01/06/09

Le cose che mi piacciono a me: Socrate e compagnia bella, di Luciano De Crescenzo.

Un ingegnere si mette in testa di fare lo scrittore, poi si appassiona a una materia che col suo vecchio lavoro non c'entra nulla, e un bel giorno pubblica un libretto di una centocinquantina di pagine dove parla un po' dei cavoli suoi.

Trovate anche voi qualche similitudine? Io per puro spirito di auto-contraddizione vi dico assolutamente di no... ma veniamo al libro:

Questo Socrate e compagnia bella è scritto come una lettera, attraverso la quale l'autore racconta al nipote quattordicenne la vita e le idee dei filosofi che hanno maggiormente influenzato il suo modo di vedere il mondo. Una sorta di eredità letteraria, insomma, che De Crescenzo lascia a questo ragazzo e - assieme a lui - un po' a tutti i giovani che cominciano a porsi di fronte ai grandi interrogativi della vita.

A pensarci bene, credo che sia stato proprio intorno ai quattordici anni che ho letto i primi libri sulla filosofia greca di questo scrittore (non che ci capissi davvero qualcosa, eh!) mentre ben vent'anni dopo ho letto questo. Se non altro, adesso Socrate e compagnia bella l'ho capito (quasi) tutto... ma forse l'ideale sarebbe stato fare il contrario: iniziare cioè da giovanissimi con un testo semplice come questo, andando poi avanti con qualcosa di più complicato.

Ma vabbe': vent'anni fa questo libro non c'era, e io ho letto di volta in volta quello che m'è capitato tra le mani. In ogni caso, il fatto che sia un testo per ragazzi non deve far pensare che ci troviamo di fronte a un libro superficiale: De Crescenzo affronta infatti di temi difficili e importanti come l'amore, il sesso, la religione e la morale con una semplicità e una chiarezza che rendono il libro davvero perfetto per un ragazzo, ma godibile anche da un adulto (che magari certi filosofi studiati a scuola non se li ricorda più di tanto). In particolare, nell'ultima parte del libro c'è una descrizione di quello che l'autore prova nel sentirsi avanti negli anni, talmente lucida e toccante da valere - da sé - la lettura dell'intero trattato.

Degno di nota è anche il modo in cui De Crescenzo riesce a raccontare e mescolare tra loro idee spesso contrastanti di filosofi provenienti dalle epoche e dalle condizioni più varie, prendendo di volta in volta il meglio o comunque l'aspetto più costruttivo del loro pensiero: quello che resta della lettura, alla fine, è la sensazione che si possa dare ascolto a due persone di vedute diametralmente opposte, per cavarne fuori un'idea numero tre che - magari - appartenga un pochino anche a noi.

A dire il vero, più che un concetto espresso nel libro, questo è uno dei tanti insegnamenti che i miei filosofi preferiti hanno lasciato a me.

Ma tra di loro, come del resto era ovvio, c'è anche il carissimo Ing. De Crescenzo.

Simone

3 commenti:

Gianmaria Carneri ha detto...

Anch'io seguo da anni De Crescenzo.
Anzi, è stato colui che in un certo senso mi ha iniziato alla lettura.

Avevo aperto un conto in banca e mi avevano chiesto se in regalo volevo un librone sull'africa nera oppure un libercolo di De Crescenzo "Socrate".

Ho scelto quello più piccolo per ovvi motivi, arrivato a casa l'ho messo sotto la gamba più corta del tavolo. é rimasto lì per un anno, poi un giorno non sapevo che fare e mi son detto "ma si dai...".

Mi si è aperto un mondo.
Come dice l'autore stesso, i suoi libri hanno la funzione di quelle scalette da biblioteca: ti permettono di raggiungere i libri più in alto.

Mr. Lunastorta ha detto...

L'ho messo tra i libri da leggere!
Purtroppo più passano gli anni, più le mie reminescenze filosofiche svaniscono, così quando mi capitano tra le mani libri divulgativi come questo o come Il Mondo di Sofia è sempre una piacevole sopresa!

keypaxx ha detto...

Ammiro De Crescenzo. Anche e soprattutto per la sua storia di scrittore che ho sentito narrata da lui stesso in uno speciale televisivo.
:)