10/03/15

Un po' (quasi) confuso.

Ecco: io la vedo - più o meno - così.
Ha detto bene uno dei commentatori allo scorso post (Raffaele): ma tu non eri per non fare la specializzazione?

In effetti il discorso dell'ultima volta sembrerebbe indicare una mia decisione di specializzarmi. O per lo meno la volontà, ecco.

Mentre tante altre volte avevo detto di voler lavorare come medico senza cercare di entrare in specializzazione prima.

Il fatto insomma è che sono abbastanza sul confuso spinto.

In pronto soccorso vado sempre, ma oltre a frequentare la parte di medicina d'urgenza frequento anche la chirurgia, un pochino anche i radiologi e - quando c'è l'occasione - il triage. Insomma mi piace molto l'ambiente del DEA, ma non riesco più di tanto a inquadrarmi dentro una branca in particolare.

Ho la sensazione di aver imparato - e di stare imparando - un'infinità di cose, ma poi mi domando: e dopo? Cioè, a cosa mi serve saper fare un po' di tutto, se poi non c'è un posto dove mettere questo un po' di tutto in pratica?

Che poi finché si tratta di dare una mano o di seguire i pazienti per conto di qualcun altro è tutto facile. Ma l'idea di ritrovarmi di punto in bianco a fare tutto da solo e ad avere tutte le responsabilità un po' mi spaventa, e un po' penso semplicemente di non esserne ancora in grado.

Ci sono persone che appena laureate prendono e fanno guardie, salgono in ambulanza, fanno sostituzioni... ma, bo'?! Saranno dei geni loro.

Io credo di aver bisogno di una "via di mezzo" tra il non aver alcun ruolo, e l'essere il primo in carica. Quello spazio che in linea di massima viene attribuito insomma agli specializzandi, e che appunto è una sorta di ponte tra l'essere studente e l'essere un professionista indipendente in tutto e per tutto.

Ma come dico sempre, l'idea della specializzazione è poco allettante.

Entrare a medicina d'urgenza è difficilissimo per via dei pochi posti. Le chirurgie sono più abbordabili, ma dovrei quasi sicuramente andare in un'altra città e di finire 5 anni - se mi dice bene - in una scuola che non mi piace, dove magari dormo 3 ore a notte e finisco col non imparare niente non è certo un progetto di vita esaltante.

Insomma, bo'?! Vorrei specializzarmi, ma non vorrei quasi nemmeno provarci. Sono un po' confuso, e non so tanto bene dove andare a parare.

Intanto aspetto l'iscrizione all'albo (dovremmo quasi esserci, si spera) e proseguo a studiare l'ecografia, a seguire il master e a fare pratica. Ma mi domando sempre di più se poi appunto tante cose le farò davvero, o se è solo un modo di fare medicina che rimpiangerò quando mi toccherà accontentarmi di quello che passa il convento.

E - per chiarire - non mi preoccupa il trovare lavoro in sé. Il lavoro come medico anche non specialista si trova, questo mi pare più che evidente.

Quella che al momento non vedo, è l'occasione di iniziare a lavoricchiare in qualche posto che davvero mi piace, senza rischiare di combinare qualche casino e avendo inoltre la possibilità di continuare a imparare. Mi manca un obiettivo a lungo termine, ecco.

Continuo a frequentare l'ospedale pensando che probabilmente nella sanità pubblica non lavorerò mai e dovrò inventarmi qualcosa da qualche altra parte. E se all'inizio ero partito con l'idea che dopo la laurea non avrei fatto chissà che cosa ma sarei stato comunque contento, arrivato a questo punto vorrei puntare al percorso migliore e più gratificante... ma che per il momento non so proprio quale sia.

Insomma sono un po' confuso. Che tutto sommato nella situazione attuale del neo-laureato medio potrebbe essere più che normale, e anzi sono sicuro che i dubbi degli altri miei colleghi appena abilitati saranno più o meno gli stessi.

E vabbe': quello che volevo dirvi l'ho detto. Andiamo avanti, e vedremo che sorprese ci porta il futuro.

Simone

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo non sono nella tua situazione e non posso capire pienamente come tu ti possa sentire... Però, se posso permettermi, forse ti metti troppi problemi! E' vero che sei grande rispetto a chi si è laureato con te e hai meno tempo da "perdere" pensando a sciogliere un po' di dubbi circa il tuo futuro, però da ciò che scrivi mi sembri una persona abbastanza versatile. Ok, ti piace l'area di urgenza ed emergenza, ma questa come dici tu si può articolare in tante branche: medica, chirurgica, diagnostica (radiologica...). In fin dei conti potresti anche tentare la fortuna con i concorsi delle scuole di specializzazione e vedere come va la situazione. Magari riesci davvero, oltre le tue aspettative, ad entrare in una scuola e realizzare qualcosa di concreto che potrebbe piacerti, come hai fatto negli ultimi anni. Nella peggiore delle ipotesi avresti un anno in più in cui dedicarti al tuo master senza l'esigenza di doverlo scaricare per poter firmare un contratto per la specializzazione.
Per le opportunità lavorative, nel pubblico o nel privato, ti preoccuperai dopo. Per quanto riguarda i colleghi che, una volta abilitati, fanno le guardie o fanno servizio 118, è possibile che lo facciano con un pizzico di coraggio e di incoscienza. Ma sono ingredienti che non guastano per chi vuole superare le paure ed imparare anche in autonomia. Non credo sia qualcosa che tu non possa fare. E' normale avere paura delle responsabilità, ma si parte sempre da un inizio...

Nicolò, tuo fermo sostenitore

Anonimo ha detto...

Ciao Simone volevo farti una domanda, sono al primo anno di medicina, so che è ancora presto, ma ho già un forte interesse per l'ambiente del PS e soprattutto la chirurgia, ma come si arriva a diventare chirurgo d'urgenza? Ho visto che la specializz. in Ch. d'urgenza non c'è più, ma bisogna iniziare da chirurgia generale!! Aspetto una risposta!! Ciao :)

LUCA

Simone ha detto...

Nicolò: grazie per il sostegno... e scusa per il ritardo nella risposta.

Luca: Non so come funziona. Comunque credo che devi fare chirurgia generale in una scuola che fa pronto soccorso, oppure comunque entrare in pronto soccorso dopo la specializzazione.

Simone