19/11/08

La verità, vi prego, sul copyright!

Siete di quelli che si vedono i film scaricati, ascoltano MP3 e utilizzano programmi presi con qualche torrent? Io non posso certo dire di non averlo mai fatto (anche se invece lo dico, per evitare qualche guaio ^^) però, per quanto ammetta la mia incoerenza, riguardo a questa abitudine piuttosto diffusa io la vedo così:

- Chi inneggia alla libera diffusione, in genere, vuole solo scaricarsi dei porno gratis.

- La Cinemaware negli anni '80 faceva i giochi più belli del mondo. Poi ha chiuso perché nessuno se li comprava.

- I film in genere sono già brutti di per sé. Sgranati, coi pezzi che saltano e l'audio pessimo diventano una vera tortura.

- Se ti leggi il codice delle ossa dell'uccisore della spada della morte è ovvio che sarà una boiata, e non è una scusa per non pagarlo.

- Anche secondo me sono troppi 70 euro per un cofanetto che in fondo hai già visto in televisione. E infatti non me lo compro.

- Un brutto libro non è che non valga il prezzo della lettura: non vale il suo tempo.

- Se vuoi il gelato lo paghi. Se vuoi i popcorn li paghi. Se vuoi la cocacola te la paghi. Se vuoi le pringles o le criccheccroc le paghi. E perché il film no?

- Se non ci fossero i diritti d'autore, nessuno avrebbe interesse a inventare un nuovo medicinale. E nemmeno a smazzarsi per mesi a programmarvi super world of mario fighter III per farvici giocare gratis.

- Per passione devono sempre lavorare gratis gli altri: voglio vedere quando non pagano a voi!

- Se qualcuno si scaricasse dei fondi dal vostro conto online sono sicuro che v'incazzereste. E pure tanto.

- L'entertainment di tutti i tipi non serve a sopravvivere, ma è puro e semplice intrattenimento. Per questo non tirate fuori certi discorsi ridicoli, e se proprio vi annoiate compratevi il supertele che costa 1 euro o non so quanto e ci giocate in 10 per ore.

È molto più divertente di troppa roba che costa un sacco di soldi, e invece di star lì attaccati al monitor col culo sulla poltrona magari vi dimagrite pure.

- Effettivamente non ha più senso pagare per un contenuto digitale che può essere duplicato all'infinito, ma ha ancora senso attribuire a una persona il possesso del proprio lavoro. E poi ognuno ci fa quel che gli pare.

- I miei, come avrete notato, li trovate cliccando da qualche parte sulla destra.

Simone

27 commenti:

Unknown ha detto...

Ovviamente la verità sta nel mezzo (banale, giusto?): nessuno lavorerebbe gratis, quindi ha senso riconoscere un pagamento per il suo lavoro a un artista.
Ovviamente il pagamento deve essere adeguato e dignitoso anche il compratore.
Guarda i CD, che non hanno abbassato i prezzi: non li compra più nessuno.
Invece un disco su itunes a 9.99 euro lo compro volentieri. Perchè mi sembra un prezzo equo.
Idem per i libri. Dico, 20 euro? Per pagare la copertina cartonata con le figure dorate in rilievo? Ma cosa siamo, bambini dell'asilo?
Quando ordino roba da Amazon mi arrivano paccate di libri tascabili, roba che con 30 dollari ne compro 5-6.
E se fossero anche titoli come "La mummia assassina contro la vampira lesbica degli inferi", non importa, perchè quattro o cinque dollari li spendo anche per un libro che non si propone astrusamente di farmi riflettere sul perchè del Creato.

Glauco Silvestri ha detto...

Il supertele l'ho scaricato gratis dal mulo, poi l'ho stampato, gonfiato e ci ho giocato per cinque minuti... ma si è forato subito!! Facevo meglio a comprare quello vero ^_^

Simone ha detto...

Alex: sì ma il prezzo "giusto" è un problema di marketing. Se un libro costa 100 euro non lo compro e basta, ma un prezzo non adeguato non vuol dire che devo sentirmi in diritto di scaricarmi qualcosa gratuitamente, anche perché proprio come dici tu ci sono cose molto più economiche che magari sono valide lo stesso se non di più.

Glauco: davvero? Comunque ci sono delle stampanti che "costruiscono" oggetti tridimensionali, per cui scaricare una palla prima o poi non sarà una cosa così incredibile ^^.

Anonimo ha detto...

Oh finalmente una voce fuori dal coro,io sono perfettamente in sintonia con la tua analisi.

Simone ha detto...

Anonimo: grazie... e un anonimo col blog non l'avevo mai incontrato, grande! ^^

Simone

L ha detto...

Cavolo, vuoi alzare i commenti a tutti costi!

A parte questo, la Costituzione ci attribuiusce il diritto alla cultura e un prezzo eccessivo di cd musicali, film, videogiochi e compagnia piratando sono una lesione di questo diritto.
Poi ci sono una marea di ingordi a cui un bel multone non farebbe male, anzi.

Sarebbe efficace anche depurare il mondo dell' arte dai compensi eccessivi: mi dà fastidio pagare 20 euro un film in dvd se vengo a sapere che l' attore principale è stato pagato dieci miliardi: pagatelo meno e vendetemi il film alla metà.

Personalmente uso emule per scaricare quei film che altrimenti non potrei vedere perché non vengono distribuiti in Italia, tipo i film giapponesi.
Credo che in questo caso non sia neanche reato perché in Italia nessuno detiene i diritti, ma non ne sono sicuro.

Simone ha detto...

L: sacrosantissimo il diritto alla cultura! Solo che deve (o dovrebbe essere) lo stato a farsene carico, non un privato. Allora apriamo magari più biblioteche o miglioriamo quelle che ci sono, però se uno vuole vendere un CD a 40 euro per qualche sua decisione personale per me deve essere libero di farlo come ognuno è libero di scegliersi il lavoro che vuole.

Poi scaricare un film o qualcosa che non si trova è un altro conto, e su questo sono daccordo. C'è anzi tutto un giro di "abandonware" e simili che rendono disponibili delle cose che altrimenti andrebbero perse perché magari i legittimi proprietari non esistono più e nessuno detiene i diritti. Questo è un modo di preservare la cultura e mi pare legittimo farlo.

In ogni caso non sono così inamovibile sulle mie opinioni, e il copyright è un campo in cui è molto difficile schierarsi al 100% perché in fin dei conti una ragione assoluta forse non esiste. Ma di questo parlerò in un post più avanti.

Simone

Anonimo ha detto...

L'argomento l'avevo trattato in un post così lungo che mi stufo anche solo al pensiero di andare a cercarlo.
In sintesi, occorre distinguere due tipi di persone tra cui ci sono tipi intermedi che in genere non costituiscono una grande differenza:
1. Quelli che scaricano per risparmiare e che non comprerebbero dvd e libri in ogni caso (quindi non giovano nè creano problemi al mercato).
2. Il tipo che scarica, valuta e poi compra. Questi tizi sanno che hanno pochi soldi e sanno che devono spenderli a colpo sicuro. Scaricando visionano il prodotto e fanno le loro considerazioni: non comprano se il prodotto non piace, o possono farne a meno, e comprano se il prodotto va bene.

E' come al supermercato con gli assaggi gratis: il prodotto è nuovo, così lo assaggi e se ti piace lo compri.
In questo caso scarichi il libro, lo leggi per un po', o tutto per convincerti fino alla fine, e se pensi che ne valga la pena lo compri.
In questo modo io comprerò tutti i dvd di How i met your mother, Scrubs e Frasier.
Il problema? Costano troppo! So benissimo che i prezzi vanno decisi in un certo modo, ma io non sono un associazione di beneficienza e non dispongo di così tanti soldi da spendere per la prima cosa che voglio. Le persone devono attendere, aspettare di poter spendere i soldi ed essere certi di spenderli bene.
Inoltre c'è da considerare che il mercato fa schifo (non quello del Giappone).
Davvero si crede che tutto quello che viene prodotto possa essere comprato? Personalmente cd di musica americani e italiani non li comprerò mai (gusti miei, però) il 99% dei film che mi piacciono li danno ogni tanto in tv o li noleggio se capita per guardarli con gli amici e per i libri voglio essere sicuro al 100% del loro valore.
La colpa è dei prezzi e del mercato, non del piccolo asinello.

Simone ha detto...

Claudio: quello che non capisco nel tuo punto di vista come in quello di altri, è che sembra quasi che ci possedere o almeno vedere e giudicare tutti i prodotti che passa il mercato sia un bisogno fisico.

Per me non c'è il bisogno, l'obbligo di valutare o avere una cosa se uno non può o non vuole pagare. Se non vuoi pagarlo non puoi neanche averlo, da come dici tu sembra che chi non vuole comunque spendere è giustificato a non farlo perchè tanto non spenderebbe comunque.

Ancora, il giudizio di "qualità" vale solo perché non c'è a fronte qualcuno che si lamenta. Se in ufficio non ti pagassero la giornata perché è andata male saresti daccordo? Il rapporto vendita/acquisto funziona che io pago per un servizio, e se il servizio è insoddisfacente cerco un altra persona non continuo certo a far lavorare qualcuno gratis!

Simone

Anonimo ha detto...

Non è che si valuti tutto.
Es: Escono il film x e y al cinema, ma io posso spendere solo 7 euro. Che faccio? Scelgo uno dei due? Potrei rimetterci. E' più sensato informarsi e valutare, ma anche qui rischio. E' meglio prima vedere se il film mi piace e poi scegliere.
Si può obbiettare che se uno si scarica un film poi non va al cinema o si compra il dvd, ma secondo questo ragionamento non dovrebbero esistere i dvd perchè non ha senso distribuire un dvd che non venderebbe nessuno perché tutti l'hanno già visto al cinema.
Uno valuta diversi prodotti (solo quelli che veramente gli interessano), si fa una propria scala delle priorità e in base alle disponibilità compra.
Aggiungo che scaricare e vedere un film in televisione è più o meno la stessa cosa.
Non consideriamo poi i prodotti che in Italia non arrivano. Io non parlo il giapponese, ma amo gli anime per cui li visiono al computer. I giapponesi non ci perdono nulla perché se scaricarli non fosse possibile io non potrei guardarli. Semmai il mercato ci guadagna perché li ho visti, so che mi piacciono e posso comprarmi i dvd.
Una soluzione per tutti sarebbe consentire lo scaricamento di film, libri e altro in originale, così che uno possa valutare e poi comprare il prodotto in italiano.
Es: Esce il film x e me lo guardo al computer in inglese con i sottotitoli, così quando sarà disponibile in italiano saprò se spenderci soldi o meno.
Devono essere le aziende a prendere l'iniziativa e a gestire il fenomeno senza intaccare la libertà del sistema di scaricamento. Tutti ci guadagnerebbero.
Circa il protestare, è proprio lo scarimento a essere indice di incertezza se io non vado al cinema perché so di non giovarmi del prodotto.
Anime e manga quali Bleach e Death Note (gli esempi più clamorosi) sono stati un successo proprio perché tutto il mondo ha potuto valutarli tramite scaricamento e poi andare a comprarli a occhi chiusi.

Simone ha detto...

Claudio: quello che dici è giusto. Il mio discorso comunque era più "etico": nessuno ci dà il diritto di prendere qualcosa che non ci appartiene. Possiamo giustificare la cosa in tutti i modi anche validissimi che vogliamo, però la realtà resta sempre quella.

Poi non so quanti anni hai... io a 20 anni dovevo leggere, vedere, ascoltare e giocare tutto. Adesso a 33 non leggo più fumetti, vado al cinema 1 volta al mese, compro un videogioco ogni morte di papa e in TV mi vedo una serie qualunque tra quelle che becco quando lo accendo.

Insomma magari tra un po' ti stanchi pure tu di scaricare ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

Per quanto mi riguarda sul computer visiono solo ciò che voglio comprare. Non avendo tutti i soldi disponibili (tra fumetti, libri e amici che invece sono disponibili subito) nel frattempo guardo i filmati sui siti tipo youtube perché non posso resistere, ma sono in lingua originale e li hanno già passati in televisioni. Quindi non sono uno di quelli che morirebbero piuttosto che dover dire addio a emule.
Circa l'etica... sono troppo egoista e menefreghista per fare discorsi sull'etica e sulla morale.

Simone ha detto...

Claudio: vabbe' anche quella di andare su youtube credo sia una cosa che facciamo tutti. Quello che mi chiedo io è solo se sia giusto e fino a che punto... e se la risposta è "chissene frega" immagino che il problema sia risolto ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

Tutto si può risolvere con un bel "e chi se ne frega!" ^^

A voler essere seri, un discorso etico non posso farlo perché non mi sono mai interessato del problema oltre se sia da punire o meno lo scaricamento.
Il punto è che il problema lo si può mutare in una macchina sforna soldi. Considerando il perché la gente scarica si può prendere in mano la situazione e rendere i prodotti gratis da parte delle aziende per un dato periodo oppure rendere disponibile una parte. Così la gente visionerebbe, sarebbe tutto gestito dalle aziende e non ci sarebbero problemi. Il passo successivo sarebbe vendere online.
Vuoi un libro? Te lo compri via ebook risparmiando di molto.
Vuoi un film? Guardane un pezzo, poi se ti piace lo paghi online, ti viene inviato un codice via email, lo usi e puoi scaricarlo quando vuoi (anche se per errore lo cancelli).
Via online si ridurrebbero di molto i costi e la gente usufruirebbe di molti più prodotti emarginando coloro che comprano solo per risparmiare.
Sarà l'ora, ma questa soluzione mi sembra sensata.

L ha detto...

È vero che non spetta agli imprenditori nei settori artistici (?) garantire il diritto alla cultura, ma l' unico modo per limitare la pirateria rimane quello di far sentire l' utente importante e stimato, non un pollo da spennare.
Poi gli italiani spennano chiunque e dove possono, tanto che siamo agli ultimi posti nel mondo per le donazioni ai produttori di programmi gratuiti come openoffice e siti come wikipedia.
Tu Simone, hai mai donato qualcosa ai suddetti benefattori?


Altro che "scarico raramente materiale pirata perché penso che sia sbagliato", oppure "vedo la pirateria come forma di resistenza fiscale".

Anonimo ha detto...

Di solito mi capita di vedere sul mulo film che ho perso al cinema per mancanza di tempo. Non voglio comprare il dvd, non mi interessare "avere". Una volta ne affittavo a bizzeffe, adesso anche il costo dell'affitto è esoso.
Per quanto riguarda i libri usufruisco del sistema bibliotecario. E devo dire che il 90% dei libri che ho letto non li avrei comprati. Altri li ho letti e poi li ho comprati.

Infine c'è da dire una cosa. Prima di fare i conti in tasca a noi la Siae dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e smetterla di speculare sui diritti d'autore. A volte la pirateria è un principio, non un fine.

Simone ha detto...

Claudio: penso anch'io che la vendita online risolva molti problemi. Solo anche vendere online è difficilissimo, i miei libri stampati non se li compra nessuno! ^^

L: è vero, quando mi sento preso in giro da un artista (?) o da una società di solito non compro più le sue cose.

Riguardo alle donazioni, a parte che qualcosa credo di aver dato sono il primo a dire che nessuno sgancia mai una lira... al punto che ho tolto direttamente qualsiasi richiesta del genere dai miei ebook.

Mirco: grazie del commento. La SIAE effettivamente fa alzare i costi, ma ogni lavoro ha le sue tasse da pagare, il suo ordine professionale e tutto il resto. Non dico che sia giusto, dico che è un fatto che si ritrova in qualsiasi servizio che si intende acquistare.

Simone

Anonimo ha detto...

Sarò estremo nel giudizio, ma a mio parere la Siae più che una tassa impone un pizzo che non va a favore dell'autore ma all'organizzazione stessa.
Se consideri il bollino sui supporti vergini lo capirai.

Anonimo ha detto...

io invece scarico semplicemente perchè sono cattivo e lho l'anima nera.
non ho coscienza.
e probabilmente ci hai pure ragione su tutto, ma a me piace approfittare del lavoro altrui e rubare al prossimo ecc ecc
non so, non ci posso fare niente, è come se una mela rubata fosse più succosa...
:D
:D
:D

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Su per giù condivido alcune cose del post.

Visto che Emule non mi funge più, ormai scarico a manetta solo con torrent. E il più delle volte solo discografie intere di band - che poi manco ascolto tutte: amo alla pazzia solo poche di queste, e un giorno o l'altro le sosterrò comprando tutti i ciddì, e facendomi pure un bel tatuaggio dei Dream Theater e dei Blind Guardian su una e l'altra chiappa.

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"L'entertainment di tutti i tipi non serve a sopravvivere, ma è puro e semplice intrattenimento. Per questo non tirate fuori certi discorsi ridicoli, e se proprio vi annoiate compratevi il supertele che costa 1 euro o non so quanto e ci giocate in 10 per ore."
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Nell'Atene antica lo stato pagava la giornata di lavoro persa ai contadini, perché questi andassero al teatro. I ricchi invece pagavano normalmente.
Allora facciamo così, io che non ciò soldi da buttare per cattivi romanzi/film/discografie me li scarico e poi li cestino o non li uso proprio. A quelli che mi piacciono e che voglio far sopravvivere do un'offerta. Chi cià i soldi invece può comprare tutto quello che vuole, nessuno lo nega.

Mi sembra una cosa giusta e democratica.

Simone ha detto...

Mirco: sì, ma è come dire che non paghi il dentista perché è iscritto all'ordine dei medici odontoiatri.

Gelo: oh, finalmente qualcuno che dice la verità! ^^

Fede: sarà anche giusto, ma se un musicista non vuole farti scaricare gratis le sue cose e tu lo fai lo stesso visto che nessuno è in grado di impedirtelo, dove sta la democrazia?

Simone

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Credi davvero che i musicisti (seri) guadagnino con i ciddì? E chi mi impedisce di suonare la canzone di un musicista? Sarebbe più grave suonarla, piuttosto che copiarla.
Ma i musicisti guadagnano coi concerti, le apparizioni ecc., gli attori credo col budget che dànno le imprese e le multinazionali, e/o cogli incassi del botteghino (io pagherei volentieri un paio di euro per vedere un film al cinema, piuttosto che scaricarlo, ma da me il cinema costa 6€, e può anche andare a fare in...); gli scrittori sono gli unici che dovrebbero campare coi libri che vendono. Ma fare lo scrittore non è mai stato un mestiere vero e proprio. E, soprattutto, dato che un lavoro fatto male non merita una ricompensa, la stessa cosa vale con le "opere artistiche".
Se mi pagano per fare il muro di una casa, io faccio un bel muro solido. Se invece lo faccio di fango e cacca, vengo licenziato, ovviamente. Così la penso.

Anonimo ha detto...

Dice Simone:
Mirco: sì, ma è come dire che non paghi il dentista perché è iscritto all'ordine dei medici odontoiatri.


Sì, però l'associazione dei dentisti non mi fa pagare una pulizia che non ho fatto. La Siae ci fa pagare tasse su ogni supporto di memorizzazione con l'idea che comunque io ci masterizzerò qualcosa di pirata. E' un processo alle intenzioni veramente ridicolo.

L'oracolo ha detto...

Non è un argomento tanto semplice su cui dibattere nei commenti, e secondo me in parte hai perso di vista il punto della parte a te "avversa" - anche se sei un moderato, e quindi ammetti di non avere posizioni monolitiche, e questo ti fa onore ;-)

Ecco qui un'esposizione un po' più organizzata di quello che potremmo esprimere nei commenti:

http://www.gnu.org/philosophy/copyright-and-globalization.html

...e come chiosa semplicistica aggiungo che nessuno ha detto che gli artisti debbano lavorare gratis; il punto è che le copie digitali costano zero, quindi farmi pagare la copia ed inventarsi intermediari che speculano, cercando di imporre un prezzo sulla copia e dicendo che tutelano l'artista (quando invece tutelano sé stessi e basta) semplicemente non funziona.

E' un modello economico fallimentare, e bisogna inventarsi qualcos'altro. Il tutto salvaguardando il diritto a campare degli artisti.

Simone ha detto...

Oracolo: secondo me il modello fallimentare è quello che premia solamente l'artista. Il mondo funziona con giri di soldi che vanno da una parte e dall'altra e fanno campare tutti.

Non è che noi nasciamo solo per ascoltarci qualche CD, la gente vive anche mangiando, spostandosi e facendo tante cose. Se barrichiamo ogni scambio economico tornando al baratto o a sistemi in cui non esistono intermediari, accessori e abbellimenti (lo scambio di materiale esclusivamente digitale) non è detto che poi chi campava magari stampando le copertine dei CD trovi un altro impiego altrettanto fruttifero.

Mi dirai che non te ne frega niente, ma non è vero perché il tizio che stampa i CD poi magari si compra il panino da te o finanzia altre attività che a loro volta arricchiscono chi ti sta intorno.

Poi mi dirai che se risparmi su un CD ti avanzano soldi per spendere altro e magari il panino te lo compri da solo, ma liquidare così intere industrie senza farsi due conti mi pare comunque poco saggio.

Sempre infine per vederla come la penso io, per fortuna il mondo è talmente complesso che un equilibrio lo raggiunge da sé anche se poi nessuno s'è messo daccordo, per cui magari il sistema che funziona meglio arriverà da solo.

Simone

Anonimo ha detto...

Caro Simone, ogni tanto ricompaio. Gran complimenti anche per questo blog. Questo sarà un commento lungo e chiedo scusa.

Adesso sproloquio prendendo come esempio il servizio che utilizzo abitualmente, ma il concetto è grosso modo il medesimo per qualsiasi prodotto digitale. Parto dal una cosa, ovvero: io pago un costo per un prodotto perché per fare quel prodotto sono stati spesi dei soldi. Credo che fino a qui siamo tutti d’accordo. Se è vero che la copia digitale costa zero per quel che riguarda il supporto finale (ovvero: al produttore non costa una cippa il ciddì sul quale masterizzo il disco comprato su iTunes, né paga lui il iPhone col quale leggo gli ebook), non è così per tutto quello che sta in mezzo alla catena. Del tipo: quanto costano, in manutenzione-aggiornamento-etuttoilresto i server su cui Apple tiene gli AAC delle canzoni - otto milioni di canzoni, per capirci? Io credo che i 10euro a disco (o 1 a canzone) siano più che legittimi per questo servizio, tenendo conto che Apple si tiene il 30% di quei soldi, e il resto lo gira alla casa produttrice.

Sproloquio personalistico: il fatto che «inutile» è diffuso gratis, d’altro canto, è una decisione che abbiamo preso noi della redazione: se qualcuno vuole darci qualche soldo in cambio delle mezz'ore di divertimento & cultura che offriamo, ben venga, c'è l'associazione che può ricevere fondi: ma non ci vedrei niente di strano nel richiedere (o accettare) compensi. E non è vero che lo diffondiamo gratis perché non usiamo Photoshop&inDesign per impaginarlo, né utilizziamo i servizi di hosting di MediaTemple, o utilizziamo un'agenzia di comunicazione per farci pubblicità. (Sì, ok, non serve essere cattivi, lo ammetto: la qualità finale risente di queste mancanze, almeno di alcune di esse.) Fosse un lavoro “vero”, qualcosa in cui investo un po’ più di due ore al giorno, cercherei in qualche modo un rientro economico (magari pubblicitario?).

Idem per un disco, o un libro. Di solito uno non pensa a quanto tempo sta dietro un libro; ma se poi si fa il conto dei giorni “sprecati” a scriverlo anche il più cinico cede. Poi è ovvio, se è l’ultimo di Vespa e il prezzo è sproporzionato solo perché è novità e ultracopertinato, allora posso soprassedere, o aspettare. Ci son caduto sull’ultimo «Harry Potter», nel tranello della “novità a 23 euro”, non ci casco più. (Soldi ben spesi, comunque, per quel che mi riguarda.)

L’ultimo cd che ho comprato, o uno degli ultimi, a 21 euro era il «Seeger Sessions» di Springsteen, perché aveva anche un bel dvd in allegato. Ho giudicato l’abbinata meritevole dei 21 euro, ma il disco successivo l’ho comprato su iTunes.

Per finire un appunto a Mirco, riguardo il noleggio: passi mai da Blockbuster? Lì con 5 euro ti vengon fuori 3 film, e te li tieni una settimana. Almeno, qui a Mestre. Mi faccio delle sanissime scorpacciate.

Un abbraccio, Simone, e complimenti ancora.
MS

Anonimo ha detto...

Ma quante cavolate spari?

= D3clin0 =