09/03/09

Fondamenti di Biologia Sociale: la biodiversità del pensiero.

Lasciate stare il titolo, che veramente è un po' troppo criptico (non riesco proprio a trovare di meglio) e state a sentire questa cosa, che invece è abbastanza semplice: tutte le cellule del corpo umano hanno, al loro interno, lo stesso DNA. Lo sapevate?

A parte casi particolari che è inutile affrontare, i singoli costituenti cellulari di uno stesso organismo contengono la medesima informazione genetica: potenzialmente, le cellule del fegato sono uguali ai muscoli e sono uguali anche alla pelle o alle cellule delle ossa. Quello che cambia, è il modo in cui esprimono le informazioni contenute al loro interno, adattandosi ora a un organo, ora alla pelle e ora ancora (lo so, suona bruttissimo) al sangue.

Le cellule sono tutte diverse, insomma, ma allo stesso tempo sono anche tutte uguali: non suona un po' come qualche assioma strano che mi pare di aver già sentito?

E di certo non credo che le cellule dei mie capelli o degli occhi possano pensare per conto loro, però posso comunque immaginarlo:

«Ma guarda questi!» direbbero i costituenti di un pelo del naso, riferendosi alle cellule della mucosa che gli stanno intorno. «Stanno tutto il giorno lì a non fare niente, razza di mangiapane a tradimento».

E poi si rischierebbero situazioni veramente sgradevoli, del tipo:

«Maledette cellule del fegato» si lamenterebbero le fibre di qualche muscolo sfigato, tipo il Gracile che non serve a niente. «Si fregano tutto il glicogeno, e a noi tocca arrangiarci con l'acido lattico!»

Insomma, magari le cellule del nostro corpo sarebbero tutte un po' razziste, convinte di esprimere al meglio quel DNA comune che - in qualche modo - le rende tutte parti di un medesimo organismo. Eppure nessuna avrebbe davvero ragione: i muscoli senza le ossa non si muovono (o meglio, vice-versa). Le cellule della retina stanno tutto il giorno a prendere il sole per una ragione precisa, anche se magari a quelle del sedere faranno un po' invidia, mentre i reni in fin dei conti fanno un lavoro che non vuole nessuno ma che - decisamente - è indispensabile.

La diversità, o anche la totale e completa disuguaglianza, è fondamentale per la sopravvivenza. La vita, il pensiero, il nocciolo centrale dell'esistenza stessa nasce dal contrasto. L'appiattimento e l'omologazione non fanno bene alla vita, questo mi pare evidente.

E forse è un discorso assurdo, ma mi piace pensare - sognare forse - che lo stesso valga anche per le persone che vivono in una società:

Ci sono i preti e ci sono gli atei. Ci sono i comunisti, la gente di destra, le persone socievoli e quelli a cui invece gli stanno sulle palle tutti quanti. Ci sono gli artisti e i secchioni, gli sportivi e i pigri, chi guarda i reality e chi invece è convinto che la televisione sia la causa di tutti i mali.

Eppure, in maniera goffa, faticosa e spesso drammatica, l'umanità esiste. La società degli uomini nasce da opposti insanabili che, a loro modo, contengono una verità universale che è inscindibile da noi stessi. Come nelle cellule, c'è qualche individuo che alle volte dà di matto e bisogna rimetterlo al posto suo, ma per la maggior parte dei casi la nostra diversità è buona, salutare e viva.

Non so, forse quello che ho fatto è un paragone un po' azzardato, ma un pochino ci credo davvero: nessun uomo è del tutto cattivo (be', abbiammo detto quasi) e non c'è alcuna verità da imporre. Non esistono ideali fasulli, e nessuno prega il Dio sbagliato.

E l'unico accordo possibile, è la tolleranza.

Simone

8 commenti:

Francesco ha detto...

wow.
bellissimo post.
detto da obama in un freddo ma assolato pomeriggio americano di settembre 2008, poi, beh, sarebbe stato perfetto.
ciao.

CyberLuke ha detto...

E come potrebbe essere altrimenti?
La diversità regna sovrana nell'universo.
Non esistono - ci dicono - due granelli di sabbai uguali o due fiocchi di neve uguali.
Io non distinguo un pastore tedesco da un altro, ma quello è un mio limite.
E sapete una cosa?
Io adoro le differenze.
Sono quelle che danno sapore, spessore, realtà> alle cose.
Ma, tornando al post, è interessante notare come una caratteristica riferita al mondo cellulare sia perfettamente applicabile ad un sistema più complesso ( o meno complesso?) come quello degli esseri umani completi.
Anche qui sembra esserci lo zampino di una Mente Creatrice, il suo marchio di fabbrica.
Mumble.

Simone ha detto...

Già presidente volete farmi?

Scherzi a parte, non è un discorso semplice da accettare. Cioè, così come l'ho presentato pare quasi banale, ma è pieno di gente convinta che la diversità degli altri sia un "peso" per il mondo e che andrebbe cancellata.

Io poi una risposta non ce l'ho. Per essere coerente con quello che ho detto, penso che magari anche il punto di vista di queste persone ha il suo ruolo, in qualche modo assurdo...

Cyber: io non ci vedo tanto una creazione attiva, come quella di uno che si costruisce la casa, quanto una sorta di "stampo". Il mondo ha delle regole e dei funzionamenti perfettamente meccanici, su cui vanno a incastrarsi altri meccanismi che regolano la vita e tutto il resto.

Che questo avvenga per caso o per un motivo non credo che arriveremo mai a saperlo, ma comunque pensarci sopra piace tanto anche a me ^^

Simone

Erika ha detto...

Quanto hai ragione!!! Essere diversi è la cosa più bella che possa esistere. Io sono stata etichettata tutta la vita col nominativo di "quella alternativa" (non ho ancora capito quando è diventato alternativo amare l'arte, la musica e la parola scritta!) ho passato un'adolescenza di m... perchè non ero come tutte le altre "squinzie" senza cervello. Ma ora sto bene, perchè NON ho seguito la legge non scritta di essere uguale a un gruppo per itegrarmi a un greggie di pecore. Voler essere tutti uguali è impossiblie, perchè sforzarsi dunque? La meglio cosa è accettare e farsi accetare come si è, per me quelsta sarebbe la soluzione finale di parecchi problemi.

Francesco De Paolis ha detto...

Veramente un bel post!
Se non erro, sui vari organi umani che litigano fra loro per invidie reciproche esiste anche un racconto, peccato che non mi sovvengano titolo e autore!

Simone ha detto...

Erika: purtroppo accettare gli altri significa anche sopportare certa gente... o almeno quasi ^^

Francesco: se lo trovi faccelo sapere, grazie!

Simone

Anonimo ha detto...

dev'essere quello sul sedere che si rifiutava di funzionare per dimostrare a tutti gli altri che era lui il più importante,
ma forse mi confondo con una canzone di Elio e le storie Tese
boh :)
ciao

Anonimo ha detto...

hai davvero ragione...ti posso citare nel mio compito di italiano?
apparte gli scherzi mi piace questa similitudine con le cellule del corpo, continua così!