05/11/08

Le storie cattive.

Questo è il post che avevo messo online e poi tolto qualche giorno fa... scusate se l'avete già letto e soprattutto speriamo che non siano spariti i commenti! ^^

Inizio non-citando una pellicola di questi giorni e di cui certamente avrete sentito parlare: due attori così famosi che uno solo basta per fare un filmone, impersonano due poliziotti ben al di sopra dell'età pensionabile che vanno in giro a sterminare i criminali.

Senza raccontarvi la trama per filo e per segno, una specie di serial killer idiota uccide i criminali che la legge non può punire lasciando delle brutte poesie in rima accanto al cadavere. Il tutto è narrato da scene in cui si vedono ragazzine uccise a sangue freddo (nel seguito della storia, la madre venderà la propria dignità per qualche soldo con cui ubriacarsi) preti cattolici ovviamente pedofili che sodomizzano questo o quell'altro personaggio e chi più ne ha più ne metta.

Tra scene di violenza sessuale e frasi a effetto pronunciate subito prima di sparare a qualcuno (ma secondo voi se le scrivono a casa e le tengono pronte, in caso capiti di dover commettere un omicidio?) la storia si risolve con un colpo di scena che si capiva 1 ora e mezza prima e con un finale che non sembra avere un senso particolare, ma tant'è: almeno è finito.

Ma andiamo avanti: l'altra mattina vado in una di quelle librerie enormi che ho vicino casa, e non contento della meravigliosa visione del film di cui ho parlato inizio a sfogliare un po' quello che mi capita tra le mani.

Apro un fumetto che parla della banda della magliana: il cadavere di un tizio precedentemente rapito sta abbandonato su una sedia, avvolto in un lenzuolo. I malavitosi accanto a lui commentano: che bello il profumo dei soldi, copre anche la puzza di morto.

L'idea che la storia in questione sia tratta da un fatto di cronaca e che qualche ragazzino potrebbe ritrovarsi tra le mani il fumetto del nonno che ha fatto quella brutta fine mi dà un lieve senso di nausea, e passo avanti. Eccoci al settore thriller: il solito assassino che uccide qualcuno, qualcun altro fa l'autopsia e poi giù di stupri, massacri, esecuzioni sommarie.

E vabbè. Eccoci al settore dei libri-realtà: avete un parente morto in maniera particolarmente degna di nota? Qualcuno ha tagliato a fette la vostra fidanzata per poi mangiarla con aceto e limone tipo la bresaola? Be', magari troverete una descrizione romanzata della sua stupenda agonia con tanto di foto sgranata in bianco e nero sulla copertina. Peccato solo che non possa autografarvi il libro!

La cosa che davvero mi disturba è che, anche a voler ammettere che un genere letterario abbia lo stesso valore di qualunque altro, non ci troviamo di fronte a un natural born killer o a un'arancia meccanica o magari a una storia dell'orrore a sfondo fantastico. Questi film, fumetti, libri, videogiochi o quello che sia non vogliono sottolineare un disagio sociale. Non desiderano mettere in luce le contraddizioni della politica, e non nascondono nemmeno il desiderio recondito di esorcizzare le paure dell'uomo moderno.

Questa violenza non è una rappresentazione della lotta tra l'uomo e la natura. Non ci sono divinità che sconfiggono i titani, e nemmeno personaggi sacri che decapitano la rappresentazione del male. L'immagine violenta viene ideata, prodotta e commercializzata per il semplice fatto che si vende facilmente. La gente vuole leggere queste storie cupe, tristi, cattive. Perché arrischiarsi a proporre dell'altro?

Esco dalla libreria con una sensazione strana, brutta. Mi chiedo se qualcuno pubblicherà mai il mio ultimo romanzo. Mi domando se, in mezzo a tante storie cattive, ci sarà un po' di spazio anche per le mie.

E l'unica risposta che riesco a darmi è no.

Sicuramente no.

Simone

17 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

Eddai, su... non c'è solo violenza nei libri. Ci sono anche titoli ben diversi, basta saper cercare. Ahimè mettono in primo piano sempre i thriller e gli horror ma... ci sono scansie e scansie di testi con trame ben differenti ^_^

Unknown ha detto...

Io mi tiro fuori dalla discussione: a me le storie cattive piacciono.
Semmai non gradisco quelle che calcano la mano su violenza e sesso solo per vendere (ovvero decontestualizzandole).
Per il resto, gradisco molto thriller, noir, horror e via dicendo, quindi sarei ipocrita a darti ragione.
A parte che secondo me sono molto più socialmente pericolose le storie narrate da Moccia e company, perchè "allevano" una generazione di deficienti fatti e finiti.
Io guardo horror truculenti da quando avevo 12-13 anni e non mai nemmeno fatto a botte.

Anonimo ha detto...

Il film se ho indovinato è quello con R. De Niro/Al Pacino.
Bè non 6 l'unico che è rimasto deluso, nn l'ho visto, magari effettivamente da quel che ho letto in giro la trama potevano svilupparla meglio, ma io pur di vedere questi due attori insieme, me li vedrei anche in un film di serie Z!

Quando alla narritiva/thiller e compagnia bella, che trae ispirazione dalla realtà...bè dai in fondo quasi tutto trae ispirazione dalla nostra vita, certo magari nel caso della banda della magliana è un pò raccapriciante perchè sappiamo che è successo realmente, ma se non fosse realmente successo lo troveresti cmq raccapriciante?

io quando ho visto il film(Romanzo criminale), l'ho visto pensando che fosse un bel film e dopo in 2° tempo ho pensato che era triste che fosse realmente successo, eppure quasi "appena" ieri.

Bè io il tuo romanzo nn l'ho ancora letto, mi son fatta un'idea dalla presentazione...bè non disperare che prima o poi chissà...
Poi nn è melgio tardi che mai?;-)

Simone ha detto...

Glauco: sì che ci sono titoli diversi, io parlavo di questa categoria in particolare che al momento mi pare vada per la maggiore (tolti i romanzi scritti da 15 enni, forse ^^).

Alex: ho specificato anche nel post che non è dell'horror che parlo. La lotta uomo-mostro anche se in chiave puramente commerciale rappresenta un aspetto dell'animo umano di cui si parla in chiave fantastica da quando esiste la scrittura e magari anche prima.

Io ce l'ho con roba tipo "tot persone stuprano a turno una ragazzina che implora pietà" (sta passando in questi giorni su sky) o la storia vera di qualcuno che mangia qualcun altro o robaccia del genere.

Valery: sì ma secondo me quando si scrive un libro o si gira un film bisogna chiedersi "perché" lo stiamo facendo. Mostrare qualcuno che soffre per il gusto di farlo vedere ha il solo "perché" della gente che compra questa roba. Ci sono storie molto violente ma con un'idea forte dietro che giustifica una scelta simile (il già citato arancia meccanica per dirne uno) ma ora mi sembra che si cerchi la storia sconvolgente tanto per mostrare che non c'è mai fine al peggio.

Simone

Unknown ha detto...

Ribadisco che sono contrario alla "violenza" e al sesso strumentalizzato per vendere.
Un esempio "Melissa P.", che era una gran cagata (libro e film), con l'intento solo di attrarre qualche attenzione pruriginosa.
Altro esempio di film che generalmente non mi piace (e qui qualcuno m'insulterà) è "Pulp Fiction" di Tarantino, che farà anche tendenza, ma è pieno di cazzate tipo "guarda com'è figo quel personaggio, dice un sacco di parolacce, spara da Dio e veste una giacca elegante!!!"

Tutto il resto (o quasi), lo accetto.
So che a volte la violenza di alcune opere sfiora il morboso, ma credo che in taluni casi serva proprio a far emergere le bassezze che può raggiungere l'essere umano.
Molti film con protagonisti dei serial killer sono da antologia.
"Dexter", che so che non ti piace, è un serial molto bello, fuori dal comune e che pone un punto di vista diverso sulle "solite storie".

Altri cercano la violenza o il sesso solo per far cassetta, questi mi piacciono meno (x esempio io aborro i cosiddetti slasher movie), ma non condanno chi li guarda: l'offerta va sempre di pari passo con la richiesta...

Semmai condanno che lucra su queste cose.

Unknown ha detto...

Da appassionata di thriller, criminologia (facevo giurisprudenza solo per poi laurearmi in scienze dell'investigazione) e cose simili... Ti do ragione.
Odio le scene di violenza, SOPRATTUTTO quando implicano uno stupro. Per dirti, un libro che tutti dicono che è bellissimo ma a me ha fatto schifo e non sono nemmeno riuscita a finire di leggerlo (e questo è il colmo, odio lasciare i finali in sospeso) è "Q". Nei primi due capitoli ci sono subito descrizioni o allusioni a stupri, anche volgari. Ed è un romanzo storico (più o meno). Io credo che ci sia modo e modo di fare le cose. Si può descrivere la violenza in modo sottile e non esplicito e fare venire i brividi lo stesso. Detto questo le storie cattive piacciono secondo me perchè ognuno di noi ha dentro di se una parte animale e cattiva e ci si riflette, vuole vedere com'è. Mi turba che vadano di moda perchè a volte assume sfumature morbose ed è effettivamente piuttosto preoccupante, ma basta accendere la tv e guardare gli assassini che sono ospiti dei talk show.

Simone ha detto...

E i commenti sono tornati, evviva! ^^

Simone

L ha detto...

Jovanotti ha ragione quando dice (perdonatemi) che per un artista la cosa più difficile è raccontare storie belle.
La violenza colpisce, è un linguaggio universale ed efficace.
Solo i veri artisti riescono ad appassionare con storie belle e piacevoli senza farle sembrare vuote o stupide (tipo le fiction italiane).
E di certo i magistrati-scrittori come De Cataldo validi artisti non sono.

Simone, se torni a parlare di libri e non di mobili vedrai che i commenti torneranno ancora(questa mia battura starebbe bene in una storia cattiva).

Simone ha detto...

L: di libri qui se ne parla eccome, anche se per fortuna non solo di quelli come invece facevo prima.

Ma solo a me faceva ridere il post sui mobili dell'Ikea? ^^

Simone

Davide ha detto...

come mai avevi tolto il post?

Anonimo ha detto...

mi sa che hai completamente ignorato il settore "piaghe perenni"
lì di cattivi di solito sono i buoni che si fanno delle paranoie.
dai su
cambia settore!
:)

Simone ha detto...

Davide: c'era una polemica su un sito che frequento e non volendo questo post sembrava collegato, per cui ho preferito spostarlo per evitare fraintendimenti,

Gelo: dici che mi faccio delle paranoie? Io? Sarà vero? Può essere? Dici? No, sul serio? ...

Simone

Tiziano ha detto...

Che dire... hai ragione!
la violenza attira il pubblico al pari delle falene alle lampade.

Ma non è colpa della gente.
Così va il mondo...

poi tanto c'è sempre un giornalista, che ha un orgasmo, quando può ficcare il microfono alla bocca della madre a cui hanno ammazzato il figlio.

"come si sente?"

La violenza, il macabro, gli stupri, ecc. Fanno audience.
Poco importa il messaggio che dai, basta macinare soldi ed ascolti.

Se, inoltre, puoi infilare 4 concetti ripetuti alla nausea in un unica notizia, allora...
Il direttore del TG va in estasi.

chi ha orecchie per intendere, intenda! ^.-

Tiziano

Simone ha detto...

Tiziano: credo anch'io che il mondo vada così. Sarà meglio iniziare ad adattarsi?

Simone

Tiziano ha detto...

no... mai!

sarebbe il caso di prendere la 'scatola parlante' e di gettarla da un palazzo di 20 piani! (a patto che non ci sia nessuno di sotto^^)

Simone ha detto...

Auro: è vero, presentare le cose in maniera più "raffinata" rende il tutto più gradevole e dà l'idea di assistere a un bello spettacolo piuttosto che a un miscuglio di scene appiccicate. Solo che per fare le cose in un certo modo ci vogliono capacità che non tutti possiedono.

Simone

White Boar ha detto...

Ciao Simone, non essere ingeneroso coi tipi della Becco Giallo: la storia della banda della magliana si inserisce in una collana di inchieste di stampo giornalistico che utilizzano il mezzo del fumetto. La collana comprende fra le altre cose la vicenda di Ustica, il delitto Pasolini e il G8 di Genova. Non ho letto questo fumetto in particolare, ma non credo vi sia il tono del compiacimento quanto piuttosto quello della denuncia. Ripeto: non l'ho letto, conosco solo la casa editrice, quindi magari hai ragione tu... anche "Ilsa la belva delle SS" (genere sado-porno) comincia con un disclaimer che vorrebbe farlo passare per un film di denuncia ^_^