13/09/08

Io sono leggenda: la creatività come specchio sociale... o il rincoglionimento definitivo dell'uomo moderno.

Questo articolo non vuole essere (e non sarà) una descrizione precisa e dettagliata di una serie di romanzi e lavori cinematografici. In giro per la rete ci sono già centinaia di recensioni di questa storia e dei suoi adattamenti, e non è mia intenzione andare in giro a cercare nomi e date solo per tirare fuori qualcosa che è stato già fatto.

Queste poche righe vogliono invece essere una riflessione sulla creatività, sulla sua evoluzione nel tempo e su come una cosa che ha un certo significato oggi possa assumere domani un significato completamente diverso (o anche nessun significato affatto, come vedremo).

Io sono leggenda è sia un libro di Richard Matheson (uno dei miei autori preferiti) sia un film degli anni '60 o giù di lì (vi avevo detto che non sarei stato preciso) intitolato l'ultimo uomo sulla Terra, sia un film degli anni '70 intitolato occhi bianchi sul pianeta Terra sia un film degli anni 'l'anno scorso intitolato, guarda caso, io sono leggenda. Se non altro, alla fine almeno il titolo l'hanno imbroccato.

Ma veniamo alla cosa gustosa (sennò che articolo scrivevo?): la storia del libro e dei 3 film è praticamente la stessa, con delle sottili differenze che - secondo me - hanno un significato non indifferente.

Romanzo originale: io sono leggenda. Di Richard Matheson.

Ok, Matheson è un genio, ha scritto un libro che copierò (3 millimetri al giorno) e ha capito tutto di cos'è la fantascienza horror thriller sparamenti e morti ammazzati.

La storia di Matheson la riassumo così: un virus ha ucciso un po' tutti gli esseri umani, sono rimasti soltanto dei vampiri cattivi e intelligenti (praticamente l'intelligenza di alcuni vampiri è pari a quella umana) e il protagonista è il povero Neville: un ultimo tizo sfigato che va in giro la notte ad ammazzare i vampiri e durante il giorno vive barricato in casa.

Risoluzione della storia di Matheson:
i vampiri intelligenti formano una nuova società, catturano l'ultimo uomo sopravvissuto e lo uccidono. Dal punto di vista dei vampiri Neville è un essere unico al mondo che non fa che andare in giro ad ammazzare loro, che sono normali. Neville è il vero essere mostruoso e malvagio che la gente ha il terrore d'incontrare, e da qui nella consapevolezza finale del protagonista nasce il titolo: io sono leggenda.

Ok, primo film: l'ultimo uomo sulla terra. Girato da qualcuno, a Roma!


La storia è uguale al libro. I vampiri sono forse un po' tonti ma bene o male come quelli del romanzo, e il finale è quasi identico anche se Neville muore in una chiesa (speriamo di essermi ricordato bene!) dando al tutto una possibile interpretazione religiosa che in originale non esisteva.

Per il resto, come già detto l'adattamento è molto fedele al testo originale e non c'è molto altro da aggiungerem. Per cui andiamo avanti:

Secondo film: occhi bianchi sul pianeta terra, con Charlton Heston o come si scrive.

La storia è un po' diversa: l'ambientazione è più vasta, passando da una casetta di una città di provincia a una grande metropoli americana, svuotata per l'occasione. I cattivi non sono più vampiri stupidi di una nuova società, ma tizi capelloni incappucciati e tremendamente ridicoli che detestano qualsiasi strumento tecnologico, sempre però desiderosi di fondare una società nuova.

Il riferimento alle discriminazioni razziali e al consumismo è evidente, così come è evidente un maggiore realismo (sebbene i cattivi siano ridicoli) e una cura maggiore dell'ambientazione. Cambia anche il finale, perché Neville è in grado di lasciare un vaccino a dei misteriosi sopravvissuti (ma gli umani non erano tutti morti?) lasciando così aperta una speranza per il futuro dell'umanità.

Il senso della storia originale viene così a perdersi: il protagonista non è più la leggenda cattiva degli zombi vampiro che popolano la terra, e alla fine l'umanità si salverà e i cattivi stupidi scompariranno.

Terzo film: io sono leggenda, con Will Smith.

Ultimo in termini di tempo, il nuovo adattamento del romanzo di Matheson è tutto uno sconvolgimento.

La città è una megametropoli gigante come nel secondo film, e Neville è un figaccione sempre come nel secondo film, e fin qui ci siamo. I vampiri non sono più normalmente intelligenti, mediamente stupidi o pesantemente rimbambiti, ma sono dei cosi fatti al computer che corrono e gridano e non capiscono più un cavolo.

A voler proprio sforzarsi di trovare un significato a questa scelta, la computer grafica senza espressione e senza significato che va in giro a uccidere quello che trova potrebbe rappresentare la paura generalizzata che avvolge la società odierna.

Cambia ancora una volta anche il finale: Nevill Smith trova un vaccino al virus dei vampiri, si sacrifica per salvare l'umanita e infine - colpo di scena - gli umani non erano del tutto spariti ma ci sono ancora dei posti pieni di gente che grazie all'aiuto del nostro eroe protagonista ricostruiranno il mondo del presente.

In tutti gli altri adattamenti, romanzo compreso, agli occhi dei vampiri la modernità rappresentava il male. Qui i vampiri non pensano e non parlano (a parte uno che ogni tanto viene inquadrato per far vedere quant'è cattivo) e non c'è nessun dubbio che il protagonista sia nel giusto.

Come poteva poi Will Smith non tanto non salvare il mondo, ma passare addirittura per stronzo? Ecco allora che il nostro meraviglievole Newille non è più una leggenda al contrario, ma anzi verrà ricordato per sempre dagli esseri umani per il suo sacrificio. Da qui il ritorno al titolo originale (io sono leggenda, se non si fosse capito) con però un significato opposto a quello che inizialmente gli aveva dato l'autore.

Se potessimo tracciare una linea che unisca il valore intellettuale o lo stimolo alla riflessione generato dai vari adattamenti, direi che sarebbe una retta che parte molto in alto ma che finisce inesorabilmente per accostarsi allo zero. Più passa il tempo e più le storie diventano stupide, con le stesse idee tramutate e rigirate solo perché suonino più fighe e accontentino un pubblico che - a leggere certe recensioni su Internet - sembra addirittura indignarsi se quello che sta guardando possiede un livello di lettura più profondo.

Addio ai cattivi pensanti, addio alla rappresentazione del nostro lato oscuro che finisce per prevalere fino a ribaltare anche la morale, e addio all'idea che una storia possa anche farti pensare oltre che metterti paura. L'importante è che il protagonista sia figo, che rimorchi a sufficienza e che sconfigga i suoi nemici a costo della vita. Le nuove idee lasciamole a Matheson e ai suoi amici scrittori sfigati, che tanto quelle che già ci sono possiamo riciclarle all'infinito.

E per concludere, se devo essere sincero, come libro è molto meglio 3 millimetri al giorno. Per cui leggetevi quello ^^.

Simone

7 commenti:

Unknown ha detto...

In un certo senso sono d'accordo, già trovo sia una pessima idea cercare di tirare fuori un film da un romanzo, dato che spesso e volentieri vengono male o almeno non soddisfano le aspettative dei lettori che generalmente si incazzano di brutto. Senza contare che gli sceneggiatori sono pagati per fare il loro lavoro, quindi potrebbero anche sforzarsi di trovare delle idee originali una volta ogni tanto.

Comunque di solito la gente da la colpa a questa piattezza creativa (credo che piattezza non esista ma spero renda l'idea) al fatto che ormai dalla divina commedia in poi ci siamo inventati di tutto e di più e siamo un po' esauriti. Il mercato è saturo insomma. Secondo me sono solo alibi, ma ne verrebbe fuori un discorso troppo lungo e cervellotico.

Ho seguito da poco e nascosta il tuo vecchio blog (che mi è stato utile direi, dato che anche a me piace scrivere) e anche questo mi piace parecchio, complimenti!

Simone ha detto...

Secondo me non ci siamo inventati tutto. O meglio, la creatività riprende sempre delle idee e dei temi universali, ma di volta in volta questi temi si amalgamano alla cultura dell'epoca formando delle storie e dei personaggi che possiedono un qualcosa di unico.

Proprio la Divina Commedia, nell'enormità del suo valore, ha comunque dei riferimenti diretti al proprio tempo e al modo in cui Dante si rapportava ai suoi contemporanei.

La creatività fatta invece per vendere, per accontentare il pubblico ripoponendo dei canoni che piacciono e che si vendono, avrà anche successo ma io la trovo profondamente noiosa.

Infine ti ringrazio per i complimenti a entrambi i blog. Alla fine questo nuovo mi pare uguale al vecchio, solo che mi lascia più spazio e più aria per parlare anche di altro mentre quello vecchio iniziava ad andarmi stretto.

Ciao!

Simone

Unknown ha detto...

Beh, il primo blog era monotematico e senza dubbio più limitato (anche se molto utile e divertente). Sicuramente la possibilità di spaziare rende tutto più interessante e divertente, principalmente per chi scrive.

Tornando al discorso principale, credo anche io che ci sia ancora molto da inventare, il problema è che i neuroni del pubblico, della massa, sono un po' atrofizzati secondo me. Poi per fortuna ci sono anche quelli che hanno un po' di spirito critico e vedono oltre, ma non sono ovviamente la maggioranza. Non lo sono mai stati probabilmente, però in un certo senso in passato c'era un'attenzione maggiore alla qualità di quello che si consumava, in tutti i campi.

Per carità, un bel film vuoto, di puro intrattenimento, se fatto bene piace anche a me. Le "americanate" le guardo anche io, ma mi sembra che ormai siano diventate il modello da seguire e non si aspiri mai a qualcosa di più. E' un po' triste. Poi ci sarebbe anche la questione della qualità dei film d'azione che è decisamente decaduta, ma mi sa che l'argomento è tanto vasto che adesso ci scrivo un post io :P

Rinnovo i complimenti e credo che ti seguirò con entusiasmo!

Glauco Silvestri ha detto...

Beh... io l'ho catalogato come: Bellissimo film da guardare a Cervello Spento!

Unknown ha detto...

Stiamo parlando di uno dei miei dieci libri preferiti, quindi occhio a quello che dici!!!

;-)

Dunque, io dividerei la valutazione sull'ultimo "io sono leggenda" in due parametri diversi.

A livello di recitazione pura, Will Smith è il miglior Neville a memoria di cinema. Intenso, "rapito", istrionico. Meglio di mister rifle, Charlton Heston, o del bravissimo ma troppo teatrale Vincent Price.
Questo alla faccia di quei minchiuti recensori intelletual-razzisti che pensavano che un Neville di colore fosse un insulto alla purezza anglosassone del personaggio.
Il film è visivamente straordinario, a parte i vampiri creati al computer che fanno cagare.

Secondo livello di lettura: il significato originale del romanzo è stravolto. Sì. Questa voglia di "interventi divini" per risolvere i problemi del mondo va ben oltre il banale, e rispecchia il nuovo corso religioso americano, a cui Hollywood si adatta fiutando finanziamenti e quattrini.

In sostanza:
1) Libro: superbo. Altro che 3 millimetri al giorno ;-)
2) Prima trasposizione: intensa, lugubre, la più attinente al libro.
3) Seconda trasposizione: meno attinente al romanzo, ma comunque abbastanza critica verso un certo tipo di società (guerrafondaia, razzista)
4) Terza trasposizione: da intendersi come film quasi indipendente dal romanzo.

Comunque la vera trasposizione cinematografica del romanzo è "La notte dei morti viventi". Guardalo e sappimi dire!

PS: non abituarti a commenti così lunghi, eh? ;-)

Simone ha detto...

Auro: aspetto il tuo post allora!

Glauco: sì esatto... ma perchè rifare un film per farlo più stupido mi chiedo io?!

Alex: lo sapevo che il post ti avrebbe attratto. Concordo con quello che dici, a parte il fatto che a me gli zombi non fanno proprio impazzire e 3mm al giorno mi sembra semplicemente scritto meglio di questo.

Nell'ultimo film non ci vedo nessuna idea religiosa, le cose succedono solo perché "così è più figo"... e vuoi vedere che faranno hanche il seguito? ^^

Simone

Unknown ha detto...

@Simo: no, ti sbagli... credo di aver letto (e notato) che nell'ultimo "Io sono leggenda" l'idea di fondo è proprio che alla fine Dio parla agli uomini, basta saperlo ascoltare.
Pensa all'illuminazione finale di Neville, e alle parole misticheggianti dell'altra sopravvissuta. Una variante in piena linea con l'americano medio, ma che Matheson non avrebbe gradito molto.