20/03/09

La vita e il casino.

Il mio nipotino di un po' meno di due anni, ha scoperto un nuovo gioco.

Si tratta di un affare chiamato mischia carte automatico: metti le carte in due scompartimenti laterali, premi un tasto che sta in basso e due rotelline di plastica raccolgono le carte e le lasciano in un'apertura che si apre sul davanti.

È forse uno degli oggetti più inutili che abbia mai posseduto (ma non è detto: ricordate il post sulle cose inutili che mi riempiono la casa?) ma come giocattolo è perfetto. Puoi mettere le carte ai lati e riprenderle dal cassettino (cosa che in effetti rispecchia l'uso per cui l'oggetto è stato ideato) puoi mettere le carte nel cassettino e spingerle e piegarle fino a farle riuscire sui lati, e ancora puoi inventarti un sacco di altri giochi che il progettista iniziale non avrebbe nemmeno potuto immaginare.

Il fatto è che nel cassettino dove finiscono le carte c'è anche una specie di contenitore trasparente: l'idea è che il mazzo si riassembli lì dentro, così da poterlo estrarre tutto bello ordinato e senza smontarlo. La prima cosa che ha fatto mio nipote, però, è stata di prendere il contenitore e di buttarlo da una parte, lasciando che le carte si sparpagliassero ovunque.

Chissà perché, invece, qualcosa dentro la mia testa vorrebbe che le carte restassero sempre impilate... e ovviamente tutte dallo stesso verso: guai se ci fosse una regina dal dorso sopra a un fante messo dall'altro lato! Sarebbe uno scandalo per tutti i fiori picche quadri e cuori quanti sono, e la reputazione dell'intero mazzo ne verrebbe rovinata.

«Zio te l'ha rimesso a posto» dico, porgendo le carte ben ordinate a mio nipote.

Lui però prende il mazzo con poca grazia, lo sbatte per terra e poi con quella manina che pare un francobollo spalma le carte su tutto il pavimento.

E vabbe': ripetiamo tutto da capo. Le carte vengono mischiate e riunite nel cassettino, io le sistemo e le passo al nipotino, e lui di nuovo le sparpaglia da tutte le parti, come se l'ordine fosse un errore. La cosa succede... non so, altre sette o otto volte (sono un po' lento, mi sa) ma alla fine ci arrivo: a lui l'ordine piace poco, e preferisce di gran lunga il casino.

Mi chiedo come faccia un bimbo così piccolo ad avere dei gusti tanto definiti, al punto di riconoscere e modificare una cosa che gli sembra fuori posto, e la risposta - stranamente - arriva subito: è nato da talmente poco che non siamo ancora riusciti a fregarlo, a farlo pensare come un adulto. Il casino gli sembra semplicemente la condizione più naturale in cui devono trovarsi le cose.

In fondo, è lo stesso concetto che usa la natura quando mischia, rimischia e alla fine sparpaglia le varie caratteristiche genetiche di ogni essere che deve nascere, sperando che ne venga fuori qualcosa di buono. Forse è anche lo stesso motivo per cui ogni assolutismo, ogni legge ingiusta, ogni obbligo e ogni omologazione finiscono sempre per sparire.

La vita si auto-genera mettendo ordine in sistemi termodinamici che altrimenti si estinguerebbero (l'ho veramente tagliata con l'accetta, questa). Però nel suo ordine cerca comunque la varietà, un elemento di indeterminatezza su cui far leva per fregare tutti ancora una volta, e continuare a esistere.

Mi scuoto dalle mie elucubrazioni assurde: mio nipote ha scoperto che sparpagliare le carte non è più tanto divertente, e adesso è concentratissimo nel posizionarle una sopra all'altra nel cassetto del mischia carte automatico. L'esatto contrario di quello che stava facendo prima.

Che fregatura: per un attimo credevo di aver capito qualcosa della vita o - per lo meno - di mio nipote...

E invece entrambi mi hanno fregato di nuovo.

Simone

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Eheheh divertente!
Alla fine senza volerlo anche i bambini ci fregano!
Forte questo aggeggino per mescolare le carte, se sapessi giocare a carte lo comprerei anch’io (tanto per vantarmi che quando gioco non ho bisogno di fare quell’immensa fatica di mescolarle ^^ e forse devo dirlo, meno male che non so giocare!) comunque è sempre bello guardare il modo schietto e spontaneo con cui i bambini impongono il loro pensiero. O rinunciato alle riflessioni su quello che possano pensare in quel dato momento, quando a natale mia cugina di un anno e mezzo continuava a spostare i cioccolatini da un contenitore all’altro… continuamente. Ciò che mi ha veramente stupita in realtà è che non li mangiava! =D

Angelo Ventura ha detto...

Complimenti per il tuo blog, ti seguirò!

Simone ha detto...

Scusate se non ho risposto subito!

Iris: sì, hanno un modo proprio tutto loro di vedere le cose.

Rainbow: grazie!

Simone