiare, o come è
più probabile a farvi i cazzi degli altri su Facebook, quando qualcosa v'interrompe:
«Drin drin» fa il telefono. «Salve, sono
persona ignota della compagnia X. Posso parlare con il titolare?»
Come sempre, hanno scambiato il mio studio di 3 persone e un numero fisso che non viene utilizzato
praticamente mai (tanto i numeri ce li ho memorizzati tutti sul cellulare) per una
mega compagnia da migliaia di dipendenti e miliardi di euro in bollette telefoniche.
Sarebbe da mettere direttamente giù la cornetta, ma visto che poi mi richiamano per prendermi
a male parole (cosa effettivamente successa) in genere li lascio comunque parlare... anche perché nella mia immaginazione si forma sempre
la seguente scena: dall'altra parte del filo c'è un povero studente, orfano, che vive in una stanza microscopica con un padrone di casa drogato che lo
minaccia di morte se non porta i soldi per l'affitto.
L'università va male, le tasse sono aumentate e visto che gli hanno rubato il motorino fa tutti i giorni cinque chilometri
a piedi sotto la pioggia per andare a seguire, con tanto di violini tristissimi che suonano in sottofondo mentre lui tossisce e deve decidere se spendere l'ultimo euro che gli rimane per degli antibiotici di
seconda mano o per il cheesburger in offerta del Mc Donald.
A questo punto, rompere il cazzo per telefono è l'unica speranza che gli resta per arrancare fino a una laurea in lettere e - forse - continuare a fare
lo stesso lavoro, ma potendo almeno raccontare agli amici che in realtà si occupa di studi sociologici e ricerche di mercato.
«Può parlare con me» rispondo allora, nella
patetica speranza che lo paghino a tempo piuttosto che a contratti venduti.
«I nostri rappresentanti stanno passando nella sua zona» mi dice, dando alla cosa il tono di un
avvento messianico. «Così finalmente potrà lasciare il suo operatore e farsi truffare piuttosto da noi». Quest'ultima frase ovviamente non la dice proprio in questo modo, ma il senso è comunque quello.
«Guardi,
non mi interessa».
A questo punto, in genere, la controparte si arrende e la telefonata
finisce lì (almeno fino al prossimo tentativo di appiopparmi il loro contratto, s'intende). Spesso però la chiamata prosegue in toni meno piacevoli, che liquido con i due esempi che seguono:
L'operatore incazzoso:«Ma allora cosa mi ha fatto parlare a fare?» sbraita, già pronto a riattaccarmi il telefono in faccia per impedirmi di ribattere. «Non lo sa che io mica sto qui
a perdere tempo!»
E ci scommetto quanto vi pare che è lo stesso operatore che, se attaccavo io per
non fargli perdere tempo, mi richiamava per insultarmi.
L'operatore incredulo:«Ma come» detto in tono sgomento. «Le offriamo la possibilità
di risparmiare, e lei rifiuta?»
Che ovviamente sottintende che sia normale telefonare alla gente per
regalargli dei soldi, e che l'idiota sono piuttosto io (cosa che comunque non escludo a priori).
Insomma a me dispiace
davvero per chi lavora nei call center e che è sicuramente
sfruttato e sottopagato (ne conosco anche più d'uno). Però una soluzione tocca trovarla, per cui...
Quasi soluzioni:
Istituiamo la chiamata una tantum: Wind, Telecom, Infostrada, Tre, Omnitel e non so chi ci manca mi telefonano
una volta al mese, diciamo il primo Lunedì, che ho poco da fare. Uno per uno mi chiamano, io dico
di no, loro mi danno dell'idiota, insensibile, coglione o quello che sarà
secondo contratto e poi almeno per altri 30 giorni me ne sto tranquillo.
Facciamo il contro-insulto: come uno inizia a dire:
posso parlare con il titol... subito lo mandiamo
affanculo. E quando richiama (perché tanto lo fa) alziamo la cornetta e lo mandiamo affanculo
di nuovo prima che riesca a parlare, gridando ad alta voce. Questo sistema può dare problemi se uno insulta le persone sbagliate (tipo stava chiamando anche il vostro migliore cliente) però una volta spiegato l'equivoco saranno tutti
di certo dalla vostra parte.
Rimediamo l'elenco degli operatori call center, e chiamiamoli a casa per vendergli qualcosa noi: salve, sono Navarra e la chiamo dal mio studio. Ad Aprile esce il mio libro, se vuole vengo a casa sua e gliene leggo un pezzo. Dove ha detto che devo mettermelo, scusi? Ma come si permette: non lo sa che sto lavorando?!
Diciamo sempre e comunque di sì: ogni volta che qualcuno vuole farci cambiare contratto telefonico,
diamo l'ok. In questo modo la nostra linea cambierà gestore
tre volte a settimana, e in ufficio ci saranno risse tra i tecnici delle varie compagnie che vorranno essere gli ultimi a mettere le mani sul nostro apparecchio. Per lavoro, potremmo rivendere le
migliaia di modem che riceveremo in comodato d'uso, e i poveri studenti orfani diventerebbero improvvisamente benestanti grazie ai contratti che gli facciamo vendere.
Scrivere un post come questo dopo l'ultimo maltrattamento ricevuto: che ci crediate o no, è andata proprio così. E di certo in questo modo non avrò risolto un bel cavolo... ma volete mettere
che soddisfazione?Simone