07/01/09

I reality show, e l'arte come competizione.

Sarò controcorrente, ma a me i reality piacciono.

Cioè, chiariamo la cosa: io guardo la televisione non più di 3-4 ore a settimana, in genere per tenermi compagnia mentre sto mangiando o quando una volta tanto di sera non esco, non scrivo, non studio e non mi rimbambisco su Internet tra blog e cavolate varie.

Seppur per un tempo limitatissmo, il meccanismo che si trova alla base di questi programmi riesce effettivamente a catturare la mia attenzione e a farmi divertire: un povero incapace sogna di fare l'attore e piange ogni cinque minuti (il bello è che magari attore ci diventa davvero) dei gay malvagi torturano psicologicamente giovani ballerini insicuri e goffi, cantanti improvvisati vengono umiliati senza pietà mostrando i loro provini falliti a milioni di persone e vabbe': tanto ve li vedete anche voi e non serve che vi faccia altri esempi.

Ma perchè devo fare l'intellettuale ipocrita come tutti quelli che parlano male di queste cose tanto per darsi delle arie? I reality sono così perchè è così che piacciono alla gente e, per quel poco tempo che riesco a sopportare la televisione, anch'io preferisco 20 minuti di X-Factor o di Amici all'ennesima, intollerabile storia di adolescenti innamorati e relative fornicazioni. E se non altro, i protagonisti di questi programmi non finiscono sul tavolo delle autopsie come in certi serial considerati di qualità (o, per lo meno, non ancora ^^).

Quello che invece non mi piace per niente, è l'immagine che viene data attraverso questi programmi degli artisti e del loro lavoro: praticamente, ora come ora se qualcuno vuole fare l'attore, il cantante o anche solo il coglione che arriva e dice cose senza senso (posizione televisiva molto in voga, tra l'altro) deve solo di sperare di vincere qualche competizione televisiva perché di altri percorsi non ce ne sono.

Se qualcuno è bravo a inscenare situazioni melodrammatiche, se incontra il favore di giurati severi e se convince il pubblico a mandare tanti messaggini col suo nome, allora ecco che potrà sperare di vincere, di avere successo e finalmente di emergere. Ed è la stessa cosa che accade anche nella scrittura: se vinci il premio letterario ti pubblicano il romanzo, se no puoi anche mettertelo nel blog, perché di editori che ti si filano (e di lettori che ti si comprano, bisogna sempre aggiungere) non ne trovi neanche a pagarli. Anzi, di editori a pagamento ne trovi eccome, ma non è certo quella la soluzione.

Insomma, l'artista di successo è quello che incontra il favore del pubblico. E fin qui ci può anche stare, perchè del resto è sempre stato così. Però quest'arte competitiva, questo scrivere, cantare, ballare e agitarsi solo per compiacere, soddisfare ed essere votati, non fa che mettere in secondo e terzo o quarto (continuerei fino al decimo) piano tutta quell'arte e quella cultura che invece piace di meno, che va contro ai gusti del pubblico o che - Dio ce ne scampi - è addirittura un po' più difficile da capire.

Ma insomma, alla fine come ho già detto a me va bene tutto, visto che in fin dei conti certe cose mi piacciono anche. Però il tarlo che mi rode è che forse i più grandi artisti della nostra generazione non saranno così telegenici, così sexy e così aggressivi da arrivare fino in fondo alle sfide che li aspettano.

Parliamoci chiaro: difficilmente vedreste un Fellini nei panni di abile sabotatore del gioco della settimana, un Pasolini in lacrime acclamato tra le grida delle ragazzine perché qualcuno gli ha detto che ha ballato da schifo, o anche una Mina e un Battisti in nomination uno contro l'altra e in ansia per i risultati del televoto.

E, se devo dirla tutta, spero proprio di non vederceli mai.

Simone

19 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

X Factor mi piace ^_^ dove c'è la musica io non storco mai il naso, mi piaceva anche Music Farm...

Quanto alle varie isole e i grandi fratelli... bah!
Del GF ho apprezzato le prime due stagioni ma poi mi son stancato... sempre la solita zuppa.

Meglio un bel cartone animato anni 70 o... l'ebook su un gatto che cade dal cielo (lo inizio oggi...)

Anonimo ha detto...

Anche a me piacciono i reality.Alcuni almeno.Non sempre dopo una giornata divisa tra studio-lavoro-facoltà,ho voglia poi di guardare Porta a Porta o Ballarò.

L'importante,secondo me,è guardare con intelligenza,sapendo e imparando a discernere i messaggi giusti da quelli che giusti non sono.

L'isola dei famosi,ad esempio.Dovrebbe essere una sfida di sopravvivenza,ma ci pensano mai ai bambini che ogni giorno muoiono di fame nel Mondo?Alla gente che davvero non può mangiare?E,scusate se mi permetto,ma esiste anche un problema che si chiama "anoressia",e chi ne ha sofferto puoi capire cosa intendo dire.


Altri programmi invece,come Amici,possono essere una vetrina per veri talenti.Non che sempre vengano premiati,questo si.Il più delle volte le ragazzine votano il più figo e non il più talentuoso.Ma almeno si concede una possibilità a qualcuno che lo merita.

Mio modestissimo parere.

Un sorriso.Antonia.

Simone ha detto...

Glauco: il cartone anni '70 te lo appoggio se è della Disney, che quelli giapponesi sembrano girati al rallentatore (anzi, è proprio così per risparmiare).

Quella storia del gatto sembra interessante, fammi sapere com'è ^^.

Antonia: sì infatti è proprio quello che penso io. Il reality è un'occasione, ma alla fine non mi piace l'idea di dover "vincere" per farsi apprezzare. Le stesse persone che giudicano e magari eliminano i concorrenti hanno avuto più possibilità di loro, almeno mi pare.

Simone

Unknown ha detto...

A me non piace molto il fatto che i reality vengano sfruttati per mandare dei messaggi e fornire degli esempi. Finchè la cosa resta sul piano ludico ben venga, anche io ho scritto di reality e li guardo (anche perchè non è che ci sia molta altra scelta ultimamente) e tutto sommato mi intrattengono.

Però effettivamente vedere ragazze (anche della mia età, ventidue anni sono pochi ma si suppone siamo adulti) il cui unico scopo nella vita è andare ad amici di maria de filippi mi rattrista un po'. Mi fa estremamente incazzare che un Carlo Capponi (leggi come: persona ai margini della società) vinca un televoto contro una madre di famiglia che si fa un mazzo così per portare la pagnotta a casa (la muratora) solo perchè "fa spettacolo".

Sembra quasi che per sfondare nella vita si debba a tutti costi fare i giullari di qualcuno che ha il solo merito di tenere in mano le redini di una trasmissione, di essere un gradino sopra di noi, se vogliamo metterla così. E una cosa che dovrebbe essere di intrattenimento finisce, grazie alle logiche dei media, con l'essere un programma "educativo", solo che anzichè trasmettere valori trasmette quello che fa comodo che passi alla gente. Secondo me è questo il vero problema, non so se è quello che intendevi tu ma a me spaventa un po' ogni tanto.

Simone ha detto...

Auro: più o meno è come la vedo io. Solo che secondo me è il pubblico che sceglie sempre e tiene le redini, anche quando c'è un "filtro" come un presentatore o dei giudici o non so che altro: alla fine se al pubblico non piace cambiano anche giurati e presentatori.

Simone

Anonimo ha detto...

appena travasata dal vecchio blog. piacere!

Unknown ha detto...

Dici bene: i reality sono la via maestra percorsa dai paraculi per avere un po' di visibilità, e per tanti sub-umani di lavorare in TV nelle vesti di opinionisti.
Eppure non li boccio del tutto. Ogni tanto sbircio anch'io, ma lo faccio sempre meno. Perchè oramai, tranne alcuni, non sono nemmeno più reality, ma "cose" con tanto di sceneggiatura.
Parlo soprattutto di quelli "VIP".

La cosa peggiore dei reality è che poi 'sta gentaglia prolifera in ogni programma televisivo, partendo dagli pseudo-ballerini napoletani (con rispetto per i napoletani VERI) della De Filippi, o i vari stronzi buci de culo del Grande Fratello.
Però basta solo cambiare canale :-)

PS: scusa le volgarità, ma ci stavano bene. Fanno audience! Anzi, se vuoi t'insulto, facciamo una bella trollata e poi vediamo "da casa" a chi danno ragione :-)

Simone ha detto...

Yashanti: ben arrivata!

Alex: sì ma quello che mi chiedo io è: si può ancora fare certi "lavori" (per chiamarli così) senza passare per le forche caudine di qualche programma del genere?

Poi tu scherzi, ma si potrebbe organizzare una qualche litigata finta con frasi su facebook del tipo: Alex McNab ha il coraggio di criticarmi dopo aver scritto questo ebook di merda, che trovate al link http:/...

Secondo me sarebbe un successo ^^.

Simone

White Boar ha detto...

A me non piacciono, li guarderei solo se fossero molto ma molto più sadici. Uno per tutti, l'isola dei famosi: non li torturano abbastanza.

Ecco qualche idea che metterei in pratica se fossi uno degli autori:

1) Ruggiti di belve nel cuore della notte. Impronte nella sabbia la mattina dopo. Poi, dopo tre o quattro giorni, un orso vero.

2) Attacco da parte di una banda di selvaggi (veri) armati di (vere) mazze d'ebano.

3) Fornitura di cibo avariato e/o avvelenato (non in dosi mortali).

4) Pinna di squalo radiocomandata quando fanno il bagno. Anche lì, appena cominciano a sospettare il trucco, squali veri.

5) Serpenti e ragni velenosi (alcuni di gomma, altri vivi).

Simone ha detto...

Angra: ecco, un reality così credo che me lo guarderei di sicuro... ma inizia a suonare un po' troppo come certe storie, coi protagonisti che poi scappano e uccidono i produttori e il regista. Anche quello sarebbe un fuori onda interessante... ^^

Simone

Nick Truth ha detto...

I reality sono stupidi, ma lo devono essere, secondo me. Sono forse la cosa più brutta che abbiamo in televisione però sono abbastanza divertenti.
Certo, dipende dal reality, dall'edizione. Io seguivo il GF, e non vedo cosa ci sia di male. è divertente prendere in giro i personaggi (sono messi li apposta).

Quello che annoia è quando il 70% di programmi sono reality. Che palle. Beh, non hai torto quando dici che è il pubblico che lo sceglie. Io poi non ho molto da lamentarmi visto che ormai guardo solo youtube e simili.

Per quel che riguarda il discorso sul fatto che sembra che non ci sia nessuna altra strada oltre il vincere qualcosa... non sono tanto d'accordo.
O meglio, hai ragione, però credo che la vittoria di programmi stupidi porti un successo di breve durata.
Invece penso che la gavetta, il talento e la fortuna possano portare a essere ricordati nel tempo.
In ogni campo.
Ma io sono ancora un'idealista :D

White Boar ha detto...

@Simone: io però non li costringerei, godrei solo a vederli patire per loro libera scelta. Per me dovrebbero essere liberi di ritirarsi in qualsiasi momento. Non durante le "prove" naturalmente, un po' perché nel momento dello shock si rischierebbero scelte avventate di cui uno poi si pente, un po' perché vaglielo a spiegare all'orso...

Anonimo ha detto...

dei reality a me piacciono le ultime puntate. ho provato più volte a vederne uno dall'inizio ma mi rompevo alla seconda puntata, poi dopo due mesi quando mancavano tipo quattro puntate(ok la tempistica è diversa senno un reality durerebbe tipo 4 mesiXD)mi rimettevo a vederlo, e quando finiva mi ripetevo che la prossima edizione l'avrei seguita dall'inizio, ma tanto non accadra maiii

Anonimo ha detto...

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